Rihanna, il suo singolo, Don’t stop The Music, un mix perfetto tra passato e futuro
Sono state due settimane strane. No, non riguarda l’evento della 75esima edizione del Festival di Sanremo, terminato sette giorni orsono, o anche perché abbiamo ripreso un po’ in sofferenza con le serie di articoli. Ma sostanzialmente diversi appuntamenti riguardanti le canoniche rubriche sono saltati. Sia ‘Usa’, ‘Raccontiamo un libro?’, seppur il cosiddetto ‘Capitolo I’ è stato avviato con il primo paragrafo.
Forever 80s e la serie di articoli interamente dedicata a Pino Daniele che hanno ceduto il passo. Quest’ultima tornerà come mero speciale nei giorni che ci avvicineranno di quello che avrebbe dovuto essere il suo settantesimo compleanno. Forse, effettivamente lo dobbiamo ammettere: le serie di articoli sono un po’ il nostro tallone di Achille.
Si, perché anche tranne Disco Music ha pagato lo scotto di non venir pubblicato la settimana scorsa. Lo spazio interamente dedicato alla musica o alle canzoni da discoteca non è riuscito a tenere il passo da quando l’abbiamo riaperta durante la settimana di Capodanno. Nonostante tutto con questo siamo al decimo episodio, senza contare il famoso articolo introduttivo; allora si parlerebbe di undici settimane alla ‘hit parade’ delle presenze a FreeTopix Magazine, volendo usare il classico gergo da disc – jokey.
E allora, senza perderci in ulteriori chiacchiere andiamo a scoprire il brano di oggi, di questo sabato 22 febbraio. Fino adesso abbiamo palleggiato, diciamo così, quasi tra un’epoca ed un’altra: tra gli anni ’70, gli anni ’80 e i ’90. Senza dimenticare, ovviamente, che l’inizio di tutto, proprio per quanto concerne la Disco Music si deve parlare di anni ’60.
Eppure, come ben sapete, a FreeTopix Magazine, non sempre prediligiamo le canzoni del secolo o del millennio attuale, semmai sempre quello del ‘Novecento’. Questa volta facciamo un’eccezione. Tranquilli, cari lettori: nessun brano scadente, ma una canzone, un singolo che tra il 2007 ed il 2008 fece ballare molte persone, molti ragazzi e nelle singole discoteche andava per la maggiore. Soprattutto non tanto per la sua originalità, semmai per la sua perfetta campionatura di vari brani incisi e pubblicati in precedenza, nonché dei grandi successi musicali.
Dunque, una sorta di revival del passato, in cui la stella musicale del momento mostrava di trovarsi a proprio agio in un brano che strizzava l’occhio non solo appunto al passato, ma anche al presente e ad al futuro. Lei si chiama, all’anagrafe, Robyn Rihanna Fenty e da poco ha anche compiuto gli anni. Ma più semplicemente la conosciamo tutti con il nome d’arte di Rihanna.
Il 30 maggio di quasi venti lunghi anni fa, la popstar uscì con un disco che ottenne consensi e premi in tutto il mondo dal titolo ‘Good Girl Gone Bad’. Un long play dodici tracce che racchiudevano, per l’epoca, ben quattro generi musicali: il classico pop, per l’appunto; il contemporary, il rhythm and blues e il dance pop. Tra questa dozzina di nuove canzoni ce n’era una in particolare che, come detto, fece ballare proprio tutto il mondo, riuscendo quasi a far ritornare, quasi, la ‘Disco Music’ ai fasti di un tempo; nonostante questo tipo di genere non è proprio contemplato per quanto riguarda il disco intero.
Il singolo in questione uscì verso la fine dell’estate di quello stesso anno ed esattamente il 7 settembre, con un titolo davvero inequivocabile come pezzo ballabile: Don’t stop the music. Da quel momento in poi la cantante barbadiana incominciò a pigiare sull’acceleratore della sua carriera senza fermarsi. Eppure, il successo non la riparò da eventuali rogne.
Chi si ricorda molto bene, in conclusione, il singolo contiene una campionatura di una famosissima canzone di cui, a sua volta, il ritornello venne preso in prestito dal titolo di un’altra canzone relativa anni ’70. Attenzione, però, come sempre andiamo con ordine. il ritornello a cui abbiamo fatto riferimento non era proprio un refrain vero e proprio, ma una frase contenuta nella parte finale in cui viene richiamata, quasi, il sound della samba brasiliana.
Ma in quel ma so ma so cusa, Michael Jackso, nonché Re del Pop incontrastato, dovette chiedere il permesso al vero autore di Soul Makossa, brano del 1972 di Manu DiBango. Cosa accadde? Quando la giovane cantante chiede al Re del Pop di usare quella frase per chiudere la sua canzone, Jackson non si rifiutò ma senza consultare DiBango, il quale la prese in maniera talmente sportiva che fece causa ad entrambi.
Tutto ciò, come detto, non ha per nulla scalfito il successo di una canzone della durata di ben quattro minuti e con un ritmo martellante, tipico della techno ma pulito, non rumoroso, che emerge pian piano mentre Rihanna intona i primi versi. Tutta la base musicale è un continuo salire fino al doppio ritornello che invita, a chi l’ascolta e a chi la balla, a non abbassare il volume o comunque a non fermare la musica.