Il debutto dopodomani 16 gennaio a Napoli

Il regista e attore Vincenzo Pirrotta torna sulle scene con un nuovo e ambizioso spettacolo, “Prigioni”, che debutterà in anteprima assoluta al Teatro Mercadante di Napoli il 16 gennaio. Si tratta di un’opera che esplora i tormenti e le costrizioni interiori attraverso un linguaggio teatrale innovativo. Tra i protagonisti di questa intensa rappresentazione figura Filippo Luna, noto al grande pubblico per il suo ruolo del Vicequestore Giacomo Randone nella serie “Makari”.

Luna, nato a San Giuseppe Jato, ha alle spalle una carriera variegata e prestigiosa. Dopo il diploma nel 1992 all’Istituto Nazionale del Dramma Antico di Siracusa, ha coltivato il suo primo amore, il teatro, debuttando nel cinema con “Nuovomondo” nel 2006. Ha lavorato in produzioni come “La matassa”, “La trattativa”, e “Una storia senza nome”. Sul piccolo schermo ha recitato in serie di successo come “Il Commissario Montalbano”, “Squadra Antimafia 2”, “Maltese”, e “La mafia uccide solo d’estate”.

In un’intervista recente, Luna ha condiviso le sue riflessioni su “Prigioni” e sul suo legame con Napoli. “Debutto a Napoli alla fine della mia formazione teatrale. Tornare qui con Prigioni è una gioia immensa. Napoli è una città rigogliosa, ricca di teatri e di un pubblico vario e appassionato”, ha dichiarato. Luna ha poi raccontato l’emozione di calcare le storiche tavole del Teatro “San Ferdinando”: “È come entrare nella storia. Il teatro conserva le tracce di Eduardo De Filippo e delle personalità che hanno reso grande il teatro napoletano. Ogni angolo, dal foyer ai pali di legno sotto il palco, respira della loro memoria. Camminare in quei luoghi è un viaggio nel tempo e una celebrazione del teatro eterno”.

Parlando dello spettacolo, l’attore ha spiegato: “Prigioni è un testo corale e complesso. Non si parla di prigioni fisiche, ma di quelle dell’anima. Le storie che si intrecciano raccontano calvari personali, in un percorso che costringe il pubblico a riflettere sui mali contemporanei, dalla violenza alla follia. Alcune storie sono ispirate alla cronaca, il che rende lo spettacolo ancora più attuale. Abbiamo lavorato in modo approfondito, esplorando ogni personaggio e la loro interiorità. In particolare, il mio ruolo è quello di un cardinale”.

Alla domanda sulle sue prigioni personali, Luna ha risposto con profonda introspezione: “Non mi sento imprigionato. Il privilegio di fare ciò che amo mi rende libero. Attraverso il mio lavoro, esorcizzo le mie insicurezze e nutro la mia libertà. Il teatro per me è uno strumento di esplorazione e di liberazione, un modo per affrontare le paure”. Ha poi aggiunto: “È importante che il teatro affronti temi contemporanei, oltre a preservare i classici. Questo è il suo ruolo essenziale”.

Luna ha anche sottolineato l’importanza di attrarre i giovani a teatro: “So che molti giovani saranno in platea, e questo mi riempie di gioia”. Sulle sfide post-Covid, l’attore ha osservato: “La pandemia ha rappresentato una battuta d’arresto per il nostro mondo. Ci ha costretti a fermarci. Il teatro è cambiato e, purtroppo, la tradizione rischia di essere trascurata. Eppure, vedere giovani talentuosi avvicinarsi con passione fa ben sperare”. Luna ha poi espresso una nota di speranza: “Credo che il teatro debba continuare a essere un luogo di artigianalità e trasmissione della tradizione. Solo così potrà mantenere viva la sua essenza”.

Infine, sul suo legame con “Makari”, ha detto: “Questo progetto mi ha dato tanta notorietà e la possibilità di esplorare luoghi meravigliosi della mia terra, la Sicilia. Il Vicequestore Randone è un personaggio al quale sono molto legato e spero che continui a vivere e a divertire. Mi auguro possa continuare”. “Prigioni” promette di essere un viaggio emozionante e profondo, un’occasione imperdibile per riflettere sulle prigioni dell’anima e sulle ombre del tempo, attraverso il talento del cast e la visione di Vincenzo Pirrotta.

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