Il 28 settembre di 40 anni fa usciva ‘C’era una volta in America’
Sono trascorsi quaranta lunghi anni da quel 28 settembre del 1984 e il tutto il mondo non sapeva ancora che quel film, che ‘C’era una volta in America’, sarebbe stato il suo ultimo lungometraggio, come si diceva un tempo. Un’opera cinematografica che è stata definita a più riprese come un testamento dello stesso Leone. Un’opera talmente evocativa in cui a messo tutto sé stesso. Anni dopo alla sua prematura scomparsa, qualcuno ipotizzò che il cuore non avesse retto proprio a causa dello stress che si era portato dietro per la realizzazione del film del 1984.
Quanto sia vero questo dettaglio? Non si sa. L’unica cosa che si sa, come detto nella parte precedente, il film venne ingiustamente tagliato e rimontato in un modo illogico, non tanto per qualche operazione di boicottaggio, semmai perché, molto probabilmente, era considerato troppo lungo. La durata ufficiale parte di 4 ore ed 11 minuti. Anche se nei vari passaggi televisivi, si dice, che venga mostrata quella di tre ore e mezza.
Proprio in merito a questo ci sovviene una domanda e non tanto per innescare la classica polemica: semmai una mera considerazione interrogativa che ci porta a ragionare proprio su quest’ultimo dettaglio non tanto insignificante. Se non avessero mai e poi mai effettuato quei tagli ‘C’era una volta in America’ avrebbe ottenuto la statuetta d’oro?
E semmai la risposta fosse positiva: per quali categoria? Quella come miglior regia? Quella come miglior attore protagonista o, forse, quella più logica: quella come miglior colonna sonora. Senza dimenticare anche quella come miglior film. anche se, ancora oggi, rimane pur sempre un mistero di come l’Academy Award non abbia mai e poi mai attribuito la statuetta d’oro ad Ennio Morricone. Una statuetta d’oro che venne conferita alla fine della sua carriera, per non dire durante l’ultimo periodo della sua vita.
Non divaghiamo, in questo lungo speciale è capitato più di una volta ed è anche naturale, visto la mole degli argomenti trattati. Argomenti più volte analizzate in tutte le salse in vari saggi cinematografici e non solo su tutti i suoi film anche, per esempio, sui film relativi alla trilogia del dollaro; alla trilogia del tempo. Per non dire anche sui singoli film. i più gettonati sono, ovviamente, i due ‘C’era una volta il west e l’America’.
In tutti i casi, in tutte le pubblicazioni, si cerca in ogni modo di apprendere non le tecniche cinematografiche Leone fruiva, no. Si cerca di comprendere la sua arte cinematografica, quella che lo ha portato a realizzare capolavori che ancora adesso, nelle varie facoltà di cinema stanno cercando di apprendere. E la sua arte stessa non è stato solo fonte ispiratrice di altri cineasti di notevole spessore, no. Sergio Leone, con la sua arte, ha insegnato a fare film western agli americani stessi. Una cosa impensabile, prima del suo avvento, prima delle sue opere che hanno lanciato nuovi canoni cinematografici e soprattutto riscritto le leggi della cinematografia mondiale stupendo tutti.
Torniamo, però, al film e al suo significato e alla voglia da parte del regista di raccontare un’America che ormai non esiste più. attenzione, però, chi conosce bene la storia del film sa benissimo a cosa stiamo facendo riferimento. Andiamo indietro nel tempo, quando in tv andava in onda una trasmissione condotta da Corrado. In quella puntata fece una breve ospitata Sergio Leone e ci fu questo dialogo fra i due:
ecco, perché ha usato il termine c’era una volta. Perché per lui L’America, la sua America, era una favola finita già da un pezzo. Ma una favola, comunque, amara che non poteva essere raccontata solo con gli occhi di un bambino, ma anche con quelli di un adulto. Una favola dove anche la crudeltà ed il cinismo la facevano da padrone.
Una favola dove si può sognare ad occhi aperti e, allo stesso tempo, bisogna stare sempre con i piedi per terra perché la realtà, la dura realtà, porta sempre il conto. Altro dettaglio da non sottovalutare nei film di Sergio Leone è la questione del tempo e del periodo di ambientazione. Nonostante, in alcuni casi, sembra essere palese in quale periodo storico si muovono i personaggi Sergio Leone conferisce agli luoghi che circondano i suoi protagonisti una dimensione atemporale, ossia senza tempo.
Eppure, nel film del 1984 il periodo storico è ben chiaro nella testa del regista che lo fa intendere anche a guarda il film. osservando bene, però, le scene, come sia Robert De Niro e James Woods si muovono insieme al resto degli altri attori, pare che tutto sia riconducibile all’assenza di tempo; che tutto sia relativo ad una dimensione propria.
Per dirla nel linguaggio di oggi, è come se esistesse una sorta di multiverso tra il cinema classico, quello abituale, quello che vediamo tutti i giorni, è quello ideato da Leone in persona. La nostra è molto di più di una semplice impressione. Un’impressione che è stata confermata anche nel corso di questi lunghi quarant’anni.
Chissà, se Sergio Leone, non fosse scomparso il 30 aprile di trentacinque anni fa cosa ci avrebbe regalato? Anni dopo si era scoperto che stava preparando un altro kolossal, un’altra opera da vedere ma anche da studiare e cercare di capire in quale direzione volesse andare. La grandezza del regista romano sta nell’essere riuscito a miscelare, perfettamente, due elementi che per lo stesso cinema, in molte occasioni, rappresentano l’antitesi dell’una e dell’altra.
Stiamo parlando dell’aspetto autoriale e di quello commerciale, in cui i temi oggettivi si fondono nell’aspetto più introspettivo possibile: quello della malinconia e quello, paradossalmente, del tempo che passa nonostante in cui il ‘tempo’ stesso nelle sue storie non è mai ben indicato; è sempre lasciato al caso, conferendogli quell’alone di mistero.
In questo lungo speciale, dedicato ai due film di Leone, non abbiamo detto proprio tutto quello che volevamo; non siamo entrati nel profondo dell’una e dell’altra storia. Ci siamo limitati, si fa per dire, ad approfondire alcuni temi, alcune impressioni che ruotano ancora oggi intorno alle sue opere. Ma non celebrare questi due anniversari sarebbe stato un vero e proprio delitto, in questo particolare settembre che richiama quello di sessanta anni fa e di quaranta anni fa.