‘La grande storia di Bruce Springsteen’ è la biografia realizzata da Gianni Scognamiglio e Paola Jappelli

Nove capitoli in 280 pagine o giù di lì. Nove capitoli ben strutturati, organizzati e, elemento non tanto scontato da considerare, sviluppati con un linguaggio semplice, diretto, senza paroloni o espressioni difficili o quantomeno pleonastiche e che arriva dritto dove deve arrivare: al cuore di ogni fan del Boss, in modo da poterlo incollare al libro dalla prima fino all’ultima pagina; per far in modo che nessun dettaglio deve essere perso. Nove capitoli che presentano, nel loro piccolo, un’identificazione particolare e non può essere da meno.

Titoli non proprio selezionati a caso o tanto per buttare giù qualcosa. Ve li facciamo scoprire come una tracklist di un disco o di un ‘Best of’ da tenere a mente: American Land, Blinded By the Light, Growin’ Up, Il futuro del Rock’N’Roll, Glory Days, A change is gonna come, Come on Rise Up, Long Walk Home e Rock of Ages.

Come abbiamo detto non sono titoli scelti a caso, tanto per abbellire un volume che alla base è già interessante già di suo. È il frutto di un lavoro ben preciso, pensato, organizzato, sviluppato, magari visto e rivisto un centinaio di volte prima di apporre la parola ‘fine’ a questo lavoro pubblicato giusto l’anno appena trascorso.

Di sicuro avrete notato, cari lettori e sicuramente tra di voi c’è anche qualche spingsteeniano della buona ora, che alcuni capitoli, che alcune partizioni di questo grande racconto, sia di vita che musicale e che rappresenta il sogno americano nella sua essenza, sono nominati con il titolo di alcune canzoni del Boss, contemplate nei suoi primi dischi e non solo.

Per esempio, ‘American Land’ è inserita nel Peter Seeger Session del 2006; mentre le stesse Blinded Light e Growin’ Up risalgono, per quanto riguarda la data ufficiale della pubblicazione, al 5 gennaio del 1973. Invece il titolo del quarto capitolo ha un sapore diverso, più oggettivo si potrebbe dire.

Nel senso che quella parte della sua vita professionale. Quella rappresentata dai primi due long play, entrambi usciti nel 1973, lo ha portato ad essere riconosciuto come il possibile nuovo Bob Dylan. Chi conosce molto bene la sua discografia, quelle prime canzoni, non sono improntate o contraddistinte dalla classica carica rockeggiante proprio a partire dal terzo album, quello di cinquanta anni fa e intitolato ‘Born To Run’, ma semmai più folk. Tale etichetta, di nuovo Dylan, allo stesso Boss non piaceva più di tanto e fece di tutto per liberarsene.

Alla fine, come sappiamo, ci riuscì. Nel capitolo ‘Glory days’, che è anche il titolo di una famosa canzone inclusa nel leggendario ed iconico 33 giri ‘Born in The Usa’ del 1984, racconta proprio quella sorta di passaggio tra i due ‘Born’, diciamo così. ‘Il nato per correre’ e ‘Il nato negli Stati Uniti d’America’. Ma dire quale sia la migliore raccolta di canzoni inedite fra quei due periodi non ci sembra, al momento, la sede e l’occasione giusta e, per molti versi, neanche ‘La Grande Biografia di Bruce Springsteen’ casca in questa trappola; perché lo scopo primario di Paola Jappelli e di Gianni Scognamiglio è quello di omaggiare il cantante italo-americano.

È vero, abbiamo saltato un capitolo nell’analisi: quello intitolato ‘Il futuro del Rock’n’roll’. Non lo abbiamo fatto di proposito, ma in fondo il titolo precedente richiama molto di più questa fase di passaggio ed è anche vero che nella parte numero 4 di questa biografia c’è tutta la fase dell’inizio della consacrazione. Una consacrazione durata per ben nove anni: a partire, proprio dal 1975, fino ad arrivare al 1980. E in mezzo: altri quattro album come il meraviglioso ed irripetibile ‘Darkness the edge of town’, del 1978; The River, del 1980, e Nebraska, di due anni più tardi.

Forse la struttura in nove capitoli dipende anche da questo dettaglio? Forse sì o forse no. Sta di fatto che i successivi due capitoli, ‘A change is come’ e ‘Come on Rise Up’, delineano meglio il percorso del boss dopo i fasti degli anni ’80. In effetti, già dopo 1987, con il disco intitolato ‘Tunnel of love’ qualcosa nella sua band storica, la E-Street Band, qualcosa non inizia ad andare come dovrebbe. Nulla di grave, visto che si ritroveranno anni dopo nel simbolico ‘The Rising’, fortemente ispirato alla tragedia dell’11 settembre del 2001.

Gli ultimi due capitoli, ‘Long Walk Home’, brano del 2009, ‘Rock of ages’ completa il racconto di una storia che, pensandoci bene, deve ancora finire; che è, dunque, ancora ben lontana dal terminare e la nostra pubblicazione di questa recensione, nella sua essenza, è mossa anche da un altro motivo ben preciso che, all’inizio della prima parte, non abbiamo mai e poi mai specificato.

Se il 2024, per lo stesso Boss, è stato fondamentale per due ordini di ragioni: il quarantesimo anniversario di Born In the Usa e per i suoi 75 anni. Il 2025 appena giunto da dieci giorni ci sta avvicinando ad altri anniversari legati a lui. in primis al cinquantesimo anniversario della pubblicazione di ‘Born to run’, il disco della svolta; il disco di quella che potrebbe essere considerata la prima consacrazione della sua carriera, prima di quella definitiva.

Non solo, si celebrano anche i quarant’anni del suo primo disco live: 1975/1985, per non dimenticare anche i trent’anni di ‘Secret Garden’ e forse non esageriamo nel considerarla la più bella ballata sentimentale mai scritta e realizzata. Non solo in temini di sound, ma anche in termini di prosa e parole. E per quanto concerne ciò che verrà?

Il suo futuro è imminente in questo nuovo anno che si è affacciato da poco e c’è un’unica parola per descrivervelo e presentarvelo: concerti, concerti e concerti. Come una sorta di mantra, dal quale non si può prescindere. Le date che interessano noi sono quelle organizzate e già stabilite per il capoluogo lombardo, in quel di Milano.

E a Napoli? Nella sua terra di origine? Per il momento non è dato saperlo o che comunque non è giunta alcuna notizia di ciò. C’è solo da dire che la storia, la sua grande storia ancora deve terminare e chissà che un domani sia Paola Jappelli e Gianni Scognamiglio, realizzeranno il seguito di questa bella biografia?

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