Il 6 ottobre di 100 anni fa ci furono le prime trasmissioni radiofoniche della storia
6 ottobre 1924, dunque cento anni fa esatti. Ne un giorno in più e né un giorno in meno. Negli ultimi giorni, per non dire anche negli ultimi mesi, le iniziative che celebrano questo storico anniversario si sprecano e non potrebbe essere altrimenti, compresa anche un’altra, tra le tante, che si tiene proprio in questa domenica: Radio Punto Nuovo avrà tra i suoi ospiti uno dei più grandi studiosi della Radio Marconiana, il prof. Livio Spinelli; autore dello Science Park e del Museo Marconi G. Marconi a Roma. Non solo lui, sarà presente in studio anche Elettra Marconi e Michelangelo Iossa.
Ieri avevamo accennato che in questa terza ed ultima parte ci saremmo soffermati nel ricordare, in via del tutto riassuntiva, i programmi radiofonici più importanti; quelli che sono rimasti nel cuore delle persone, degli amatori e quindi degli appassionati della radio e, soprattutto, anche quelli che la radio non la ascoltano con una certa regolarità; magari si soffermano solamente perché c’è qualche trasmissione che incuriosisce.
Incuriosisce, appunto. È il termine giusto, incuriosire. Quanti di noi, effettivamente, in questi lunghi cento anni ci siamo avvicinati anche solo per curiosità a questo oggetto misterioso e dal quale sono sempre uscite voci che ci hanno raccontato il mondo, con i vari notiziari; che ci hanno parlato di musica, in primis, e anche ci hanno raccontato lo sport in generale.
Non solo, si pensi a tutte le altre rubriche. Ai capitoli dei romanzi letti a puntate o anche ai cosiddetti radio sceneggiati. Insomma, la radio stessa è stata, è e sarà ancora una dimensione a parte. Un mondo attraverso cui si poteva solamente immaginare i luoghi e le persone attraverso l’uso delle parole grazie alla capacità di chi, con la parola stessa, ci lavorava. Il mondo della radio non è solo il pensare o credere che sia legato al mondo della musica.
Nel mondo della c’è altro e non può essere innegabile questo particolare, questo dettaglio che sembra insignificante ma che non lo è. Sia chiaro, in quest’ultimo spezzone di speciale non ci limiteremo a trascrivere il famoso elenco della lavandaia fatto solo ed esclusivamente di titoli, senza menzionare i protagonisti e, oltretutto, senza contestualizzare il periodo storico in cui, gli stessi programmi radiofonici sono stati ideati, realizzati e proposti ai radioascoltatori.
Ci teniamo a precisare tale particolare perché di voci storiche e di programmi storici, in questi cento anni, ce ne sono stati eccome. Ecco perché, il rischio dell’elenco asettico è comunque calcolato.
Un rischio che non ci permetterà di ricordare titoli e personaggi in perfetto ordine cronologica e non tanto perché si rivelerebbe un’impresa titanica quanto, semmai, ad una concezione dei ricordi sparsi nella nostra mente senza alcun ordine prestabilito e basato, in tutto e per tutto, sulla mera spontaneità. Dunque, si parta da Jack Folla per poi ricordare: Approdo, Alto Gradimento, Bandiera Gialla, la Barcaccia, Botta e Risposta, Campo dei fiori e il Cantagiro, Ciak, Una commedia in trenta minuti, La corrida, Domenica Sport, Tutto il calcio minuto per minuto.
E ancora: Farheneit, Giallo Radiofonico, Il filo di Arianna, Gran Varietà, Hit Parade, Hollywood Party, Le interviste impossibili, Mi racconti una fiaba, Qui Radio, Radio anch’io, Il ruggito del coniglio e Zapping.
Non solo non li abbiamo messi in ordine cronologico ma abbiamo cercato, addirittura, di farveli ricordare stravolgendo, persino, l’ordine alfabetico. è chiaro che questi sono solamente alcuni titoli che abbiamo riportato, senza ancora menzionare ai vari protagonisti. Senza ricordare i grandi protagonisti che hanno aiutato la radio stessa ad essere ciò che è oggi. Dal leggendario Corrado ad Elio Pandolfi, da Niccolò Carosio a tutti i radiocronisti di Tutto il calcio minuto per minuto e tanti altri ancora, per un elenco davvero infinito.
La verità è che non si possono condensare cento anni in uno speciale di due, tre, quattro o cinque parti. La verità è che ognuno di questi programmi, di questi protagonisti meriterebbe il suo spazio, meriterebbe di venir ricordato come merita e non in maniera superficiale. D’altronde si sa che in queste occasioni è impossibile parlare di tutto in una sola volta. Certi eventi, certi avvenimenti della storia, che sia nostra o di altre nazioni vanno sempre affrontati con una certa calma e attenzione; e la radio non deve essere da meno. Non può essere da meno anche per un altro motivo ben preciso.
Ovvero quello che abbiamo menzionato all’inizio di questo speciale suddiviso in tre parti: nel senso di riprendere quel discorso mai veramente incominciato, semmai solo di striscio, sulla storia anche della televisione. A questo punto, vi chiederete voi, cari lettori, in che modo racconteremo entrambi i mondi? Diametralmente opposti ma allo stesso tempo anche vicini, per non dire anche, paralleli tra loro? Vi potremmo rispondere già da adesso, svelando cosa in verità abbiamo in mente. Ma come sempre rimaniamo fedeli a noi stessi senza mai svelarvi nulla in anticipo.
Ciò significa che racconteremo con molta parsimonia il doppio mondo sia della radio e sia della televisione, quest’ultima andando di molto indietro nel tempo; mentre per quanto riguarda la radio potremo tranquillamente andare avanti e indietro nel tempo scoprendo e riscoprendo ciò che ha conquistato i radioascoltatori. Senza però dimenticare una parte fondamentale di ciò che la radio stessa è diventata oggi: quella dei podcast. Anche su questo ci sarebbe da realizzare, al massimo, un piccolo speciale. Per il momento basterebbe soffermarsi solamente sulla definizione stessa della parola, in modo da introdurvi al meglio su tale argomento.
Ma anche su questo rimaniamo un po’ tirati con le parole e soprattutto con quello che dobbiamo dire. d’altronde, si potrebbe tranquillamente affermare che con tale termine, podcast, è una prosecuzione della radio stessa. Un nuovo modo di intenderla e di diffonderla. In effetti anche noi di FreeTopix Magazine, grazie alla serie di appuntamenti ‘In campo con Freetopix’, ogni giovedì mattina, siamo proiettati verso quella direzione.
Una direzione presa in molti e che non sempre porta alla radio stessa, semmai ad una mera imitazione e chissà, se tra cento anni, questo nuovo mezzo sarà attrattivo come la radio stessa, considerando che la medesima, tra altri dieci lunghi decenni avrà duecento di anni.