Prosegue il nostro omaggio interamente dedicato a Pino Daniele

Sempre al Rione Sanità oltre al complesso in cui Pino Daniele si esibiva, passarono anche altri futuri protagonisti della scena musicale non solo napoletana ma anche italiana, nomi come: Corrado Rustici, Edoardo Bennato e, addirittura, il mai dimenticato gruppo degli Osanna.

Ma il momento clou, il momento in cui tutto inizia a girare in un certo modo per lo stesso cantautore napoletano fu l’anno 1975. Si, proprio così: giusto cinquanta anni fa, quando Giuseppe Daniele aveva solamente venti anni. Dunque, cosa accadde cinque decenni fa? Pino Daniele inaugurò l’attività da sessionman, prendendo parte all’album di Mario Musella. Una registrazione che avvenne per la casa discografica King, la quale pubblicava le canzoni di Aurelio Fierro e che rimase inedita fino al decennio scorso; al 2012.

Se i dodici mesi del 1975 fecero da completo apripista ufficiale per la sua carriera, quindi una sorta di antipasto di quello che poi sarebbe stato, l’anno successivo iniziarono a confermarsi diverse situazioni: collaborò come chitarrista nell’ultimo nuovo disco di Jenny Sorrenti, sorella di Alan, dal titolo ‘Suspirio’ prodotto dalla Etichetta musicale italiana, Emi più semplicemente.

Non solo: sempre nello stesso periodo lavorò anche al long play del titolo ‘Le due facce di Gianni Nazzaro’ di Gianni Nazzaro, appunto, e accompagnando, in tour, un certo, si fa per dire, Bobby Solo. Ma proprio su questa particolare collaborazione e, allo stesso tempo, molto prestigiosa, nella precedente serie di appuntamenti, ci saremmo dovuti fermare a raccontare, in maniera più approfondita, un aneddoto significativo menzionato indirettamente proprio nell’articolo di apertura di questa serie. Precisando, tra l’altro, che lo stesso 1976 è l’anno precedente a quello di debutto, a quel 1977 di Terra Mia.

Anche su questo ve ne avremmo dovuto parlare con estrema attenzione, cercando di essere il più possibile precisi visto che lo stesso disco d’esordio fu anticipato proprio nell’estate di quasi cinquanta anni fa.

Era la sera del 2 novembre del 1977, posto così sembra una favola. E lo è: una favola musicale. Le radio libere avevano già iniziato a proliferare già da qualche anno e in una di quelle tante stazioni dalle quali si diffondevano le note musicali, l’allora emergente Giuseppe Daniele, che già portava quello che sarebbe stato il suo nome d’arte, Pino, venne invitato a promuovere il suo primo disco d’esordio; da quella piccola ed anonima trasmissione ebbe inizio la sua leggenda, in ambito ufficiale, s’intende.

Allora, è bene, però, fin da subito soffermarsi su un’ulteriore precisazione che riguarda l’uscita del primo disco, ‘Terra Mia’. Se ascoltate bene la prima parte di quella trasmissione noterete una incongruenza temporale. L’allora speaker radiofonico puntualizzò che il long play sarebbe uscito nel dicembre del 1976, visto che quella puntata andò in onda il 2 novembre del 1976.

Ma da più parti, la pubblicazione della prima raccolta d’inediti di Pino Daniele è sempre legata all’anno 1977. Tant’è vero che, nel corso dei nostri primi appuntamenti, abbiamo indicato sempre il secondo giorno dell’undicesimo mese dell’anno ma, appunto, proprio del 1977 e non dell’anno prima. Dunque, l’errore, in effetti chi lo ha commesso? Forse nessuno. ‘spulciando’ tra i vari siti internet si scopre che due delle canzoni di quel disco furono pubblicati, proprio verso la fine di quello stesso anno.

Torniamo, comunque, alla cronaca o quantomeno alla celebrazione di quella puntata, di quell’esordio che rappresentava, a tutti gli effetti, la presentazione ufficiale del long play in anteprima. In quell’occasione non venne rispettata l’ordine della tracklist indicata sul retro della copertina e si partì con l’interessante singolo ‘Che Calore’, con il quale si aprì quella diretta. Oltre al presentatore si può anche ascoltare la voce dell’allora produttore discografico di Pino Daniele, Claudio Poggi.

Dicevamo, dunque, che in quella trasmissione non venne rispettata l’ordine di pubblicazione del disco. In fondo, ci poteva stare, soprattutto anche per le eventuali improvvisazioni che in quell’ora vennero effettuate e soprattutto dall’inizio, la cui apertura era affidata ad una canzone di Battisti e, come avete potuto ascoltare molto attentamente, Pino Daniele si lasciò trasportare dal sound della base musicale in sottofondo stupendo anche lo stesso conduttore che dichiarò, qualche minuto più tardi, di averlo lasciato completamente fare.

Si può ben dire che al primo tentativo, ‘Terra Mia’, permise allo stesso cantautore partenopeo subito il salto di qualità, attirando subito i favori della critica e del pubblico.

Quella sera s’intuì subito, grazie ai perfetti giri e accordi di chitarra, che chi stava ascoltando si trovava di fronte ad un talento più unico che raro e soprattutto anche per un altro motivo: sussisteva un elemento non di poco conto e che aiuta sempre a far breccia tra il pubblico agli inizi di ogni carriera, ovvero l’originalità. Concetto, questo, più volte espresso e su cui non serve andare oltre.

È anche vero che, raccontando meglio questa parte della storia iniziale della sua carriera, volutamente, non si siamo dilungati lungo tutto l’arco della sua esperienza musicale. Il motivo di fondo, a tutti gli effetti, non è per nulla banale: non vogliamo giungere fino a quell’ultimo capitolo della sua esistenza in cui tutto finisce, da un punto di vista terreno, per poi dar vita a quella che stiamo vivendo oggi: la sua eternità. Un’eternità fatta di immagini e suoni che ancora oggi ci fanno capire che Pino Daniele è ancora tra noi e non sarà mai e poi mai dimenticato. Certo, abbiamo saltato alcuni passaggi, fondamentali anche.

Eppure, nell’ultima parte di domani ci sarà qualcosa che non potrà essere escluso, un qualcosa che lo ha legato con un altro grande di cui, ancora oggi, e a quasi oltre trent’anni dalla sua scomparsa ci manca veramente tanto…

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