I suoi lavori esposti a Palazzo Cornalia, Milano
Ludmilla Radchenko, artista versatile e personalità eclettica, è oggi una delle figure principali della Pop Art italiana, affermatasi nel mondo della pittura con una cifra stilistica dinamica. Modella e attrice, Radchenko ha progressivamente dedicato sempre più energie alla sua espressione artistica, riuscendo a tradurre esperienze personali e profonde riflessioni in opere colorate, intense e cariche di significato.
In uno dei suoi recenti progetti, esposti nei mesi scorsi, a Palazzo Cornalia a Milano, ha celebrato l’Anno del Drago, in un percorso visivo che unisce miti antichi e simbolismo moderno in una galleria vibrante di figure draconiche. La pittrice ci ha parlato delle sue opere con la passione di chi costruisce una narrazione visiva che trascende la semplice estetica. “Il 2024 è l’Anno del Drago, così ho deciso di riprendere la serie che avevo già dedicato a questo mondo mistico nel 2017”, spiega Radchenko.
Nei draghi Ludmilla vede un riflesso della complessità umana, una metafora dei diversi aspetti della nostra personalità e delle nostre emozioni: “attraverso i draghi rappresento anche i caratteri umani, come l’ira che ogni tanto emerge, oppure la riflessione, o ancora la quiete pericolosa del drago che dorme”. Le sue parole evidenziano una lettura profonda e quasi filosofica dell’immagine del drago, che non è solo un essere fantastico, ma diventa un archetipo dell’animo umano, con il suo equilibrio tra pace e tempesta interiore. Radchenko afferma che questa visione non solo le permette di raccontare aspetti della natura umana, ma offre al pubblico un’occasione per riflettere su se stesso: “ogni drago rappresenta un’emozione, una sfumatura, un aspetto di noi che spesso reprimiamo o lasciamo inesplorato. L’intento dell’artista è creare un’esperienza immersiva, in cui l’osservatore possa ritrovarsi e, al contempo, riflettere sul proprio stile di vita”. Il contesto che ospita questa mostra non è casuale: Palazzo Cornalia, nel cuore di Milano, si è trasformato in una “seconda casa” per Ludmilla. “È un ambiente facile da collocare con diversi mood”, racconta, “molto colorato, molto elegante”. Qui ho festeggiato anche il mio compleanno artistico”, dice, sottolineando come Palazzo Cornalia rappresenti per lei non solo uno spazio espositivo, ma un punto d’incontro con il suo pubblico e un luogo di celebrazione.
L’artista spiega inoltre l’importanza della logistica e della cura con cui ogni opera viene disposta nello spazio: “dietro la mostra c’è imballo, trasporto, bilanciamento di tutte le opere come devono essere appese. Quando cambi uno, due, tre pezzi, viene cambiata tutta la mostra”, racconta Radchenko, svelando le complessità di un lavoro che va ben oltre la pittura. Curare una mostra, per lei, non è solo un processo tecnico, ma una vera e propria arte, che permette di orchestrare i sentimenti e l’atmosfera che il pubblico vive. L’allestimento diventa così un’opera nell’opera, parte integrante del messaggio artistico. Ciò che emerge dalla sua pittura è un desiderio di connettere l’opera e l’osservatore attraverso la contemplazione e la riflessione.
“Noi siamo sovrastati da emozioni ogni giorno, la velocità continua”, dice l’artista, alludendo al ritmo frenetico della vita moderna. Ludmilla invita il pubblico a riflettere sulle emozioni che prevalgono nelle loro vite, facendo leva su colori e simboli per richiamare sensazioni nascoste. “Siamo dei criceti in una ruota”, afferma con una metafora che parla a molti, richiamando l’idea che la vita quotidiana spesso ci intrappola in una frenesia continua.
I draghi, nelle loro diverse espressioni, diventano quindi figure da ammirare e interpretare, rappresentazioni visive di stati d’animo comuni. Con il suo tratto vibrante e uno stile inconfondibile, Ludmilla Radchenko invita il pubblico a immergersi in un viaggio tra emozioni contrastanti e archetipi ancestrali, come i draghi, simboli di saggezza, potenza e mistero.