Il 7 ottobre di un anno fa l’attacco che ha destabilizzato il Medioriente
Da quando furono scoperti i campi di concentramento e lo scempio che venne compiuto nei confronti del popolo ebraico, tutto il mondo, indistintamente, si indignò e, allo stesso tempo e in modo particolare, alcuni paesi si impegnarono affinché determinate tragedie non si verificassero mai più. A distanza di quasi ottanta anni quella parola data, per sommi capi, non è stata mai mantenuta nella sua totalità. Di certo i campi di sterminio o di concentramento non sono più apparsi come in quel modo ma la mentalità, quella che portò a tale follia, è rimasta latente e presente, persino, anche tra coloro che combattono la teoria della razza superiore.
Sembra un controsenso ma è così: da quando la rogna in Medioriente è esplosa per l’ennesima volta, giusto un anno fa, giusto il 7 ottobre del 2023, la risposta di Israele, uno, non si è fatta attendere; due, purtroppo e sotto agli occhi di tutti, la sua risposta è stata talmente sproporzionata che non è più giustificabile sotto alcuni punti di vista. Su questo non ci piove.
Eppure, il dettaglio che molti dimenticano, quelli che non vogliono vedere sul quale non vogliono andare a fondo nella questione, è che Hamas, quel giorno di un anno fa, non solo ha ucciso mille e duecento persone ma, conseguentemente, ha preso degli ostaggi. Ostaggi che sono ancora nelle sue mani e, sicuramente, non tutti vivi. Questo particolare dettaglio, questo particolare o come meglio preferite indicarlo viene sistematicamente dimenticato da chi protesta contro Israele.
Ponendo la questione sotto un altro punto di vista, anche qui con una visione abbastanza superficiale come la nostra, s’intende, affermando che quei territori sono occupati dal popolo ebraico e gli unici legittimi proprietari sarebbero i palestinesi. Oltretutto, non è finita qui. La questione è ancor più intricata di quanto si potrebbe pensare.
Perché, nei fatti, non è solo una questione di spartizione di territori, che dovrebbe essere equa ma non lo è, ciò che si cerca di contraddire o sovvertire è la scelta medesima optata e messa in pratica dalla Comunità Internazionale in quel lontano 1948: riassegnare quel territorio, dopo le persecuzioni naziste, allo stesso popolo d’Israele e, nello stesso tempo, il popolo della Palestina si era già insediato già da qualche secolo.
Quindi, per poter rimediare al torto storico subito dai primi, l’occidente cercò di mettere questo tipo di pezza che, a distanza di quasi ottanta lunghi anni, non è servita alla causa; anzi, pare aver peggiorato ulteriormente la situazione. Questa lunghissima premessa, tale apparente giro di parole per cercare di arrivare a punto di partenza.
Un punto di partenza che tocca un altro tema altrettanto scottante e che forse fa oltrepassare, anche a noi di FreeTopix Magazine, quella soglia che non ci teniamo a superare. L’equilibrio è importante in tutto. l’equilibrio ci permette di intuire quando si è troppo di parte e quando no. L’equilibrio ci permette di affermare che di fronte a questo scempio commesso dall’occidente prima e a seguire anche dagli israeliani e palestinesi poi che nessuno ha ragione e che nessuno ha torto. È vero: è un paradosso difficile da digerire e complicato da analizzare nella sua essenza.
Tutto partirebbe, secondo molti, da chi appoggia Israele, ovvero gli Stati Uniti d’America. Il punto non è tanto il fatto che avrebbero commesso l’errore di restituire quei territori agli israeliani dopo le continue persecuzione subite nel corso della storia; persecuzioni che portò quello stesso popolo ad allontanarsi dal proprio territorio.
Cosa stiamo in realtà dicendo? Stiamo dicendo che alcune persone vedono in Israele il braccio lungo degli Usa, in tutto e per tutto. Vedono quella continuazione di una certa visione del mondo che, in quella parte di territori, non ci dovrebbe essere. Ed ecco che, poi, si afferma che Israele avrebbe occupato quei territori in maniera indebita.
Eppure, volendo essere pignoli si potrebbe, addirittura, obiettare che anche il popolo palestinese, popolo nomade che, fino a un certo momento della sua storia, si è appropriato di quelle terre anche lui in maniera indebita; dunque, sarebbe da considerare anche la sua occupazione illegittima. Quindi dovremmo colpevolizzare esclusivamente solo loro? Ma neanche questa sarebbe un’ottima soluzione e prendersela a priori con gli stessi israeliani nemmeno lo è, a parte per quello che sta combinando Nethanyahu; ma nemmeno questo sarebbe giusto, visto che non tutto il popolo israeliano sta approvando ciò che sta facendo il suo leader.
Dunque, le proteste che vengono organizzate in tutto il mondo da un bel po’ di tempo a questa parte, oltre che ad essere pilotate a livello politico, appaiono anche fuorvianti e organizzate, non sempre dalla maggior parte, da facinorosi che cercano di creare il caos facendo ricadere la colpa su chi protesta in maniera del tutto civile.
Le violenze che si sono consumate sabato pomeriggio, a partire dalle 17.30, vanno proprio in quella direzione; la scusa è quella di creare assoluto caos e non protestare per quanto sta accadendo. D’altronde ci rendiamo conto anche noi che forse stiamo spiegando il tutto nella maniera troppo semplicistica possibile, senza, però, alcuna faziosità. Oltretutto, per quello che sta accadendo in Medioriente nessuno è veramente esente da responsabilità.
Ciò che ancora si dimentica di dire, quantomeno di ricordare, per quasi venti lunghi anni Israele era favorevole alla soluzione due popoli due stati, soluzione più volte caldeggiata in questi lunghi decenni. Il periodo a cui stiamo facendo riferimento è quello che va dal 1948, appunto, al 1967. In quel ventennio erano i paesi arabi che non potevano accettare tale soluzione. Poi la situazione si è invertita: è lo stesso Israele che si è impuntato.
Ripetiamo, stiamo raccontando il tutto in maniera troppo semplicistica. In fondo è così che si inizia, a piccoli passi per cercare di comprendere al pieno un problema o quantomeno una controversia che sta durando quasi un secolo. Eppure, in ottanta lunghi anni come mai non è stata trovata una vera soluzione? Tutta colpa della diplomazia? Tutta colpa dei sionisti? Tutta colpa di Hamas o, appunto, come già detto poc’anzi, la colpa è di tutti? Di sicuro su questo argomento ci ritorneremo, sperando, comunque, di parlarvi di un insperato cessate al fuoco su entrambi gli schieramenti.