Terza ed ultima parte dello speciale interamente dedicato al mito vivente: Tom Selleck
Coincidenze oppure no, sta di fatto che in quel 1980 Tom Selleck approdò sul piccolo schermo con Ferrari testa rossa e camice hawaiane e fu subito convincente per tutto il pubblico, prima americano e poi mondiale. Era l’11 dicembre di quasi quarantacinque anni fa quando ‘Magnum P.I.’ debutto sul tubo catodico con il pilot ‘La Neve delle Hawaii’. Da quel film introduttivo seguirono altri ben cento sessantuno episodi e che ancora oggi, ad ogni replica, sono ancora visti come per i primi passaggi televisivi. questa particolare serie tv segnò per sempre il decennio 1980, incarnando lo stesso Tom Selleck nell’immaginario collettivo dell’eroe affascinante e solitario, le cui avventure e i casi da risolvere erano tutti ambientati in uno dei luoghi più paradisiaci del mondo.
Thomas Magnum, in fondo proprio come lo stesso Tom Selleck era un reduce del Viet-Nam. Non si sa quanto, nella realtà, l’attore di Detroit fosse stato colpito nella psiche, nell’animo, da quel maledetto conflitto, sta di fatto che si immedesimò talmente tanto nel ruolo che per il mondo intero non poteva che essere riconosciuto sempre per quel ruolo e con le camicie hawaiane.
Eppure, come già anticipato in più occasione lungo questo speciale, Selleck ebbe veramente l’occasione della vita e dovette rifiutarla e non solo perché fosse legato alla serie in questione. Si vocifera che Tom non si sentisse pronto di ottenere il ruolo che divenne, poi, di Harrison Ford. Si, proprio così. questa è una storia che vi abbiamo raccontato spesso negli ultimi tempi, non solo quando, quasi cinque anni orsono, vi parlammo della serie per l’allora quarantesimo anniversario.
Anche durante l’inizio della scorsa estate quando celebrammo, rispettivamente, i trentacinque ed i quarant’anni di ‘Indiana Jones e il Tempio Maledetto’ e L’ultima crociata, ponendola, però, sotto un altro punto di vista cinematografico immaginando, tra l’altro, una sorta di multiverso in cui ad interpretare il famoso e particolare archeologo non ci fosse l’attore di Han Solo, ma bensì colui che ha conquistato il mondo attraverso il piccolo schermo.
In effetti, quello di Indiana Jones fu lo sliding doors più grande della sua carriera. certo, direte voi: pensate sé quell’insegnate, all’università, invece di dirgli di intraprendere la strada della recitazione gli avesse detto il contrario? ora cosa sarebbe successo? Staremmo ancora qui a ricordare Magnum P.I.? e di sicuro dovremmo immaginare lo stesso Tom Selleck in una carriera da giocatore di Basket o addirittura in una qualche azienda? Possibile?
D’altronde se solo ci fermiamo a dare una semplice occhiata alla sua filmografia che parte dopo l’inizio della serie leggendaria, notiamo di sicuro vari tentativi di riacciuffare quel treno che non ritornò mai più. o quanto meno nella stessa maniera. Basti pensare a film come: Avventuriere ai confini del mondo; Lassiter – Lo scassinatore; Runaway; Tre scapoli e un bebé; Alibi seducente; Un uomo innocente; Carabina Quigley; Tre Scapoli ed una bimba; Guai In Famiglia; Campione per forza; Cristoforo Colombo – La scoperta e In & Out. Ci sarebbe altri due titoli, ma sarebbe giusto fermarsi proprio all’ultimo datato 1997, mentre il primo risale al 1983.
Proprio quello di inizio anni ’80 sembrava confezionato per fargli raggiungere quel treno; per farglielo acciuffare al volo, un po’ come i cowboy che cercavano di assaltare la diligenza o appunto il treno che avevano nel mirino. Forse, ci andò vicino l’anno seguente con ‘Runaway’, thriller fantascientifico distopico, tratto da un romanzo del compianto Michael Crichton. Ma anche in questo caso non andò, anche se quest’ultimo è proprio quello che pare essere rimasto di più rispetto agli altri a cui ha preso parte. E poi? Quasi nulla. la sensazione però è anche un’altra e sembra a tratti anche un po’ crudele.
La sensazione è quella di una carriera, la sua, che poteva raccogliere ancora di più di quello che ha ottenuto. Certo, accettare il ruolo di Indiana Jones avrebbe significato stroncare, sul più bello, ‘il giocattolo’ di Magnum PI e, questo punto, vi riproponiamo la domanda: avrebbe raccolto lo stesso successo se non di più? o forse la televisione era la sua unica dimensione?
D’altronde l’epoca in cui lui ha iniziato a muovere i primi passi era quella in cui il mondo della televisione era considerato come il trampolino di lancio, il cinema di serie b, per poi raggiungere quello di serie a. oggi, ovviamente, tutto è diverso. È mutata la prospettiva attraverso la quale si vedeva ed osservava il mondo delle serie tv. Molto probabilmente questo sliding doors, semmai ci fosse stato in questa epoca per lui, non sarebbe neanche stato così decisivo.
Qualsiasi attore di cinema passa facilmente da una parte all’altra senza sentire il contraccolpo di aver compiuto, magari, un passo indietro. Quindi chissà. Ma come sappiamo tutti la storia non si fa né con i sé e né con i ma. Nel nuovo millennio, alla soglia dei 60 anni tentò di risalire la china dopo esser quasi finito nel dimenticatoio.
Con il personaggio letterario, lo sceriffo Jesse Stone, cerca di tornare ai fasti di un tempo, ma non riesce. I film per la tv che realizza, per questo personaggio, partono dal 2005 fino al 2012. Due anni prima, invece, la seconda grande occasione. Se con Magnum P.I. aveva solamente trentacinque anni, con il Capitano della polizia di New York, Frank Reagan, dal cognome particolarmente evocativo, a sessantacinque anni si riprende lo scettro di volto più popolare della televisione.
Saremmo ancora duri nell’affermare che questa è, di fatto, per lui un’amara consolazione? Forse si o forse no. Eppure, da quasi quarantacinque anni è entrato, di diritto, nel club, piuttosto ristretto e comunque, di élite, di attori che sono diventati famosi per un unico ruolo. È pur vero che la vita offre tante occasioni e non vogliamo neanche pensare che lui le abbia sprecate tutte, anzi: ci ha provato quando ormai era chiaro per tutto che un mito lo era già e, francamente, non ci interessa sapere se lo poteva essere anche per il grande schermo. va bene così, Tom: era destino che dovevi essere riconosciuto per questo strano personaggio che molto probabilmente rappresenta una parte di te. Buon Compleanno!!!