Primo di una lunga serie di appuntamenti interamente dedicati al grande cantautore partenopeo scomparso dieci anni fa e che quest’anno avrebbe compiuto 70 anni

Ci sono speciali particolari, quelli che non puoi fare a meno di realizzare per celebrare e ricordare l’impossibile per quanto è avvenuto in una determinata circostanza. Si potrebbero pubblicare, alle volte, anche in duplici periodi dello stesso anno; in fondo ci sta se un qualsiasi personaggio di un certo spessore se ne va sul più bello nell’anno in cui sta per festeggiare un traguardo importante della sua esistenza, come potrebbe essere un compleanno, tanto per esser precisi. In effetti, a qualcuno è andato anche meglio, si fa per dire ovviamente: gli è riuscita la ‘mandrakata’ di nascere e morire il giorno del suo stesso compleanno. Quasi cinque anni fa si disse che Gigi Proietti si fosse permesso il lusso di imitare nientepopodimeno ché Shakespeare.

Purtroppo, chi ci andò vicino fu anche il compianto Pino Daniele il quale, quattro giorni più tardi a quella che fu la sua ultima apparizione alla trasmissione evento, ‘L’anno che verrà’, per la notte del 31 dicembre 2014 – 1° gennaio 2015, decise di realizzare, stranamente, le sue volontà scritte in un testo qualche anno prima, in cui affermava di volersene andare durante i giorni della Befana con il Vesuvio imbiancato. E così fu. Proprio in quei giorni di fine anno la neve si fece largo nella regione Campania facendo trascorrere una fine di anno molto, ma molto particolare.

Pino Daniele in quel 2015 avrebbe spento sessanta candeline e, i suoi sei decenni, li avrebbe festeggiati, ufficialmente, il giorno 19 marzo, Festa del Papà e di San Giuseppe, proprio il giorno, a sua volta, di onomastico e compleanno. Sarebbe dovuto accadere questo se in quella maledetta notte tra il 3 ed il 4 gennaio, appunto del 2015, la sua folle corsa, per salvarsi la vita, non sarebbe stata troppo allungata per un infarto che lo colse all’improvviso. Una corsa che poteva terminare nella prima struttura ospedaliera vicino casa sua e che si protrasse fino a Roma.

Il motivo fu semplice ma fin troppo azzardato: nella capitale c’era il medico che conosceva molto bene la situazione del cantautore partenopeo e in quella notte si cercò in tutti i modi di raggiungerlo ma il grande Pino Daniele, nella prima città d’Italia, ci arrivò, purtroppo, privo di vita e la notizia si sparse nel cuore della notte quasi nell’immediato scioccando tutta l’Italia.

In fondo, si sapeva del suo problema di salute, lo stesso che venti anni prima si portò via il suo amico più caro Massimo Troisi, il 4 giugno del 1994. Il punto, però, era anche un altro: è che il cantante, giusto quattro sere prima e come abbiamo ricordato in apertura di questa prima parte di questo reportage, si era esibito al veglione di fine d’anno andato in onda sulla rete ammiraglia, condotto dall’attore Flavio Insinna.

I vicoli della sua città natia, Napoli, si svegliarono facendo diffondere le note delle sue canzoni più celebri. Questa non è una leggenda metropolitana, ci sono dei video caricati su Youtube che testimoniano tale fatto. Inoltre, circolarono anche delle vignette sui social, sulle prime chat come Facebook e whatsapp in cui erano stati disegnati, alla velocità della luce, Pino Daniele accolto in paradiso da Massimo Troisi con una frase eloquente: Ossaje cumm fa o’ core; immaginando il modo più dolce il suo ingresso nel regno dei cieli con il suo amico ad attendere il suo arrivo, non proprio sorprendente.

Da quella maledetta notte, come fa il cuore, ormai lo sappiamo tutti. In quel 4 gennaio di dieci anni orsono la città di Napoli perse non uno dei suoi migliori musicisti, semmai perse quello più rappresentativo di una determinata epoca musicale e che ha portato la stessa immagine della città al di fuori di alcune concezioni, concezioni fortemente legata anche al mondo delle sette note, miscelando non tanto due stili diversi di musica, completamente all’antitesi tra loro, semmai unendo per sempre due mondi o due universi, come meglio preferite, totalmente diversi, eterogenei che nessuno pensava di poter, seppur lontanamente, realizzare questa perfetta miscela esplosiva.

La sua storia, quella dello stesso Pino, avrebbe inizio, ormai come tempo passato, settanta lunghi anni fa. E credeteci, cari lettori, raccontare settanta anni di una persona, considerando, comunque, che una quarantina gli ha trascorsi producendo capolavori musicali non particolarmente semplice. In tutto questo ci sarebbero due date da tener a mente.

La prima, come logico che sia, è la data di nascita che, ripetiamo, è il 19 marzo del 1955. La seconda, invece, risale ad un’epoca musicale di alto fermento ideativo ed innovativo e che, per certi versi, per la città ai piedi del Vesuvio, faceva rima con ‘Neapolis Power’.

La rivoluzione delle radio libere, la possibilità, nel vero senso del termine, di sperimentare diversi tipi di sound e quindi diversi tipi di stili musicali provenienti, per la maggior parte, dagli Stati Uniti d’America, fece si che Giuseppe Daniele, questo il suo vero nome anagrafico si facesse trasportare da questa particolare atmosfera.

Un’atmosfera che divenne ufficiale, per lui, il 2 novembre dell’anno 1977 quando, nel bel mezzo dei suoi primi anni musicali esordì in una delle tante radio libere che imperversavano in quel periodo in tutto lo stivale: Radio Sound, una piccola stazione radiofonica ubicata nel quartiere Eur, vicino alla fermata della metropolitana; almeno secondo le nostre informazioni.

Quella sera, Pino Daniele, intonò tutte le canzoni, in totale versione acustica, i brani di quello che è di fatto il suo disco d’esordio: Terra Mia, pubblicato verso la fine di quello stesso anno.

Eppure, ci dobbiamo fermare prima di iniziare a raccontarvi, seriamente, questa lunga storia di musica, questa sorta di retrospettiva che parte nei vicoli caratteristici della città più bella del mondo, per poi giungere al Profondo Sud degli stessi Stati Uniti d’America. e qualcuno, giustamente, si chiederà, che c’entrerà mai tutto questo? Che collegamento sussiste? Beh, non capita tutti i giorni di miscelare due stili di musica e due generi praticamente all’antitesi tra loro.

Senza dimenticare che, dopo dieci anni esatti, dalla sua improvvisa scomparsa, Pino Daniele è tornato a far sentire la sua voce. Qualcuno dice direttamente dell’al di là, qualcun altro, invece, dice grazie a quella canzone registrata nel lontano 2009: Again. Ma quello di oggi è solamente il primo di una lunga serie di appuntamenti dedicati al grande cantante scomparso prematuramente dieci anni fa. Il prossimo appuntamento sabato prossimo.

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