I primi esempi di Graphic Novel che hanno tracciato un solco con il fumetto
Come ricordato ieri, l’ambientazione è quella della città immaginaria di Copper City. Eppure, rispetto alla data in cui tutto è partito, il 1964, tanto per intenderci, questo primo esempio di Graphic Novel, meglio conosciuta come Picture Novel, nacque l’anno prima nella città di New York. L’intenzione, da parte degli autori, era proprio quella di realizzare un fumetto più sviluppato e di creare un ponte tra lo stesso e i libri. Molti decenni più tardi, esattamente nel 2006, lo scrittore-artista Micheal T. Gilbert scrisse queste parole, per la ristampa dell’opera del 2006, ‘si legge come una pentola di film di serie B, ribollente di avidità, sesso e corruzione politica’.
Il titolo di questa cosiddetta Picture Novel, antesignana della Graphic, partita agli inizi degli ’50, era di una storia con forti tinte noir, che sicuramente portò il fumetto ad un ulteriore livello: It rhymes with lust; senza mai snaturarlo, ma valorizzarlo.
Ecco, è questo che si deve intendere con l’avvento del romanzo a strisce. Una valorizzazione maggiore di come era stato impostato inizialmente. Sempre nella prima parte, abbiamo indicato diverse annate corrispondenti a delle tappe fondamentali per lo sviluppo di questa tipologia di opera fruita dai lettori.
Ci eravamo soffermati sul 1964, indicando in precedenza altri tre anni di cui due ravvicinati: il 1966 ed il 1967 e il 1978. Il ’64, per essere precisi, rappresenta l’anno in cui è apparsa per la prima volta l’espressione Graphic Novel, per effetto dell’articolo dell’editore, critico e storico dei fumetti, Richard Kyle. Puntualizzando che l’autore faceva si menzione alla novità, ma proveniente dal vecchio continente, senza porre attenzione a ciò che avveniva in casa sua.
Rispettando l’ordine indicato, però, menzionammo anche a due opere che in Europa, esattamente in Italia, incominciavano ad attirare i lettori e non solo: La rivolta dei cracchi e Una ballata del mare salato. Il primo è opera di Guida Buzzelli, il secondo di Hugo Pratt.
Per una questione prettamente cronologica, dovremmo parlare dell’opera di Buzzelli siccome venne scoperta qualche anno più tardi appare più logico soffermarsi sulla primissima avventura dell’iconico personaggio di Corto Maltese.
Pubblicata nel 1967, dalla Rizzoli Lizard, ‘Una ballata del mare salato, si presenta, in tutta la sua essenza, come l’incrocio perfetto tra la letteratura ed il fumetto. Ritenuto, da molti, ed in maniera inequivocabile come la graphic novel, in Italia, che ha fatto scuola; quindi, un vero classico del genere.
Fin dalla sua uscita, ‘Una ballata del mare salato’ fu subito apprezzato non solo dal pubblico, ma anche dalla critica. Nel corso degli anni, addirittura, il successo del personaggio è andato sempre più crescendo, grazie anche alle altre trentadue avventure pubblicate fino agli anni ’80. La serie di avventure di Corto Maltese, comunque, non terminò con la fine delle storie a strisce; sono addirittura proseguite in forma classica di romanzo con altri autori, dopo Hugo Pratt.
Ambientata nel 1913, la trama sfrutta diversi intrecci di vari piani narrativi. Ciò che contraddistingue lo sviluppo di questo romanzo illustrativo è anche il passaggio dalla prima persona alla terza persona e per poi concludere il tutto con una voce narrante che accompagna i piccoli passaggi della storia. Un modo particolare di introdurre un personaggio ancora oggi conosciuto e diventato, in poco tempo, un classico delle opere a metà strada tra fumetto e romanzo. Una Graphic Novel considerata a distanza di cinquantacinque il vero classico del fumetto italiano.
Questo primo esempio è rappresentato dal capolavoro assoluto di Hugo Pratt, con la prima storia a fumetti sul personaggio da lui creato, Corto Maltese, dal titolo: ‘Una ballata del mare salato’, definendolo un classico del genere. In questo terzo appuntamento relativo sulla storia della Graphic Novel ci occupiamo di un’altra opera, sempre italiana, la quale ha avuto la particolare caratteristica di esser stato scoperta un po’ tardi.
Di certo, nel mondo dell’editoria non è la prima volta che si presenta questo tipo di situazione. Specialmente con i libri. In effetti quando si tratta di Graphic Novel il confine è molto labile. Un fumetto, chiamiamolo così adesso, che venne ideato, creato, realizzato, scritto e disegnato senza che alcun particolare editore si prendesse la responsabilità di commissionarlo.
‘La rivolta dei racchi’, dunque, nacque da un’iniziativa del pittore, illustratore e fumettista Guido Buzzelli, il quale si presentò ai primi fans della Graphic Novel con una trama abbastanza particolare: il mondo è diviso in classi sociali, i belli vivono nell’agiatezza e nella superficialità, mentre i racchi sono costretti a vivere nella profondità della terra, sfruttati dai belli.
A cambiare le sorti di questa dinamica ci pensa Spartak, un racchio che si erge a paladino della giustizia sociale. La rivolta che ne scaturisce sconvolgerà nel profondo l’equilibrio di questo mondo. La violenza e la brutalità incontrollata dei racchi porteranno, quindi, a dei risvolti tutt’altro che positivi.
Una trama che, nonostante venne pubblicata ufficialmente nel 1967, grazie all’editore Rinaldo Traini, venne conosciuta solamente tre anni più tardi. In principio, ‘La rivolta dei racchi’ trovò spazio sull’Almanacco dei comics, che era semplicemente il catalogo della manifestazione conosciuta del Salone di Lucca, il cui direttore era proprio Rinaldo Traini.
Nel 1970, appunto, un altro fumettista Georges Wolinski, di origine francese, trovò l’opera in un’edicola di Napoli. Rimasto impressionato decise di pubblicarlo anche lui sulla sua rivista: Charlie Mensuel. La pubblicazione in terra transalpina aiutò, e non poco, al successo dell’autore de ‘La rivolta dei racchi’.
Sempre nello stesso l’opera di Buzzelli trovò anche spazio sulla rivista ‘Psyco’ della Casa Editrice Naka. Proprio grazie a queste nuove pubblicazioni che ‘La rivolta dei racchi’ venne seguito da altri due sequel, come si usa dire oggi, in modo tale da formare una vera e propria trilogia: ‘I Labirinti’ e ‘Zil Zelub’. Le tre storie, cinque anni fa, vennero riproposte insieme nel volume chiamato semplicemente ‘Trilogia’ della Coconino Press.
Se Hugo Pratt, con il suo ben più celebre Corto Maltese, aveva mutato, quasi, le regole del fumetto italiano, importando quel nuovo stile di immagini e parole proveniente dagli Stati Uniti d’America nel nostro Paese; Guido Buzzelli, invece, con la sua opera, viene, ancora oggi, riconosciuto, forse, come il vero precursore della Graphic Novel italiana.