Seconda parte dello speciale interamente dedicato al mito vivente: Tom Selleck

Giustamente, con la prima parte di ieri, ci siamo soffermati sulla leggendari soundtrack dello show televisivo che gli ha donato, nel vero senso della parola, non tanto la notorietà, quanto la fama, il successo e l’opportunità di trasformarsi, senza saperlo che lo sarebbe diventato solo per quel ruolo, in un vero e proprio mito vivente; in una vera e propria leggenda, seppur del piccolo schermo.

Si, perché lo stesso Tom Selleck, per un motivo sostanzialmente logico, avrebbe di sicuro voluto che la sua carriera non venisse cristallizzata solo per un personaggio interpretato nella sua carriera. Eppure, quando le ciambelle vengono così bene è difficile scrollarsi di dosso quel ruolo che in un primo momento così pareva essere così tanto anonimo.

Esatto, usiamo questo termine, forse anche in maniera rude anche per un ulteriore motivo di cui vi terremo conto più avanti. Ma per il momento andiamo con ordine e iniziamo a raccontare la sua storia, la sua carriera, compreso quel particolare ‘sliding doors’ che non gli permise, per alcuni versi, a fare il grande salto nel cinema che conta. Nonostante che, come ricordato nella prima parte, la sua filmografia è ricca di titoli e alcuni di essi, per certi versi, sono anche considerati dei veri e propri cult movie della settima arte. Eppure, tutto questo non è bastato anche un po’ per sfortuna.

Nel gennaio del 1945, dunque, la Seconda guerra mondiale sarebbe terminata di lì a poco e Robert Dean Selleck, un investitore immobiliare, e Martha Jagger, una casalinga, stavano per avere un secondo figlio, dopo che il loro primogenito, di nome Robert, venne al mondo per allargare piacevolmente la famiglia. In quel periodo, i Selleck, vivevano nella città di Detroit, la capitale della auto americane, tanto per intenderci.

Quando Thomas Sullivan Selleck IV° nacque nessuno poteva immaginare quale sarebbe stato il suo futuro e per certi versi neanche il diretto interessato. Fin da ragazzo o anche nel periodo dell’infanzia, in base alle cronache dell’epoca, non specifico mai l’intenzione di diventare attore; non espresse mai l’intenzione di entrare nel mondo del cinema.

Non a caso, semmai vi sia capitato di dare un’occhiata alla biografia attraverso i vari siti internet che affollano la rete, si afferma che oltre ad essere, appunto, interprete, produttore televisivo è stato anche un modello e, addirittura, giocatore di pallacanestro. Dunque, bisognerebbe dedurre che quella, forse, sarebbe stata la sua vera strada in cuor suo.

La squadra a cui apparteneva era la Usc Trojans, dell’università presso il quale si era iscritto: l’Università della California del Sud. Difatti, tre anni più tardi alla sua nascita la famiglia Selleck si trasferì a Sherman Oaks dove, non solo si diplomò presso la High Grant School nel 1962, ma che iniziò a studiare economia aziendale. Fu proprio in quel momento che giunse per lui la svolta. Una svolta del tutto inattesa.

Non si sa come, forse e sicuramente avrebbe preso parte a qualche rappresentazione teatrale sempre circoscritta presso l’ateneo, che fu proprio un insegnante di teatro a suggerirgli di mollare la strada che aveva intrapreso per tentare quella più rischiosa, ma proficua, della recitazione.

Di sicuro prese parte anche a qualche altro spettacolo teatrale, per poter riflettere meglio, dopodiché, sempre le cronache dell’epoca affermano che il futuro attore lasciò, nell’ultimo anno di corso, gli studi per iscriversi alla Beverly Hills Playhouse, sotto la guida Milton Katselas.

All’inizio di questa seconda parte abbiamo fatto una precisazione forse anche troppo forzata, ovvero che nel gennaio del 1945 il secondo conflitto mondiale ancora doveva volgere al termine e che nessuno potesse immaginare quale futuro sarebbe stato per lo stesso Thomas Sullivan IV, precisando che neanche lui lo poteva sapere. A questo punto vi state chiedendo, cari lettori, perché siamo ritornati su questo punto apparentemente sconnesso dal racconto, seppur celere, della sua vita prima personale e poi professionale?

Il motivo è semplice: durante il periodo degli studi e durante il periodo in cui decise di dare una svolta alla propria vita, lasciando la facoltà di Economia Aziendale per la carriera di attore, Tom Selleck ricevette la chiamata dell’esercito americano. Si, proprio così: erano gli anni della maledetta guerra del Viet-Nam e lo stesso Selleck fu costretto a partire arruolandosi presso la Guardia Nazionale dello stesso esercito, esattamente nella Compagnia C, 1° Battaglione e 160° Fanteria dal 1967 al 1973, raggiungendo persino il grado di sergente. Dunque, per uno scherzo del destino fu anche lui un reduce di quel maledetto conflitto.

Perché mettere l’accento su questo punto? O comunque soffermarsi in maniera leggermente approfondita proprio su questo dettaglio? Beh, pensiamo che l’avete capito e che fra non molto ci ritorneremo.

Nel frattempo, Tom incominciava ad apparire sia sul piccolo schermo che grande schermo. il doppio esordio avvenne tra il 1969 ed il 1970 con titoli come: Il caso Mura Breckinridge; I 7 minuti che contano; La battaglia di Midway e Coma Profondo. questi almeno per la settima arte. E la tv?

Per quanto riguarda il tubo catodico si annoverano: Lancer; Al banco della difesa; Bracken’s world; Febbre d’amore; The F.B.I.; Difesa a oltranza; Marcus Welby; Mannix; Sulle Strade di San Francisco; Squadra Most Wanted; Charlie Angel’s; Taxi e Agenzia Rockford e fermiamoci qui. Poniamo l’attenzione su quest’ultimo titolo della famosa serie interpretata dal leggendario James Garner, nei panni del protagonista: Jimmy Rockford, per l’appunto.

Tale protagonista era un investigatore privato che viveva su una roulotte che si affacciava sull’oceano e guidava una Pontiac Firebird marrone del 1974. Ecco, Tom Selleck in tutto questo cosa c’entra? Ebbene, il futuro protagonista della serie che sarà ambientata nelle Hawaii prenderà parte ad alcuni episodi in cui interpreta proprio un investigatore privato, concorrente del protagonista, senza ancora gli iconici baffi e fu proprio questo ruolo a convincere Donald P. Belisario ad affidargli la parte da protagonista nel set che fu di un altro show televisivo: l’originale Hawaii Five O.

Originariamente questa serie televisiva venne prodotta tra il 1968 e il 1980, ripresa poi nello stesso anno in cui prese il via Blue Bloods, quindi quindici anni fa per un fortunato reboot. Coincidenze, non credete?

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