Terza parte del reportage interamente dedicato ad una delle più grandi leggende di Hollywood

Dopo quella tragedia che lo toccò, Gene Hackman proseguì nel lavoro; proseguì nella sua strada per realizzare il proprio sogno di diventare attore. Durante il periodo delle prime apparizioni televisive, dal 1959 al 1963, tanto per essere precisi nel ricordare, ebbe persino il tempo, nel 1961, di effettuare una fugace apparizione proprio sul grande schermo. apparizione che, chissà per quale motivo, non gli venne accreditata. Per puro caso il film nel quale riuscì a partecipare delineava già lo stile dei personaggi che avrebbe ricoperto in futuro: Gangster contro Gangster.

Eppure, ufficialmente, per il mondo del cinema, Gene Hackman esordisce tre anni più tardi nel 1964. Da quell’anno in poi non si fermerà mai più, accrescendo, pellicola dopo pellicola, la sua fama; almeno questo negli anni ’60 con opere cinematografiche come: Lilith – La dea dell’amore; Hawaii; Non c’è posto per i vigliacchi; Il club degli intrighi; Gangster Story; I sei della grande rapina; La rivolta; I temerari; Gli spericolati; Abbandonati nello spazio e Anello di sangue.

Per gli amanti delle chicche il titolo Gangster Story è un nome spesso ricorrente nelle cronache della settima arte, infatti non passò molto inosservato, anzi, tutt’altro: oltre ad essere l’ennesima versione sul grande schermo della coppia criminale Bonnie e Clyde, il film diretto da Arthur Penn vedeva la partecipazione di altrettanto giovane Warren Beatty, Faye Dunaway, addirittura Gene Wilder e Denver Pyle, lo Zio Jessie di Hazzard.

E nel decennio successivo? Iniziò con il botto, diventando sempre di più un attore di primo piano e, semmai, anche di punta di alcuni progetti cinematografici. Per esempio, l’anno 1971 fu quello della doppia uscita sul grande schermo, infatti ci fu prima ‘Il giorno dei lunghi fucili’ e l’iconico ‘Il braccio violento della legge’ per il quale ottenne l’oscar come miglior attore protagonista. Non giustamente pagò di ciò, tre anni più tardi ci riprovò nuovamente a bissare la prima statuetta ottenuta in carriera.

L’occasione si ripresentò con il film diretto da Francis Ford Coppola, ‘La conversazione’ ma non gli andò bene. sempre in quel lontano 1974, Hackman prese parte ad altri due film, per un anno davvero magico e forse irripetibile: Franckstein Junior, diretto da Mel Brooks, e sempre con Arthur Penn ‘Bersaglio Mobile’. L’anno successivo, addirittura, lavoro a ben quattro film, di cui era persino un seguito di un’opera cinematografica a cui aveva preso parte e che era già entrata nella storia del cinema: Il braccio violento della legge N.2.

Alla regia del nuovo episodio non trovò più Arthur Penn, che diresse il primo film, ma bensì John Frnkenheimer. Gli altri due titoli di quel 1975 erano: ‘Stringi i denti e vai’ e ‘I tre sul Lucky Lady’. Nel 1976 le cronache dell’epoca non riportano nessun film a cui prese parte, per poi riapparire sul grande schermo nel 1977 con: Il principio del domino -La vita in gioco; Quell’ultimo ponte; La bandera – Marcia o muori. Ma la seconda grande svolta nella sua carriera giunse un anno più tardi. tutti i fans dei cinecomic sanno molto bene che film uscì il 10 dicembre del 1978.

Nei panni dell’acerrimo nemico di ‘Superman’, Lex Luthor, Gene Hackman accresce ancor di più la sua fama nei confronti del pubblico.

Se a 41 anni veniva considerato uno degli asti nascenti della recitazione e quindi del firmamento hollywoodiano, a 48 anni era ormai una certezza. Certezza confermata anche per tutto il resto del decennio successivo, diventando agli occhi delle giovani leve, sia come il compianto Christopher Reeve e l’altro asto nascente, sempre del decennio 1980, Kevin Costner come il vero e proprio punto di riferimento. Ma anche in questo caso, con i titoli da ricordare, andiamo come sempre con ordine.

Superman II; Tutto una notte; Reds; Eureka; Sotto tiro; Fratelli nella notte; L’ultimo sole d’estate – Incompreso; Due volte nella vita; Due volte nella vita; Target – Scuola Omicidi; Power – Potere; l’interessantissimo ‘Colpo Vincente’; il deludente Superman IV; Senza via di scampo con un giovanissimo Kevin Costner; Boxe; Bat 21; L’ultima luna di agosto; Un’altra donna; Mississippi Burning – Le Radici dell’odio e Uccidete la Colomba Bianca. Da precisare che nel 1988 prese parte a ben cinque film. e gli anni ’90?

Lo sappiamo stiamo andando molto oltre senza commentare o comunque analizzare in maniera approfondita tali ricordi cinematografici. Ma proseguiamo ancora con questa carrellata di titoli relativi al decennio successivo: Poliziotti a due zampe; Cartoline dall’inferno; Rischio Totale; Conflitto di classe; il pluripremiato e immenso capolavoro ‘Gli Spietati’ con Clint Eastwood, Morgan Freeman e Ed Harris; Il socio; Geronimo; Wyatt Earp, nuovamente con Kevin Costner; Pronti a morire, western tutto al femminile con Sharon Stone; Allarme Rosso, con Denzel Washington; Get Shorty; Piume di struzzo; Extreme Measures; L’ultimo appello; Potere assoluto, nuovamente con Clint Eastwood; Twilight e Nemico Pubblico, con Will Smith.

Gli ultimi titoli della sua carriera? Under Suspicion; Le riserve; The Mexican – Amore senza sicura; Heartbreakers – Vizio di famiglia; Il colpo; I Tenenbaum; Behind Enemy Lines – Dietro le linee nemiche; La giuria, con il suo amico Dustin Hoffman e Due Candidati per una poltrona.

Dunque, anche se ci siamo soffermati molto sulla sua filmografia valeva la pena per aver un quadro completo per poi affrontare le lunghe considerazioni finali di questo lungo reportage. E pensare che, agli inizi della sua carriera d’attore o quando stava studiando recitazione, molti non lo consideravano neanche un vincente. Invece, tutta la sua lunga esperienza professionale è stata, proprio parafrasando il titolo di uno dei suoi film un vero e proprio ‘colpo vincente’.

Vincente come fu anche l’interpretazione dello sceriffo antagonista di Clint Eastwood che gli valse la terza candidatura agli oscar del 1993, con conseguente conquista della sua seconda statuetta. Infatti, rimanendo nell’ambito delle citazioni, di leoniana memoria, i conti, per quanto riguarda lo stesso Gene Hackman i conti non tornano; anche se si richiama il leggendario finale di ‘Per qualche dollaro in più’ con Clint Eastwood. Tre candidature e solamente due statuette d’oro? In effetti gliene manca una, quella che avrebbe dovuto ricevere qualche anno prima, nell’ultima edizione dell’Academy Awards degli anni ’80, quella del 1989 tanto per intenderci.

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