Prima parte del dodicesimo editoriale che si concluderà domani nel primo giorno del nuovo anno

La verità sapete qual è? È che non avevamo idea su come aprire questo dodicesimo editoriale, l’ultimo dell’anno 2024. Un editoriale, però, che, allo stesso tempo, sarà anche il primo del nuovo anno, quello che si affaccerà nelle nostre vite questa notte, il 2025. Ma la verità è anche un’altra, cari lettori, e che non sapevamo neanche se dovessimo renderlo solamente riflessivo o addirittura anche musicale, miscelando, così, entrambe le cose. D’altronde quando, un mese fa, il 1° dicembre di quest’anno avevamo inaugurato lo ‘Special Month’, avevamo realizzato l’undicesimo editoriale. Purtroppo, però, era finito in sordina a causa della fusione con la novità decembrina che aveva sostituito il vecchio ed istituzionale, almeno fino all’anno scorso, ‘Special Christmas’.

La stessa operazione la realizziamo anche in questi due giorni di passaggio tra un anno e l’altro, tra ciò che sta per diventare passato e ciò che sta per arrivare e che, in entrambi i casi e seppur con tempistiche diverse, può essere considerato sia il presente imminente ed il futuro. Dunque, il Capodanno potrebbe essere visto come una sorta di viaggio nel tempo e anche se, parafrasando il dottor Emmett Brown, interpretato da Christopher Lloyd, nella leggendaria saga cinematografica degli anni ’80 ‘Ritorno al Futuro’, in cui afferma che per attraversare questa specie di passaggio temporale dice quasi interrogandosi ironicamente: Strade? Dove stiamo andando non abbiamo bisogno di strade.

Eh sì, lo ammettiamo: siamo sul pesante. Ecco, come vedete stiamo continuando ad omaggiare il film con Michael J. Fox, anche se quest’ultima espressione viene pronunciata proprio da Marty McCfly, l’adolescente che nel ritornare indietro nel tempo fa conoscenza dei suoi genitori adolescenti, appunto, scoprendo, a tutti gli effetti, come erano prima della sua nascita. Chissà se con la tecnologia che sta avanzando sempre di più potremmo mai fare un’esperienza del genere? Per il momento si parla di Intelligenza artificiale e non tanto di viaggi nel tempo.

Proprio in merito alla prima menzionata, per qualcuno, ci stiamo avvicinando sempre più, rimanendo in tema cinematografico legato non tanto al fantasy, semmai quasi alla fantascienza, al mondo ideato dal regista James Cameron con la sua saga ‘Terminator’.

Chi conosce bene la storia sa benissimo che l’organismo cibernetico che tenta di distruggere l’umanità a partire, proprio come lasciato intendere nel primo e iconico capitolo, di cui quest’anno si sono celebrati i 40 anni esatti dall’uscita, chiamato Skynet, è pura intelligenza artificiale. Dunque, sarà proprio così? oppure è ancora solamente il frutto della fervida immaginazione di un regista geniale?

Per il momento non ci sembra il caso di pronunciare sentenze quantomeno definitive, semmai sarebbe ancora più saggio rimanere ad osservare con molta attenzione cosa succederà. Quale sarà la direzione presa da parte di coloro che stanno portando avanti ciò che è, nei fatti, un vero e proprio processo tecnologico sociale; perché di questo si tratta in fondo. Nulla di più e nulla di meno. Comunque, non divaghiamo e rimaniamo ben saldi in questo passaggio temporale che avverrà questa notte, tra grandi abbuffate con il cenone, brindisi e i fuochi pirotecnici che non vengono visti sempre di buon occhio per diversi motivi e per alcuni di essi comprendiamo che sono logici.

Ma, a parte ciò, rientriamo all’interno del giornale partendo da un presupposto: che anche FreeTopix Magazine, come giusto che sia, partecipi alle celebrazioni di questo passaggio temporale, nonostante nessuno di noi, ancora, non ha ideato la macchina del tempo di Emmett Brown, tanto per rimanere in tema di viaggi nel tempo. La tematica, in fondo, non è scelta a caso e neanche per la classica metafora di rito, anzi: per approfondire lo stesso argomento: ovvero proprio il Capodanno e le sue origini.

Partendo, per essere ancor più precisi, del perché il 31 dicembre, da sempre, è considerato l’ultimo giorno dell’anno? Ecco, proprio quest’ultima espressione, in sé, è totalmente sbagliata. Non è da sempre, semmai lo è dall’anno 1582 con l’adozione di un calendario in particolare. ma, come sempre, andiamo con ordine, per raccontare meglio, seppur in maniera breve, questa storia che riguarda tutti noi.

Al principio, ma molto tempo dopo la parola di Dio, ed esattamente 46 anni prima dalla nascita di Cristo fu adottato il cosiddetto calendario Giuliano, di epoca romana, fondato essenzialmente sul ciclo delle stagioni. Precisamente venne adottato dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, rimanendo in vigore fino alla data indicata. Venne, comunque a sua volta sostituito da quello Gregoriano con la bolla introduttiva conosciuta come Inter Gravissimas, del Pontefice Gregorio XIII.

Abbiamo detto che tale calendario era fondato sulle stagioni, ma più essenzialmente tale organizzazione temporale era costituita da un ciclo di quattro anni, di cui tre regolari di ben 365 giorni ed un quarto bisestile di un giorno in più, aggiungendolo all’attuale e nostro secondo mese dell’anno: quello di febbraio.

Ma in questo calendario quanti erano i mesi e soprattutto quali erano? Iniziamo col dire che erano dieci e, sempre per effetto della bolla datata 24 febbraio del 1582, la cronologia dei mesi ricalcava, quasi allo stesso modo, quella già istituita, secoli prima, nel cosiddetto calendario egiziano. Ma per il momento fermiamoci qui: tutti questi dettagli saranno esaminati anche e soprattutto a partire dalla seconda parte di questo editoriale e, non solo, anche all’avvio di ogni singolo mese dell’anno, in modo da analizzare nella sua totalità questa parte della storia.

Dunque, cosa ci rimane da dire in questa prima parte? Ancora tanto visto che andremo oltre a questa partizione di questo lungo articolo. Ciò che però bisogna tener presente, avendo come punto di riferimento il concetto del tempo, è che lo stesso giornale è, nei fatti, un approfondimento sul vintage. Una sorta di macchina del tempo in cui molte cose del passato vengono rispolverate. Proprio come una sorta di macchina del tempo.

Per il momento chiudiamo qui anche questa prima parte, promettendovi che nella seconda ritorneremo sugli argomenti trattati fino adesso. Ma non possiamo lasciarvi, seppur provvisoriamente, senza una canzone, la prima della giornata, con la quale iniziamo a salutare questo 2024. Il brano selezionato? Un altro di Lucio Dalla e dal titolo totalmente emblematico: ‘Ciao’ del 1999. E quindi: ‘Ciao’ 2024, con la speranza che per molti di voi vi ha lasciato ricordi più positivi che negativi.

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