Il film con Bruce Willis è l’action movie natalizio per eccellenza

Con l’avvicinarsi della Vigilia di Natale poteva mancare il nostro vecchio amico John McClane? Ma nemmeno per idea e, soprattutto, neanche nell’anno dopo in cui il suo primissimo episodio ha compiuto ben 35 anni dall’uscita? Ad essere sinceri: ‘Trappola di cristallo’ uscì nei cinema il 15 luglio del 1988, in piena estate e noi di FreeTopix abbiamo voluto posticipare e fino ad oggi e riproporre la pubblicazione di questo speciale visto che, il primo ‘Die Hard’, è ambientato proprio in quella che dovrebbe essere, per lo stesso protagonista, in una Vigilia di Natale ‘regolare’.

Pochi sanno, però, che il film è ispirato da un romanzo scritto da Roderick Thorpe e pubblicato nel 1979, dal titolo ‘Nulla è eterno, Joe’. Esatto, il nome di John McClane neanche l’ombra. Il personaggio, dunque, venne creato apposta per il cinema, grazie anche alla sceneggiatura realizzata da Jeb Stuart e Steven E. de Souza.

Non solo tra il film e lo stesso romanzo ci sarebbe anche un’altra curiosità da non sottovalutare: Nulla è eterno, Joe’ è, in verità, un sequel di una saga letteraria, il cui primo capitolo era intitolato semplicemente ‘The detective’, pubblicato ben tredici anni prima, ovvero nel 1966.

Mentre, come ormai ben si sa ‘Trappola di cristallo’, nel 1988, ha dato vita ad una fruttuosa saga cinematografica, permettendo la realizzazione di ben quattro sequel: 58 minuti per morire; duri a morire; Vivere o morire e Un buon giorno per morire. Nonostante il quinto film sia stato quello meno attraente, quello meno d’impatto nei confronti del pubblico, per anni si sono inseguite le voci su un possibile sesto episodio che avrebbe, di fatto, chiuso definitivamente la saga.

Purtroppo, la saga si è chiusa con il debole quinto episodio per un altro motivo, non legato dunque all’incasso dell’ultima puntata cinematografica. Negli ultimi anni all’attore protagonista non solo di questo franchise, ma anche di tanti altri action movie e film di vario genere, Bruce Willis, gli è stata diagnosticata una brutta malattia conosciuta come l’afasia.

Una patologia che ha irrimediabilmente compromesso la sua capacità di parlare e per un attore, oltreché per chiunque sia chiaro, non è una bellissima cosa. Diventata ufficiale la sua condizione di salute, da un paio d’anni la star di Hollywood, di origine tedesca, si è ritirata a vita privata e, in base alle notizie che sono state fatte circolare fino a qualche tempo fa, lo stesso Willis sta andando sempre più verso un inesorabile peggioramento.

Sicuramente è un vero peccato per l’attore diventato famoso proprio con questo primo capitolo della saga e che, con il tempo, ha dimostrato in altre occasioni di essere veramente un attore completo destreggiandosi anche con film come ‘Il sesto senso’, ‘La morte di fa bella’, ‘Il predestinato’, ‘Il quinto elemento’ e tanti, ma veramente tanti altri titoli.

Per un momento, durante la fase di lavorazione del sesto ed ultimo capitolo, si era pensato di raccontare una storia particolare sul mitico poliziotto ammazza terroristi, con una trama che palleggiasse avanti e indietro nel tempo, mostrando, da un lato, un McClane giovane, con un attore giovane, ed un McClane anziano con Bruce Willis, per l’appunto.

Ma torniamo alla genesi del film, perché in verità ancora non abbiamo raccontato tutto; abbiamo solamente detto una piccola parte di come, in verità, l’idea si è sviluppata nel corso del tempo. Un tempo che è iniziato, esattamente, nel 1974: quando al cinema, quasi cinquanta anni, fa Paul Newman, Steve McQueen, Faye Dunaway, William Holden e addirittura Fred Aistaire cercano di fuggire dall’altrettanto famoso ‘Inferno di cristallo’.

Un film, diretto da John Guillermin, e anche questo ispirato da un romanzo a sua volta funge da fonte ispiratrice per lo scrittore già menzionato in precedenza. Si narra che quest’ultimo, una volta tornato a casa, ebbe un incubo in cui egli stesso si ritrovava all’interno di un edificio intrappolato e che cercava di scappare da alcuni sicari decisi, in tutto e per tutto, di farlo fuori.

Fu proprio questo il momento che, involontariamente, nacque l’idea base di Trappola di Cristallo. Thorp, decise che il protagonista sarebbe stato lo stesso personaggio già entrato in azione in ‘The detective’ per il quale, nel 1968, venne realizzata una trasposizione cinematogtafica di successo interpretato dal grande Frank Sinatra, dal titolo forse ancor più accattivante della versione letteraria: Inchiesta pericolosa.

Ciò che bisogna segnalare è che entrambi i romanzi furono, comunque, libri di successo e quindi due bestsellers che non attirarono fin da subito l’attenzione dei pezzi grossi di Hollywood, tra cui Clint Eastwood.

Il già pistolero senza nome per Sergio Leone e da qualche anno diventato, per tutto il mondo, l’Ispettore Callaghan tentò di accapparrarsi i diritti di quello che sarebbe stato un vero e proprio successo. In fondo, il buon vecchio Clint, con i maestri Sergio Leone e Don Siegel, aveva davvero fiutato l’affare. Ma il destino non aveva lui come protagonista principale di quella particolare storia.

Perché il film iniziò ad entrare in fase di preproduzione quasi dieci anni prima dalla pubblicazione del romanzo, quando i due produttori Lawrence Gordon e Joel Silver si presentarono con le due non abbastanza chiare, anzi: molto chiare. L’idea di base era quella di basare la storia di un unico eroe in stile Rambo, ma sua questo particolare, che sembra quasi insignificante, ci torneremo molto presto.

Dicevamo, dunque, che i due produttori avevano le idee chiare, a tal punto che ingaggiarono uno sceneggiatore per realizzare quello che doveva essere nelle intenzioni un primo trattamento da cui, successivamente, estrapolare una sceneggiatura. Tale figura venne identificata in Jeb Stuart, il quale proveniva da due progetti sul grande schermo abbastanza fallimentari sia con la Columbia che con la Disney. Quindi aveva bisogno di rifarsi e non solo un po’.

Jeb, durante la fase di scrittura, decise di apportare alcune modifiche alla storia contenuta nel romanzo di Thorp. Una storia avvincente ma fin troppo violenta. Per prima cosa ringiovanì il personaggio, facendolo diventare un poliziotto della Grande Mela il quale attraversava il paese per riappacificarsi con la moglie. Un dettaglio non proprio di poco conto, anzi semmai molto determinante per lo sviluppo stesso del primo ‘Die Hard’.

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