La serie sequel dedicata all’iconico personaggio interpretato da Bud Spencer convince in pieno

Abbiamo atteso addirittura l’inizio del nuovo anno, prima di realizzare e pubblicare la nostra recensione interamente dedicata a quella che, non lontanamente, potrebbe esser considerata come la serie evento del 2024 appena passato o almeno una delle serie che era tra le più attese degli ultimi dodici mesi che ormai ci hanno da poco salutato. D’altronde la curiosità era persino d’obbligo visto il nome altisonante del suo protagonista principale; anzi, sarebbe meglio usare il termine di soprannome nel suo caso ben specifico: Piedone. Quindi, altre introduzioni e presentazioni non servono, visto che apparirebbero, ai più, davvero pleonastiche. L’ultimo episodio, dunque, di questo primo ciclo di quattro appuntamenti è terminato proprio lunedì scorso, all’antivigilia di Natale.

E pubblicare la recensione una settimana e qualche giorno dopo appare l’idea migliore nel cercare di analizzare nella sua completezza e meno a caldo colui che ha raccolto la pesantissima eredità del Commissario di Pubblica Sicurezza Rizzo, impersonato da Bud Spencer negli anni che vanno al 1973 al 1980; tra l’altro, proprio nell’anno che appena inaugurato nei nostri percorsi esistenziali due degli episodi cinematografici festeggeranno, rispettivamente, 50 e 45 anni dall’uscita cinematografica e si tratta di ‘Piedone a Hong Kong’, il secondo episodio della serie, e ‘Piedone d’Egitto’, l’ultimo del franchise tutto italiano.

Stiamo parlando dell’Ispettore Vincenzo Palmieri, cresciuto proprio sotto l’ala protettiva dell’iconico tutore della legge decidendo, così, d’intraprendere le stesse orme e gli stessi metodi, seppur in modo differente, del suo predecessore. Tale personaggio ha il volto di Salvatore Esposito, la cui notorietà la si deve per la serie ‘Gomorra’ e, non sarebbe male ricordarlo, è anche un apprezzato autore di thriller letterari, in modo particolare la trilogia dedicata al suo personaggio conosciuto meglio come ‘Lo Sciamano’.

Fin dal principio, quando questo progetto venne annunciato un anno fa, se non di più, molti storsero il naso; soprattutto proprio per la scelta dell’attore principale. La paura era originata dal semplice motivo che lo stesso attore potesse prestare il volto al personaggio di Rizzo al posto di Bud Spencer, quindi, sostituendolo del tutto e cercare di riproporlo in chiave moderna.

I fans più accaniti, dunque e non forse non solo quelli più affezionati, temevano che lo stesso personaggio originale potesse essere snaturato come è successo per l’operazione fallimentare di ‘Altrimenti ci Arrabbiamo’. Invece, la mano sapiente dello sceneggiatore, produttore e regista Giuseppe Pedersoli ha fatto sì che lo scempio non avvenisse e che la serie stessa, più che un pallido ed inutile remake, risultasse essere un sentito e più che convincente omaggio ai film interpretati da suo padre, all’anagrafe Carlo Pedersoli, in arte Bud Spencer.

Nell’intervista che avevamo riproposto quasi un mese fa, realizzata proprio al figlio del grande attore scomparso nell’estate del 2016, vi avevamo anticipato in che cosa sarebbe veramente consistito questo nuovo progetto suddiviso, diciamo così, in quattro puntate; in quattro episodi, il cui numero è, a sua volta, un ulteriore omaggio ai quattro film realizzati nel periodo già indicato in precedenza.

In quell’occasione, lo stesso Giuseppe Pedersoli, ci ragguagliò su due elementi della storia che sarebbe stati imprescindibili. Il primo che la serie di Piedone non sarebbe stata un remake, parola mantenuta; il secondo è che lo stesso Salvatore non avrebbe mai e poi mai prestato il volto alla nuova versione del Commissario Rizzo, ma avrebbe interpretato un nuovo personaggio, degno erede dell’iconico tutore della legge, anche questa promessa è stata mantenuta.

D’altronde, lo ammettiamo tra queste righe virtuali, se non ci fosse stato Giuseppe Pedersoli dietro a questo progetto, forse FreeTopix Magazine, non avrebbe seguito il tutto fin dall’inizio. Non è proprio una confessione bella e professionale da scrivere ma d’altronde, una volta tanto, anche noi ci permettiamo di essere leggermente di parte e questa stata la giusta occasione per poterlo essere: ma perdonateci, perché chiunque di noi, nel suo piccolo, sarà sempre fan del Grande ed Indimenticabile Gigante Buono, Bud Spencer.

Ciò non toglie che a Cesare si deve dire, in questo caso, ciò che è di Cesare. Parafrasando questo proverbio stiamo affermando, senza troppi giri di parole, che l’idea di fondo, l’idea di base di riprendere in mano il personaggio di Piedone, riproporlo attraverso un nuovo personaggio, con nuove storie attuali e quindi moderne, garantendo, a sua volta, lo spirito dei film originali e, allo stesso tempo, mantenendo intatta la memoria di ciò che è stato per un sequel spirituale a tutti gli effetti, possiamo dire che, almeno da parte nostra è promossa in pieno.

La promozione non è, in questo caso, perché siamo di parte o perché dobbiamo metterci in mostra, al contrario: è un giudizio positivo meritato, il nostro. Le trame, di ogni singolo episodio ovviamente, sono state ben organizzate, sviluppate e strutturate. Gli elementi cardini del poliziesco sono stati rispettati, le atmosfere dei film originali anche. Il Commissario Rizzo è presente nonostante per ovvie ragioni non lo può essere fisicamente. Il suo spirito, il ricordo che ha lasciato è tangibile e non può essere altrimenti.

Lo stesso personaggio di Bud Spencer viene visto come un supereroe, e in effetti lo era a tutti gli effetti, venendo paragonato, addirittura a Batman. Eppure, ad avere proprio qualcosa in comune con il leggendario eroe della Dc Comics è proprio lo stesso erede di Rizzo, Vincenzo Palmieri. Quando era solo un ragazzino, il futuro poliziotto subisce una grave perdita che lo spinge a scegliere il distintivo e la divisa da poliziotto.

Crescendo e stando sotto l’ala protettrice del Commissario ha imparato i trucchi del mestiere e di come bisogna destreggiarsi in determinati ambienti, in determinati quartieri della città di Napoli. Nonostante ciò, sussiste una differenza tra il personaggio omaggiato e il suo erede: un’eterogeneità caratterizzata proprio dal modo d’intendere le risse.

Partendo dal presupposto che Giuseppe Pedersoli, nell’intervista che vi avevamo riproposto i giorni della vigilia della messa in onda del primo episodio, era stato molto chiaro su un determinato particolare: ovvero che tutti coloro che stavano lavorando al progetto, compreso l’attore principale, stavano entrando in quel mondo in punta di piedi. Il motivo è semplice e non ci sarebbe neanche bisogno di ricordarlo: ovvero di rovinare la memoria di ciò che è stato, e di ciò che è ancora, Bud Spencer agli occhi dei fans.

FINE PRIMA PARTE.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *