Una canzone che divenne un inno per un fenomeno sociale e culturale verso la seconda metà degli anni ’80 in Italia

Che dire, la settimana scorsa è stata veramente particolare. Davvero strana. Molte rubriche che aspettavate, molti appuntamenti attesi e canonici si potrebbe anche dire, per vari motivi sono saltati. Non vi preoccupate, in questi nuovi sette giorni ci rifaremo. Ma c’è un solo appuntamento che non salta mai, anche a costo di riproporre alcune canzoni che abbiamo già analizzato, ricordato e che ci hanno caricato dal primo giorno di ogni settimana.

Stiamo parlando de ‘La canzone del lunedì’, la quale timbra il cartellino anche oggi 17 febbraio per aprire la nuova settimana, quella post – Sanremo, che non abbiamo seguito, e post – San Valentino.

Eppure, in maniera indiretta, ci ricolleghiamo a qualcosa che volevamo ricordare durante la settimana che è appena trascorsa, qualcosa di celebrativo come sempre e, al tempo stesso, legato alla stretta attualità in merito all’evento menzionato sopra, ovvero il Festival di Sanremo. Doveva essere l’episodio cinque della rinnovata rubrica ‘Forever 80s’, con l’aggiunta del sottotitolo ‘1980/1985’. Invece, vista anche l’occasione del primo giorno della settimana, la canzone che dovevamo celebrare venerdì scorso la celebriamo proprio oggi.

Non a caso è anche adatta per aprire i nuovi sette giorni ed instillare la carica a voi cari lettori, sperando che non diventerete troppo dei ‘ragazzi selvaggi’ nell’affrontare i classici ostacoli ci attanagliano come sempre o forse si? Avete già capito di cosa stiamo parlando del ritorno, dopo quaranta lunghi al Festival di San Remo dei Duran Duran. Un ritorno tanto atteso, quanto spasmodico, quasi, che non ha in nessun caso tradito tutti i fans e tutti coloro che amano o che apprezzano la musica internazionale e quella di un certo periodo o, comunque, la musica in generale.

Il singolo che doveva attirare l’attenzione della rubrica interamente dedicata agli anni ’80 è il leggendario ‘The Wild Boys’, proprio dell’anno 1985. Un anno, di cui si dice, che sia iniziato il decennio 1980. Ma di questo dettaglio ve ne parleremo meglio proprio in questa settimana. Come? Lo scoprirete molto presto. Dunque, non perdiamo di vista il vero argomento della giornata: i 40 anni di ‘Wild Boys’. Quarant’anni celebrati, da parte nostra, in modo anche un po’ tardivo, visto che la canzone venne pubblicata il 26 ottobre del 1984; quindi pochi mesi fa.

Eppure, definirla solo come una canzone, solo come un singolo o comunque come una hit di successo, specialmente in questa sede, con la rubrica Forever 80s in supporto, ci sembra alquanto riduttivo; sì perché la definizione giusta è un’altra: ovvero quello di inno.

Si, proprio così. E’ chiaro che chi non è nato o comunque non hai vissuto quel periodo degli anni ’80 non può comprenderlo in pieno, ma ad un certo punto, grazie all’incredibile successo che la canzone iniziò a riscuotere in quasi tutto il mondo, in Italia e in particolare, prima in un’area ben precisa della città di Milano, quindi nella Milano da bere, per poi espandersi in tutta l’area metropolitana della metropoli, un fenomeno adolescenziale, prima, e sociale, poi, conosciuto con il nome di ‘Paninaro’. È normale, però, che al sentire questo nome ci viene in mente anche qualche altra cosa:

Non ricordare il mitico Enzo Braschi nell’altrettanto mitico personaggio parodia de ‘Il paninaro’, in cui faceva non tanto il verso alla canzone stessa, semmai proprio ai giovani che all’epoca avevano quel tipo di atteggiamento sarebbe stato un vero e proprio delitto.

Ma a questo punto ‘Wild Boys’ come nacque? Quale fu la vera fonte di ispirazione per la band capitanata da Simon Le Bon? Potremmo dire che tutto fu determinato dal caso, frutto di un’improvvisazione. Ma non fu proprio così, visto che la canzone stessa rappresenta l’unico inedito di quello fu il loro primo album live da pubblicare sempre nel 1984, ma per il 12 novembre di quell’anno.

Il titolo del disco live era ‘Arena’ e la stessa Wild Boys era, come già detto, l’unico singolo in studio per quell’occasione. Come abbiamo detto era il 1984 e il regista cinematografico, Russel Mulcahy ingaggiò la band, fondata nel lontano 1978, per una loro canzone che sarebbe stata poi contenuta nella soundtrack di un film conosciuto come ‘Ragazzi selvaggi’. A sua volta, l’opera cinematografica era ispirata dall’omonimo romanzo scritto da William S. Burroughs, dal titolo: The Wild Boys: A book of the dead.

Di genere New Wave e addirittura Dance Rock, ‘The Wild Boys’, registrato nel luglio del 1984, non fu uno dei maggiori successi musicali della band di quel decennio; fu il successo per antonomasia, consentendo agli stessi Duran Duran di conquistare tre dischi d’argento tra Canada, Germania e Stati Uniti e un disco d’oro in patria, nel Regno Unito.

Ma torniamo a Russel Mulcahy il quale, una volta ingaggiati i ragazzi inglesi, diresse l’omonimo video negli studi cinematografici di Pinewood, quello in cui sono stati girati i più grandi blockbusters della storia del grande schermo, senza dimenticare anche la saga di James Bond. Nel breve filmato della durata di… i Duran Duran indossano abiti ruvidi e lacerati. Costumi che ricordano molto quelli della saga con Mel Gibson, Mad Max. il resto è storia della musica, anni ’80 e non solo ovviamente.

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