Mancano ormai poche ore a quello che sarebbe stato il suo 90° compleanno

Ci sembra un’ovvietà quello che stiamo scrivendo, in apertura della quarta parte del reportage interamente dedicato a Sua Maestà, il Re del Rock, Elvis Presley: anche questa volta non siamo riusciti a dire tutto. d’altronde è una vera e proprio missione davvero impossibile e per un semplice motivo che ha una base, nella sua essenza, molto logica: è completamente impossibile raccontare quelli che avrebbero dovuto essere 90 anni di percorso esistenziale, di cui 70 anni da stella incontrastata nella musica.

Come tutti sappiamo la sua vita terminò a 42 anni e chissà se non fosse mai scomparso quella notte di metà agosto se fosse riuscito a mantenere il proprio scettro da anni. Chissà. Ce lo chiediamo spesso. E questa è una di quelle domande che potrebbero tranquillamente sfociare nella retorica o nel ricordo forzato, fondato su quello che poteva essere e che invece non è mai stato. eppure, la curiosità sorge spontanea, come diceva il grande Antonio Lubrano.

Sorge, perché entreremmo nella dimensione mai esplorata nella realtà, quella della ‘Fanta musica’. Provate a pensare se il Re del Rock fosse sopravvissuto a sé stesso e avesse avuto il tempo di misurarsi con gli artisti e musicisti che sarebbero usciti dopo di lui.

Pensate che già verso i suoi ultimi anni stavano uscendo e affermandosi il futuro Re del Pop Michael Jackson, i Queen con Freddie Mercury, Bruce Springsteen, il quale sarebbe diventato il ‘Boss’ della musica mondiale e tanti altri ancora; tanti altri con i quali avrebbe di sicuro cercato di primeggiare ugualmente, senza mai togliere la possibilità ad uno di loro di duettare con lui.

Ecco, con che cosa intendevamo con l’espressione ‘Fanta musica’, questa particolare situazione che nella storia della musica non si è potuta realizzare. Considerando che tutti i nomi fino adesso menzionati e non sono cresciuti grazie a lui, con la sua musica. Ma in fondo, però, questa quarta e penultima parte del reportage la potremmo intitolare, addirittura, ‘A modo mio’, ‘My way’. Questa espressione è in realtà è il titolo della celebre canzone che Frank Sinatra pubblicò nel 1969. Elvis Presley, all’inizio, non era propriamente convinto e dovette lavorarci sopra per sentirla propria. Non a caso fu aggiunto un verso nella parte finale rispetto al testo originale: the record shows I took the blows and did it my way.

Ma perché questo titolo in questo penultimo appuntamento? Forse per dire che Elvis Presley, di fatto, se né andato a modo suo? Vivendo forse non proprio come egli stesso desiderava nonostante ciò che era stato e conquistato in vita? Si è sempre sostenuto che la troppa fama uccide o forse il tutto era dovuto ai ritmi troppo stressanti a cui era sottoposto. Se fosse così lui sarebbe il Re e potrebbe decidere di riposarsi quando non si sentiva di cantare. Però non andò così, non poteva sottrarsi, come abbiamo già visto nella terza parte di ieri.

Era diventato una macchina per fare soldi, non più il ragazzo con la chitarra che incantò l’America negli anni ’50 con una canzone non sua nel lontano 1954. Era diventato qualcos’altro che forse nemmeno lui sperava di uno diventare mai: l’ombra dell’uomo che fu prima della fama, prima della gloria, quella eterna. Quella già conquistata in vita.

Si è sempre sostenuto che quando si verificano situazioni del genere la figura dell’uomo ne esce sempre indebolita, rimanendo schiacciata da tutto ciò che sta intorno a lui. e allora cosa ha veramente schiacciato l’uomo, l’essere umano Elvis Presley di cui tutti quanti si erano dimenticati?

Diciamolo chiaramente, il Re del Rock non veniva visto come un uomo come uno pari alla gente comune, nemmeno dai comuni mortali stessi. Era una divinità scesa dal cielo, apparsa all’improvviso per poi scomparire quando nessuno se lo aspettava. Nonostante il suo fisico fosse completamente mutato nel giro di due anni. A partire dal 1975, giusto cinquanta anni fa, quel qualcosa che non andava nella psiche di Elvis incominciò a far molta presa purtroppo.

Ma cos’erano questi demoni che lo tormentavano? Il peso del suo incredibile successo? Che non poteva gestire la carriera come voleva lui? Beh, forse questo potrebbe essere una conseguenza di quello che poi gli è accaduto. O ancora: la morte della madre a cui era legatissimo e che, per uno strano scherzo del destino, avvenne a 42 anni. Stessa età in cui anche Elvis se ne andò lasciando tutti quanti di stucco. La presenza oppressiva della famosa e cosiddetta ‘Memphis Mafia’, ovvero le sue guardie del corpo che non lo perdevano di vista nemmeno un minuto?

A dire la verità lo persero di vista eccome quella maledetta notte. Ma sappiamo anche che, in questo penultimo appuntamento con il Re del Rock, non basta quello che stiamo dicendo, quello che stiamo ricordando, analizzando, celebrando, raccontando. Come abbiamo detto all’inizio di questa parte è impossibile riportare tutto. come, per esempio, secondo quello che si dice, dei festini in cui partecipavano delle minorenni e che una di queste divenne sua moglie da cui nacque Lisa Marie, morta qualche anno fa. No, non basta, come non basteranno neanche gli altri appuntamenti che gli dedicheremo, slegati da questo reportage.

Da quell’anno erano trascorsi ben 23 anni da quel magico 1954 e la mattina del 16 agosto del 1977 Elvis Aron Presley venne rinvenuto in fin di vita nel bagno nella sua villa a Graceland intorno alle 1.30 pomeridiane, dopo che lo stesso si era chiuso all’interno con un libro quattro ore prima. La notizia si sparse talmente in fretta che, nel giro di qualche ora, si erano raggruppate quasi ottantamila persone davanti alla villa del cantante.

In verità il racconto dovrebbe finire qui ma la sua leggenda, il suo mistero e molto probabilmente la sua seconda fortuna inizia proprio dalla sua morte; inspiegabile per alcuni, troppo misteriosa per altri. Il giorno stesso in cui si sparse la voce della sua scomparsa all’aeroporto di Memphis videro un uomo identico a lui acquistare un biglietto per il primo volo diretto in Argentina. Anni dopo si è scoperto che a Memphis all’epoca un aeroporto non esisteva ancora.

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