A dieci anni dalla scomparsa dello sfortunato attore, in questi primi tre giorni gli dedichiamo uno speciale tutto per lui
Si, in effetti abbiamo inaugurato questo nuovo speciale in pompa magna e, forse, esagerando anche un po’. Ma in fondo non avevamo scelta nel dedicare questo appuntamento suddiviso in parti a lui; a colui che, da oltre quaranta anni, è considerato il vero Superman cinematografico a tutti gli effetti, senza venir scalzato ancora da nessun altro. Né Dean Cain, né Tom Welling, né Brandon James Routh e né Henry Cavill ci sono riusciti nell’essere considerati suoi veri eredi. Per quanto riguarda David Corenswet? Il quale inizierà a volare su tutti i cinema del mondo a partire dal prossimo 11 luglio del 2025? Per questa risposta dovremmo giustamente attendere un bel po’.
Certo, qualcun altro suggerirebbe il nome di Tom Welling. Attenzione, però, in tale caso, più che Superman, il buon vecchio Tom, e fa un certo effetto chiamarlo così adesso, è per tutti non il supereroe in calzamaglia già affermato e conosciuto in tutto il mondo e consapevole della sua missione sulla nostra Terra. No, semmai direttamente Clark Kent, l’adolescente timido e misterioso che non ha ancora contezza del suo scopo nella vita, scoprendolo a poco a poco nelle varie stagioni che sono state prodotte dal 2001 e al 2011, di cui ve ne abbiamo parlato qualche settimana fa.
Nessuno, quindi, in tutti questi anni è riuscito a scalzare, una volta per tutte, nei cuori dei fan e non solo quelli più accaniti Christopher D’Olier Reeve, semplicemente conosciuto come Christopher Reeve. Di lui avremmo dovuto parlarne qualche mese fa, esattamente il 10 ottobre scorso, quando si è ricordato, purtroppo, il decennale della sua scomparsa. Non è la prima volta, comunque, che ci ritroviamo a ricordarlo, sia direttamente che indirettamente. Per esempio, anche l’anno scorso, di questi tempi, fu così. Allora si trattava del quarantacinquesimo anniversario dell’uscita di ‘Superman’, del 1978.
Quest’anno, invece, per un omaggio ed un ricordo spensierato, distaccandolo da quel giorno triste e consapevoli che, tra pochissimi mesi, saranno, purtroppo, trenta lunghi anni da quella maledetta caduta da cavallo. Era il 27 maggio del 1995 e nulla, per lui, fu più come prima; alimentando tanti sé e tanti ma semmai la sua vita avesse preso un’altra direzione, non quella della tragedia umana, ma solo un’esistenza di una normale stella del cinema tra alti e bassi come spesso succede a tutti.
Eppure, molto probabilmente, il suo percorso esistenziale era già stato segnato fin dalla nascita: suo padre, Franklin D’olier Reeve, era uno scrittore; mentre sua madre, Barbara P. Lamb, guarda caso era una giornalista. Forse è anche per questo che nei panni dell’alter ego del supereroe riuscii a trovarsi molto bene; conoscendo, d’altronde tutti i meccanismi di una professione particolare.
Dunque, Christopher, una volta nato il 25 settembre del 1952 nella Grande Mela, era cresciuto in un ambiente familiare in cui la cultura era prettamente di casa. La sua storia personale e professionale è ormai risaputa, non tanto da quando interpretò il suo ruolo più iconico, semmai da quando gli accadde il fatale incidente. Per molti, ancora adesso, la sua reazione alla tragedia che lo colpì è l’emblema del coraggio e della forza identica al protagonista che aveva impersonato dal 1978 al 1987.
Questa è l’aurea che lo ha sempre accompagnato, questa è l’immagine che, fino ad un certo punto, ha creato su di sé; diciamo fino ad un certo punto perché la vita, come abbiamo sappiamo anche per le nostre esperienze personali, è strana, parecchio strana. Anche troppo. Impersoni un supereroe e per un gioco del destino finisci per esserlo veramente per tutti coloro che si vogliono aggrappare alla speranza o quantomeno a determinati punti di riferimento nella vita.
Chissà se si attendeva tutto questo dalla sua carriera lo stesso Christopher Reeve? Il successo, la fama e la gloria, gli arrivarono presto, all’età dei ventiquattro anni. Neanche il tempo di svolgere una gavetta adeguata che già nel 1978 fece subito centro e non solo per come abbiamo aperto la prima dello speciale interamente dedicato a lui, no.
Sempre in quello stesso anno ‘Il Superman per antonomasia’ partecipò anche ad un’altra pellicola, sicuramente meno conosciuta, ma che fa sempre curriculum. E così che si dice, giusto? ‘Salvate il Gray Lady’, era questo il titolo e non si fermò solamente a questo. Ma come sempre andiamo con ordine perché ci siamo portati già troppo avanti.
Abbiamo saltato diversi passaggi non solo della sua stessa carriera ma anche della sua vita personale e soprattutto, da non dimenticare e come abbiamo citato anche in un altro speciale pubblicato nel periodo estivo, la sua grandissima e leggendaria amicizia con Robin Williams.
Su entrambi, però, abbiamo notato una cosa, una coincidenza triste, drammatica: sono scomparsi a distanza di dieci anni l’uno dall’altro. Prima Christopher Reeve, il 10 ottobre del 2004, come ricordato; mentre Robin Williams l’11 agosto del 2014. E proprio sulla loro amicizia c’è un aneddoto leggendario che riprenderemo sicuramente in questo speciale.
Invece in questa prima parte di questo speciale interamente dedicato a lui su cosa dovremmo soffermarci? Semplice: dal modo in cui abbiamo aperto. D’altronde oggi è anche il primo giorno della settimana, il famigerato lunedì che tutti quanti non sopportiamo e noi di FreeTopix Magazine, da quattro anni suonati, stiamo cercando non solo di farvelo piacere ma di farcelo piacere anche a Noi, sembra strano ma è proprio così.
Comunque, non divaghiamo e ritorniamo al punto di partenza, torniamo su quella super colonna sonora realizzata dal Maestro John Williams, già autore di tante altre musiche di film e saghe che conosciamo benissimo, tra cui ‘Star Wars’, Indiana Jones e tanti altri titoli entrati nell’immaginario collettivo.
All’inizio, per la composizione del tema della saga inaugurata nel 1978, venne scelto Jerry Goldsmith, che aveva realizzato la soundtrack di Capricorn One. Dopo incomprensioni con gli stessi produttori, venne scelto proprio John Williams, il quale aveva un’idea ben precisa in testa.
Ovvero quella di inserire tre note che davano la sensazione di scandire la parola Su-per-man. Bisogna dire che la prima registrazione non andò proprio bene. qualcosa andò storto? Non proprio, fu il regista Richard Donner che al sentirla per la prima volta scattò in piedi applaudendo. Qui sotto vi lasciamo direttamente con l’apertura di Superman II.