Il prossimo 8 Gennaio per il Re del Rock sarebbero state 90 candeline

Ripartendo da ‘Blue Moon of Kentycky’, quest’ultima canzone non ha mai avuto la stessa valenza in relazione alla leggenda che comunque non può mai essere dimenticata di ‘That’s all right Mama’: quando la canzone passò per le radio si disse, in quel momento, che ad ascoltarla c’era anche un anonimo operario afroamericano nella città di Gary, nello Stato dell’Indiana.

Il suo nome era Joe Jackson e Joe, anni prima, aveva provato a sfondare nel mondo della musica ma senza successo. Sentendo quelle note, sentendo quel ritmo e soprattutto sentendo quella voce si diede coraggio promettendosi che la musica sarebbe dovuta rientrare nella sua vita.

Questa sua voglia di rimettersi in gioco fu determinata da una convinzione errata: la voce di Elvis Presley era talmente particolare che tutti, in quel preciso momento, lo scambiarono per un nero. Infatti, lui era un bianco con la voce da nero. L’operaio Joe, quattro anni più tardi, divenne padre di un altro futuro sovrano della musica: Micheal Jackson, il Re del Pop. Ma questa è un’altra storia della musica che vi abbiamo raccontato tante volte a FreeTopix Magazine.

Tornando alla cover della versione originale di Cudrup, comunque, nulla fu più come prima nel mondo delle sette note. Con Elvis la barriera tra la musica bianca e quella nera venne abbattuta definitivamente. Si scoprì, poi, che da ragazzino, Elvis, non si creava tanti problemi ad andare ad ascoltare artisti neri proprio nei loro quartieri della città. Non solo, essendo nato a Tupelo, la sua casa natia era situata molto vicino ad una zona riservata agli afroamericani.

Come in tutte le storie leggendarie anche quella di Elvis inizia nella povertà. La madre, Gladys ‘Love’ Presley, faceva lavori precari. Ciò valeva anche per il padre, Vernon, che a Tupelo svolgeva lavoretti saltuari e nel settembre del 1948 decise, con la famiglia, di andare a vivere a Memphis per trovare qualcosa di meglio.

Trascorsero diversi anni ancora e di voglia di studiare il giovane Presley non è che ne mostrava tanto; anzi quasi nulla. Ma la musica era sempre presente. La udiva per radio e nella chiesa che i suoi frequentavano: la Chiesa Evangelica delle Assemblee di Dio.

Prima del trasferimento, esattamente due anni prima, Elvis Presley ricevette in regalo una chitarra, dalla quale non si staccò mai più. Tre anni dopo quel dono, Elvis incominciò a fare le prime apparizioni durante le feste e fiere. In una di esse si piazzò addirittura secondo. La notizia non è tanto questa, quanto il fatto che si piazzò alle spalle di un tipo di cui le cronache non riportano nemmeno il nome, perdonateci l’ironia.

Dunque, ritornando alla sua prima pubblicazione di quel 5 luglio del 1954, come abbiamo già specificato Sam Philips non gli fece solamente registrare la canzone di Crudrup, ma anche un altro pezzo come completamente del suo primo 45 giri. Da quel momento in poi la stessa vita, sia personale che pubblica di Elvis Presley, cambierà totalmente. Anche per lui c’è un prima ed un dopo. Un prima che, forse, non abbiamo ancora approfondito a dovere.

In effetti, rimanendo nell’ambito del suo esordio, come detto, il giovane Elvis, per dare una mano dal punto di vista economico a casa, trovò lavoro come camionista. La leggenda o la fortuna volle, fate voi cari lettori, che Presley doveva consegnare dei pezzi di ricambi in uno stabilimento proprio di fronte alla casa discografica, la Rca Records, dove tutto avrà inizio. Secondo alcuni si è addirittura ipotizzato, nel cogliere l’occasione di incidere un suo disco, di fare un regalo di compleanno a sua madre.

Nonostante questo dettaglio, secondo molti questa possibilità sarebbe alquanto improbabile e per un semplice motivo già sottolineato in precedenza: la famiglia del futuro Re del Rock era talmente povera che non poteva permettersi neanche il denaro per compare un giradischi. Alla base, inoltre, ci sarebbe anche un altro motivo e anche questo non molto lontano dalla realtà: Elvis Presley quando effettuò tale registrazione si era, appunto, nel periodo estivo. Il compleanno di Gladys cadeva il 25 di aprile, ovvero in primavera. Però, noi, potremmo anche aggiungere che ci poteva stare anche come regalo tardivo visto come il cantante ci tenesse per la madre.

Dopo il 1954 la carriera Elvis andava consolidandosi sempre più. La sua forza, la sua carica fu come un’onda che travolse tutto in poco tempo. I successi come ‘Jailhouse Rock’, ‘Heartbreak Hotel’, insieme a ‘Good Rockin Tonight’ e ‘Baby let’s play house’ permisero ad Elvis Presley di apparire nelle prime classifiche sia per musica country e sia per quanto riguarda quelle dedicate al ‘Rythm and blues’. Ciò significa quanto abbiamo detto in precedenza, che il futuro Re del Rock aveva abbattuto i confini tra bianchi e neri.

Oltre tutto proprio per la sua caratteristica naturale del suo timbro vocale, più vicino ad un afroamericano che ad un bianco, lo mise, addirittura, sotto una cattiva luce: venne accusato da alcuni ambienti conservatori di aver violato la segregazione ancor prima di pubblicare nelle radio e, forse, di averla violata e abolita ancor prima delle sentenze della Corte Suprema sul tema dopo l’iniziale rivolta pacifica della comunità afroamericana in quegli anni. Infatti, secondo la leggenda fu proprio la comunità nera a difenderlo, apprezzando il fatto che un bianco aveva miscelato, diciamo così, la musica bianca e la musica nera, valorizzando entrambi i generi.

Elvis, però, andò oltre. Attraverso il suo stile musicale fece un’operazione, di mero omaggio, alla tradizione musicale napoletana. Quella considerata classica, per non dire prettamente storica. Ne sono un fulgido esempio brani come ‘Surrender’ e ‘It’s now or never’, le quali corrispondono rispettivamente a ‘Torna a Surriento’ e ‘O sole mio’. Pubblicate tra il 1960 ed il 1961.

Brani in cui il Re del Rock dette sfoggio delle sue qualità vocali, confermandole attraverso un sound prevalentemente partenopeo e che, per la maggior parte, diventa un tutt’uno con il ritmo più vicino al country. Eppure, sarebbe urgente una mera precisazione. Molte delle sue canzoni, molte delle sue creazioni musicali non sono proprio farina del suo sacco. Intorno a lui c’erano persone che gli scrivevano i testi o che comunque componevano le migliori melodie o i ritmi più sfrenati per tenerlo sempre sulla cresta dell’onda. Ciò non significa che lo stesso Elvis, personalmente, non abbia mai e poi mai composto una canzone di suo pugno, anzi il contrario.

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