Il 26 ottobre del 1984 usciva nelle sale il film di James Cameron che mutò i canoni del genere fantascienza e dell’action movie

Come detto ieri, Arnold Schwarzenegger, alla fine, dovette lui stesso ricredersi e soprattutto per un dettaglio in particolare di cui, fino adesso, non ci siamo soffermarti per ovvie ragioni: l’adrenalina che lo stesso film mostrava dall’inizio alla fine e per poi arrivare al massimo della tensione durante proprio in una di queste scene, tra sparatorie ed inseguimenti, che lasciava lo spettatore con il fiato sospeso.

Si dovette ricredere per forza l’attore austriaco; anche perché se oggi è una leggenda vivente è proprio a ‘questo film di merda’ che è considerato il più grande attore di film di azione, insieme a Sylvester Stallone e a Bruce Willis; i due colleghi amici e rivali.

La lungimiranza cinematografica, in sostanza e invece, è tutta di James Cameron il quale, lo si potrebbe anche definire per molti versi fortunato. Vi ricordate quando, nella prima parte, avevamo fatto menzione alla prima idea che aveva in mente lo stesso regista? Cosa ne sarebbe stato di tutto quel paradosso temporale creato con l’incapacità della tecnologia dell’epoca di ricreare l’effetto del metallo liquido? E se fosse andata diversamente, avremmo avuto, sette anni più tardi, un sequel capace di superare il capostipite?

Perché, in effetti, è tutto questo Terminator e nulla di meno e nulla di più. un semplice paradosso temporale in cui una donna che metterà al mondo il leader della resistenza contro le macchine, concepirà suo figlio con l’uomo inviato indietro nel tempo che ha la missione di proteggerla. Non solo, ma ad inviare lo stesso Kyle Reese è lo stesso John Connor, figlio di Sarah Connor come detto, nella seconda parte, interpretata da Linda Hamilton.

Cosa sarebbe successo se il regista canadese si fosse intestardito? È pur vero che la storia non si fa mai né con i sé e né con i ma. Forse, però, questa volta una piccola risposta possiamo tentare di abbozzarla: non sarebbe stata la stessa cosa e per un semplice motivo: l’essenza stessa della trama ruota tutta su quel dettaglio o quantomeno, il regista, ci arrivò in un secondo momento quando capì che la tecnologia di quei leggendari anni ’80 non lo avrebbe supportato a dovere nel suo progetto iniziale e non sarebbe servito nulla se avesse speso di più per gli effetti speciali.

Dicevamo, che lo stesso ‘Schwarzy’ si dovette ricredere anche per un ulteriore motivo: prettamente economico, tutto relativo al botteghino. Costato, come già sottolineato, ben 6,4 milioni di dollari, solo in patria ne incasso ben 38. 371.200 milioni di dollari. Nel resto del mondo due in più con un totale che gli permise d’incassare ben 78 milioni di dollari.

Si narra, si racconta, come se fosse una leggenda metropolitana, che il film, nelle sole due settimane di programmazione ottenne un boom permesso, anche e soprattutto, dalle adrenaliniche scene che stiamo condividendo da YouTube, le quali innescarono un incontrollato passaparola nelle strade delle varie città americane. Città, appunto. Dalle immagini, dalle riprese effettuate da Cameron s’intuisce che sono state fatte in esterno. Il punto però, sempre in ossequio alla leggenda che ruota intorno a questo sorprendente film, è che vennero girate senza permessi. Tutto vero? Perché se fosse così tutta la troupe avrebbe rischiato veramente grosso visto che dovettero usare una vettura della polizia di Los Angeles.

Fino adesso, se avete notato con molta attenzione, non abbiamo mai specificato il genere di questa opera cinematografica, nonostante potrebbe essere tranquillamente identificata con il pacifico termine di ‘fantascienza’ stroncando, sul nascere, eventuali polemiche o dibattiti sul tema. Eppure, nel riprendere lo strambo aneddoto iniziale, attraverso il quale abbiamo inaugurato questo speciale, ci verrebbe da sottolineare, senza alcuna presunzione, che alla base ‘Terminator’ è, di fatto, un’opera cinematografica di mera fantascienza, sapientemente miscelata fra due generi differenti fra loro.

Nell’essenza di fondo, però, pensando anche e soprattutto all’incubo del regista e a quale film di John Carpenter ha preso ispirazione la sua storia trova radici nell’horror più completo. Il riferimento, non tanto indiretto, è alla scena dello scheletro metallico senza arti si trascina spaventosamente verso Sarah Connor e non solo.

Si pensi a quando lo stesso scheletro metallico è emerso tra le fiamme dopo le sembianze umane che lo nascondevano tra la folla, era la rappresentazione dello stesso regista in quella notte romana in seguito all’indigestione che lo colpì nella sua trasferta italiana per presentare il sequel di Piranha. Non solo, però.

Lo stesso James Cameron avrebbe affermato, nel corso del tempo, che le opere cinematografiche sia degli anni ’50 che degli anni ’60, di fantascienza che lo avevano ispirato furono, in modo particolare lo show televisivo intitolato: The Outer Limits. Ancora: anche alcuni film di fine anni ’70 come ‘Driver l’imprendibile’ e il ben più famoso ‘Interceptor – Il guerriero della strada’ che lanciò Mel Gibson.

Questo spiega del perché, in un primo momento, il regista canadese aveva pensato di affidare il ruolo all’allora giovane attore australiano. In tutto questo ci siamo dimenticati di dirvi che fine fece Lance Henriksen durante la fase di formazione del cast. In realtà lo sappiamo che alcuni di voi, fans sfegatati della saga lo sapete: rimase nel cast con un ruolo marginale rispetto a quello per cui si era proposto, facendo da spalla a Paul Winfield, il tenente Traxler.

Tornando ai generi, ‘Terminator’ non è solo un perfetto action movie ma, supportato da una poderosa colonna sonora firmata da Brad Fiedel, l’opera cinematografica sconfina anche nel thriller. Una storia che, vedendola con molta attenzione, è già, di per sé, autoconclusiva. Una storia che, vista in qualsiasi prospettiva, non presenta alcuni buchi di trama o di sceneggiatura e che nel tempo ha ispirato diversi sequel di cui solamente uno ha avuto veramente fortuna, quello del 1991, che riscrisse i canoni dell’utilizzo degli effetti speciali sul grande schermo, e un videogioco in particolare. Senza dimenticare che anche la critica, caso più unico che raro, si ritrovò ad applaudire l’opera di Cameron insieme al pubblico di tutto il mondo.

‘Terminator’ per certi versi potrebbe essere considerato come un film, sicuro apocalittico, che guarda ad un futuro oscuro, dominato dalle macchine, e che, le stesse, sono guidate da un computer centrale. Guarda caso oggi, quaranta anni più tardi si parla di ‘Intelligenza Artificiale’: è stato fin troppo lungimirante?

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