Terzo appuntamento con la serie di articoli interamente dedicata alla storia di Pino Daniele
Da dove iniziare a raccontare questa storia? Si, perché adesso si fa sul serio. Adesso, in questo terzo appuntamento con Pino Daniele, la miscela dei fatti, degli eventi e dei dettagli relativi alla sua vita, sia personale e sia professionale, legati alla musica, alla sua musica e dunque, alle sue canzoni sarà inevitabilmente e finalmente esplosiva. Dunque, i suoi brani terranno banco già da oggi? E soprattutto quali? Con quella prima raccolta di inediti con la quale esordì definitivamente ed ufficialmente quasi cinquanta anni fa? Tra l’altro tra la sua data di nascita, 19 marzo del 1955 e il 1977, l’anno di pubblicazione di ‘Terra Mia’ c’è un abisso temporale di ben 22 anni, mese più o mese meno.
Dunque, se le sue canzoni terranno ovviamente banco quale sarebbe il momento più opportuno dal quale iniziare tale racconto? Partendo dal presupposto che cercheremo di non saltare nessun passaggio, almeno, fondamentale, della sua esistenza, anche e soprattutto professionale. Potremmo esordire da quel lungo anno che si estende dall’aprile del 1976 e che arriva al luglio dello stesso 1977? Non è un periodo casuale, anzi. Sono i tredici mesi in cui, presso lo studio quattro uno di Roma, venne registrato il suo primo disco. Ma lo ammettiamo: siamo già troppo avanti.
Quindi nel narrare la leggendaria esistenza di Pino Daniele sono tre i passaggi fondamentali sulle sue origini e dalle quali non si può prescindere. Origini che non riguardano solamente le sue radici, dichiaratamente campane, napoletane come logico che sia. No, si tratta di origini musicali e che non attengono solamente alla sua terra natia ma anche da quel derivato di altre culture delle sette note; quel linguaggio e sound proveniente da una terra affascinante e, in determinati luoghi, con una storia non sempre facile da ricordare e da analizzare ma con tanti talenti che hanno fatto parlare di loro, lasciando un solco profondo tra un prima e un dopo.
I nomi non ne facciamo in questo momento, non ce li giochiamo subito, magari ci potranno servire più avanti. Basta menzionare solo due generi musicali che hanno gravitato nella vita di Pino Daniele: il rock e il blues, qualcuno lo definisce anche il rhythm and blues. Sempre quel qualcuno inizierebbe a chiedersi cosa mai potrebbero centrare questi due stili musicali con la musica napoletana? La risposta più logica e più ovvia sarebbe: niente. Non hanno nessuna attinenza l’una per l’altra, eppure Giuseppe Daniele, in arte Pino, è riuscito nell’impossibile, nell’imponderabile.
È riuscito nella particolare e spettacolare missione di realizzare la perfetta fusione tra generi che sono, tra loro e non solo dal punto di vista dello stile, ma anche e soprattutto di cultura, di storia e di tradizioni, totalmente all’antitesi l’uno dell’altro. In fondo, gli Stati Uniti d’America hanno sempre ispirato nel bene o nel male la storia recente ed era naturale che con le arti avrebbero fatto altrettanto. Le sette note, d’altronde, sono state una delle strade maestre in tal senso, considerando il fatto che, come abbiamo ricordato qualche speciale fa, che lo stesso Rock è comunque la fusione tra il blues e il country. Eppure, nessuno avrebbe mai immaginato che in uno dei tanti caratteristici vicoli di Napoli avrebbe preso il via una delle storie più interessanti della musica moderna.
Soprattutto, però, a che ora avrebbe incominciato a materializzarsi nella realtà di tutti i giorni questa storia? era la controra di quello che doveva essere un anonimo sabato di quasi fine marzo, il giorno 19 marzo del 1955. In quel primo pomeriggio Giuseppe Daniele, più avanti si farà conoscere con il diminutivo di Pino, venne al mondo in un sottoscala di un palazzo di una strada, sarebbe meglio dire di un vicolo, che oggi è conosciuto con il nome di Francesco Saverio Gargiulo, un giurista sorrentino.
Eppure, già da questi primi dettagli, pochi ma pregnanti di significato e di storia, bisogna già fermarsi e andare con ordine. il motivo è semplice: la storia di Pino Daniele è legata, indissolubilmente, a quella di Napoli e in modo diretto come logico che sia e nonostante proponesse, attraverso le sue canzoni, sonorità tipicamente americane era indubbio che i testi dei suoi brani fossero ispirati dalla realtà di tutti i giorni, da piccoli dettagli e tradizioni che riguardavano anche la sua stessa famiglia. In poche parole, a tutto ciò che lo circondava. Per esempio, tornando al momento della sua nascita, la cosiddetta controra, meglio conosciuta anche come il termine di ‘meridiana’, lo stesso Pino Daniele, anni più tardi scriverà un brano dal titolo ‘Bella ‘mbriana’; dettaglio che andremo ad ampliare più avanti, nei prossimi appuntamenti.
Questo, però, non sarà l’unico esempio, si pensi anche all’intero disco del 1985 e di cui fra non molto si celebreranno anche i quaranta anni dalla pubblicazione, dal titolo molto evocativo ‘FerryBoat’. Evocativo per la stessa vita di Pino Daniele ma di questo ve ne parleremo più avanti. Dunque, la città di Napoli trasuda di storia: ogni palazzo, ogni vicolo, specialmente quello più caratteristico ogni strada, ogni quartiere, ogni panorama. Si, anche questo particolare è ricco di storia.
Dicevamo, quindi, che Giuseppe Daniele nasce a via Francesco Saverio Gargiulo; una strada che un tempo era conosciuta come uno dei tanti vicoli del quartiere di Santa Chiara, dove è stata eretta l’omonima chiesa. Originariamente tale strada si chiamava via Foglia Santa Chiara. Era figlio di un operaio portuale. Non a caso la zona in cui è nato è anche identificata come il quartiere del Porto.
Giuseppe Daniele era il primo di sei figli e come in tutte le classiche storie e leggende legate ai primi anni di vita di un qualsiasi altro grandissimo artista, anche la sua famiglia viveva in condizioni di povertà. Suo padre, dunque, era un lavoratore a medaglie. Nel senso che attendeva che le navi attraccassero sul porto per scaricare la merce appena arrivata e ogni volta che sentiva il suono dell’arrivo di una qualsiasi nave lasciava ogni cosa che stesse facendo per procurarsi il denaro per mantenere la sua famiglia. Ma questo è solo uno dei tanti dettagli, aneddoti e coincidenze che hanno caratterizzato non solo la sua formazione musicale, ma soprattutto quel crossroads che fa parte della genesi stessa del mondo di Pino Daniele, ma tutto questo lo continueremo a raccontare martedì prossimo…