Oggi è un appuntamento riflessivo per ‘Disco Music’, sabato prossimo tornerà la musica

Ottavo appuntamento con la rubrica ‘Disco Music’. Inaugurata quasi tre anni fa, tale spazio musicale, che avrebbe lo scopo di chiudere la settimana in bellezza sempre con le sette note, dopo le medesime le aprono il lunedì, ha da sempre lo scopo di raccontare, mostrare e far scoprire oltreché un genere, anche un’epoca a sé stante. Iniziata nei tardi anni Sessanta, come abbiamo visto fin dal primo episodio, quello introduttivo, e terminato verso la fine del decennio successivo. Una piccola epoca che ancora oggi viene ricordata e che ancora oggi è fonte di curiosità oltreché di ispirazione per le nuove generazioni.

Ciò che vogliamo dire è che questa rubrica non deve essere solamente ancorata alla musica, la quale è l’essenza medesima di questa serie di appuntamenti; il punto però è che non solo questo l’elemento essenziale ma anche un altro, il quale rappresenta, insieme sempre alle sette note, la colonna portante di questa sorta di retrospettiva, di indagine volta non tanto ad affermare, per non dire, sancire ciò che era giusto o sbagliato in quel periodo, semmai a ricostruire, di fatto e nei fatti, l’atmosfera medesima di una delle tante età dell’oro del mondo musicale.

Se vi ricordate bene, al primo appuntamento, meramente introduttivo, come una sorta di ‘pilot’, come si usava un tempo per presentare ai vari telespettatori il nuovo show televisivo, avevamo precisato che avremmo ricordato, singolarmente, una settimana alla volta, non le migliori canzoni da discoteca, ma tutte i brani che hanno fatto, nel bene o nel male, la storia di questo genere.

Eppure, la settimana successiva, quella del primo vero episodio, trovammo il pretesto di farvi ascoltare ‘Stayin’ Live’ dei Bee Gees, tratta dalla scena di apertura del film cult ‘La Febbre del Sabato Sera’ con John Travolta. Con ciò cosa vogliamo dire? Solo un dettaglio semplice e non tanto insignificante come potrebbe sembrare un primo momento.

Per svelare questo elemento basta porre una domanda: che cosa racconta, veramente, il film di John Badham? Uno spaccato di vita. Ecco, cosa stiamo cercando di dirvi. Parlare, analizzare, commentare, critica, raccontare, ricordare quelle canzoni, con quel tipo di genere musicale, significa qualcosa di più. vuol dire entrare nei meandri di quella dimensione temporale che tanto ci affascina ancora.

Ovviamente, cari lettori, tra di voi c’è chi l’ha vissuta di persona e magari, perché, qualcuno di voi potrebbe esser stato anche una sorta di Tony Manero in quel periodo; altri, di sicuro, perché nati dopo quel periodo, incuriositi hanno la giusta ‘fame’ per cercare di scoprire di più. e poi ci sono loro o meglio coloro che bazzicano per i motivi più disparati il mondo musicale e che, giustamente, appaiono più interessati alla costruzione del sound e di come, soprattutto sul palco, certi brani venivano proposti.

Dunque, si tratta di un’analisi a trecentosessanta gradi, dalla quale non si può sfuggire o quanto meno non se ne può fare a meno. Certo, oggi non c’è musica, non si balla, non vi facciamo danzare, sognare e ricordare con i brani che interessano questa rubrica. Ma questa è solamente una piccola riflessione con lo scopo di confermare, sancire la vera natura di ‘Disco Music’.

A questo punto, come logico che sia, vi state chiedendo se seguiranno altri appuntamenti senza alcun brano? Possibile come anche no. Difficile dirlo e stabilirlo fin da adesso. Allora, per il momento, vi lasciamo così, con un’altra settimana di attesa per sabato prossimo, per l’appuntamento numero 9 e questa volta con uno dei tanti brani che fecero ballare il mondo.

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