Il 18 settembre di quaranta anni fa prendeva il via il telefilm versione televisiva dell’Ispettore Callaghan

Riccardo Cacciatore. Si, in fondo tradotto in italiano è questo, nella sostanza il suo nome. Un nome che, proprio nella nostra lingua, appare comune, normale, non spicca come un classico eroe dal quale ci si può fidare e chiedere aiuto. Nel senso che non porterebbe con sé nessuna aurea leggendaria da trasmettere ai posteri, intesi come amanti delle serie tv. Eppure, se prendiamo lo stesso nome e lo americanizziamo? A questo punto dobbiamo fermarci ancor prima d’incominciare per andare, come sempre, con ordine.

Partiamo, però, da un presupposto. Non è la prima volta che ci troviamo a ricordare questa serie televisiva anni ’80; la celebrammo per un anniversario non direttamente legato ad essa. Un anniversario legato agli anni ’70 e il grande schermo inaugurava, con un film in particolare, una serie di eroi che avrebbero riempito le sale cinematografiche nei decenni successivi.

Eroi che, per molti versi, potevano essere considerati anche come antieroi. Nel senso che rappresentavano la legge, erano tutori della legge, ma usavano, in diverse occasioni, modi dichiaratamente spicci per risolvere casi e situazioni. Il primo rappresentate di questa categoria così affascinante di poliziotti un po’ troppo sulle righe, ma al tempo stesso con un alto senso di giustizia, è conosciuto come Philip Callaghan.

Si, proprio quell’ispettore della polizia di San Francisco interpretato per ben cinque volte al cinema da Clint Eastwood. L’esordio di questo protagonista risale nel 1971, con il film cult ‘Dirty Harry’; da noi conosciuto come ‘Ispettore Callaghan: il caso scorpio è tuo!’. Fu un successo clamoroso, firmato dalla regia di Don Siegel, che portò allo stesso Eastwood alla consacrazione definitiva dopo che, sette anni prima, venne lanciato da Sergio Leone nell’iconico ‘Per un pugno di dollari’.

Come detto, il primo film portò alla realizzazione di altri episodi e dal titolo: Una 44 magnum per l’Ispettore Callaghan, del 1973; Cielo di piombo, ispettore Callaghan, del 1976; Coraggio… fatti ammazzare, del 1983; Scommessa con la morte, del 1988. Cinque film che fecero entrare il personaggio nella storia del cinema, cinque film che convinsero Stephen J. Cannel, autore di storie televisive, di creare un altro personaggio sulla falsariga di quello di Eastwood.

Esattamente questa operazione incominciò a materializzarsi, quasi sicuramente, dopo il terzo episodio cinematografico, quello del 1976 e durante la realizzazione del quarto film. Le ambientazioni dello show televisivo rimasero sempre nell’assolata California, ma spostando di qualche miglio l’azione. Non più sotto al Golden Gate ma nella città degli angeli, Los Angeles.

Una scelta doverosa per non trasformare il futuro serial in una copia identica e precisa dell’originale visto al cinema. Dunque, si potrebbe dire che ‘Hunter’, questo il titolo del telefilm doveva essere la versione televisiva dell’Ispettore Callaghan in maniera indiretta. Non a caso c’erano tutti gli elementi che richiamavano la saga cinematografica. Due su tutti e ciò si evince chiaramente nel pilot andato in onda il 18 settembre di quaranta anni fa che Rick Hunter, il famoso Riccardo Cacciatore che menzionavamo prima, non riusciva a trovare un partner di lavoro e che i suoi superiori, all’inizio, non lo vedevano di buon occhio e per un motivo molto preciso.

Rispetto all’iconico Ispettore, il Sergente della Squadra Omicidi di Los Angeles, Rick Hunter, proveniva da una famiglia di mafiosi, dunque un preconcetto, un pregiudizio molto pesante che, proprio per effetto delle su origini, gli procurava non pochi conflitti all’interno del Dipartimento di polizia. L’unica che iniziò ha dargli molta fiducia fu la pari in grado Dee Dee McCall, una poliziotta altrettanto grintosa, con la quale farà coppia fissa fino alla penultima stagione ma adesso andiamo per gradi.

Ma torniamo sulle caratteristiche del personaggio principale. Dicevamo, dunque che il modo di fare del poliziotto, dai modi abbastanza spicci, ricordava di gran lunga l’Ispettore Callaghan, solo che la leggenda vivente, Clint Eastwood, non poteva misurare il suo talento nel piccolo schermo. Difatti, a quei tempi, i telefilm erano considerati come uno spettacolo di serie B.

Il cinema era quello di serie A, per non dire anche l’attuale Champions League o, addirittura, il Mondiale di calcio. I tempi, però, sono cambiati e le serie tv di oggi hanno preso molto dal cinema e, a sua volta, il grande schermo ha preso molto dalle prime.

Nel 1984 questa fusione o questa prospettiva non c’era ancora. La distinzione era ancora ben netta e il 18 settembre di quello stesso anno apparve, sul piccolo schermo, uno dei sergenti di polizia più ‘cazzuti’ che non si erano mai visti fino a quel momento; come abbiamo lasciato intendere in precedenza. Se, alla fine, non poteva essere arruolato il buon vecchio Clint i produttori si dovettero accontentare, per così dire, di un’ex stella del football americano, che si ritirò giusto quarant’anni fa per un incidente.

Si narra, però, che l’improvvisato attore non era poi così improvvisato. Nel senso che verso la fine della sua carriera sportiva aveva anche studiato recitazione riuscendo, persino, a prendere parte, per una sola apparizione in un episodio del ben più famoso telefilm ‘Chips’. Un episodio in cui i protagonisti principali non erano nemmeno presenti.

Qualche anno più, dal suo ritiro, Fred Dryer, questo il nome dell’ex-giocatore di football, a partire da quel lontano 18 settembre del 1984, come già ricordato, divenne per tutti ‘Hunter’ o meglio il Sergente Rick Hunter, della squadra omicidi della polizia di Los Angeles. Il titolo del telefilm, quindi, era il cognome del protagonista.

Come detto John Frederick Dryer, questo il suo vero nome di battesimo, prima di diventare uno dei volti più popolari della televisione americana, prima, e mondiale, dopo, fu un giocatore professionista. Nato il 6 luglio del 1946, stesso giorno, mese ed anno di Sylvester Stallone, nella contea californiana di Hawthorne. Dryer era quello che, più comunemente dalle nostre parti, si definisce un difensore e per la precisione un ‘defensive end’. Ossia, un giocatore appartenente all’ultima linea che copre la propria area di campo.

La sua carriera da giocatore ebbe inizio, ufficialmente, nel 1969 e terminò nel 1981. In questi oltre dieci anni ha indossato le casacche di sole due squadre: i New York Giants e i Los Angeles Rams. Nel periodo delle giovanili giocò per i San Diego State Aztecs.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *