Come furono scelti gli attori principali della serie cult anni ’80?

E quali sono questi elementi? Solitamente la combinazione che porta ad una serie televisiva di successo non è mai semplice. Il successo, come ben si sa, non ha regole; ciò vale per qualsiasi settore del mondo dello spettacolo e non solo. quando in quel 16 settembre del 1984, sul canale Nbc si intuì che qualcosa di nuovo era finalmente apparso sul piccolo schermo. una storia o una serie di storie totalmente differente rispetto ai classici cliché che fino a quel momento si erano visti e ancor con notevole seguito.

Per alcuni, ‘Miami Vice’ potrebbe essere addirittura avanti con i tempi, avanti rispetto a quegli anni ’80 in cui è stato realizzato ed ambientato, in cui lo stile, in senso generale, le trame e il modo di affrontarle sembrava essere farina dei giorni nostri e non tanto di quelli proprio di quello stesso decennio. Quindi nel momento in cui apparvero, per la prima volta nel pilot della serie, i due personaggi principali, gli autori avevano lasciato intendere con non era il solito show televisivo e basta. Ma molto, molto di più.

Se nella prima parte ci siamo naturalmente soffermati su come il telefilm è stato ideato, scoprendo che non fu una sola persona ad avere il lampo di genio, in questa seconda parte ci concentreremo su quei dettagli che hanno permesso, ancora oggi, a distanza di quattro lunghi decenni di considerare questo show televisivo, a detta di molti, il vero serial tv del decennio 1980.

Ma è veramente così? O è solo una tipica esagerazione da fans sfegatati? Ma come sempre andiamo con ordine, partendo dalla composizione del cast o meglio come vennero scelti i due attori principali. Partendo dal presupposto che gli autori avevano in mente una coppia di poliziotti, un bianco ed un afroamericano, il casting che venne organizzato era logico che si mosse in quella direzione.

Dobbiamo però dire che la direzione in cui i produttori si mossero era veramente di alto livello. In effetti, se vi indichiamo dei nomi, soffermandoci al momento solo su un personaggio, vi faremo rendere conto di quanto si puntasse già in alto fin dall’inizio. Per Sonny Crockett, si pensava che i volti di Jeff Bridges e, addirittura, Nick Nolte e, forse quello più azzeccato di Mickey Rourke, potessero andare non bene ma benissimo.

Tutti e tre, però, diedero picche, nel senso che rifiutarono quello che è considerato, ormai da ben quaranta anni, un ruolo iconico. Eppure, bisogna anche contestualizzare l’epoca in cui venne girata la serie. Difatti, in quel periodo i telefilm stessi venivano considerati come cinema di serie b e, dunque, servivano solo ed esclusivamente al lancio di nuovi attori e di riproporre vecchie glorie. Quindi, era anche logico che i tre interpreti che abbiamo menzionato in precedenza si ponessero in una posizione di mero rifiuto: perché significava fare un passo indietro nella propria carriera.

A quel punto si decise di virare verso altri nomi un po’ più ‘televisivi’, diciamo così; nel senso più abbordabili e non importava se per alcuni sarebbe stata la loro seconda esperienza professionale sul piccolo schermo. in fondo, di esempi ce ne sono stati: si pensi a William Shatner che una quindicina di anni dopo il capitano Kirk, in Star Trek, continuò in modo positivo la sua seconda esperienza sul piccolo schermo con il serial tv: T. J. Hooker.

Altro esempio è rappresentato da David Hasselhoff il quale, dopo il Knight Rider, conosciuto in Italia con il titolo di Supercar, ottenne un altro planetario successo con Baywatch. Questo discorso sarebbe potuto valere anche per Larry Wilcox, il John Becker partner di Franck Poncharello, Erik Estrada, nei ‘Chips’. Il termine di questo telefilm il biondo attore, ormai affermatosi con quel ruolo, era pronto, molto probabilmente per la sua più grande sfida: quella di essere il poliziotto di Miami Sonny Crockett.

Eppure, ad Antony Yerkovic, rispetto agli altri suoi due colleghi, qualcosa non lo convinceva: l’idea di coinvolgere un attore già visto in un’altra serie televisiva, soprattutto con la faccia da bravo ragazzo non gli andava proprio a genio. Così s’impuntò, ed ebbe persino ragione, sul semisconosciuto Don Johnson. Il punto, a sua volta, però era anche un altro, ovvero che nessuno voleva Don Johnson per girare il pilot.

Il motivo, per certi versi, aveva veramente dell’incredibile: lo stesso attore, in quel periodo, non godeva di ottima fama: era considerato un ‘ammazza pilot’, nel senso che partecipava ai vari episodi introduttivi di future televisive che, per qualsiasi tipo di ragione, non venivano poi realizzate. Il Pilot di Miami Vice fu, per lui, una vera e propria liberazione.

Non finisce qui, perché i produttori avevano in mente, per quanto riguarda anche l’altro personaggio un nome altisonante. Altisonante per i nostri tempi, visto che all’inizio degli anni ’80 Denzel Washington non era ancora una delle stelle di prim’ordine del cinema americano. Si, comunque: proprio così. il futuro ‘The Equalizer’ cinematografico era in lizza per interpretare Ricardo Tubbs, storico partner di Sonny Crockett. Alla fine, chi venne scelto fu l’attore Philip Michael Thomas.

Quest’ultimo, proprio durante l’ultima stagione della serie, sarà chiamato da una produzione internazionale per lavorare insieme a Bud Spencer nel telefilm, di soli sei episodi la prima stagione, dal titolo ‘Detective Extralarge’. L’anno era il 1991, mentre ‘Miami Vice’ terminerà nel 1989, dunque trentacinque anni fa. Si potrebbe dire, ulteriormente, che il serial tv ebbe un duplice finale.

Il primo datato 28 giugno 1989, il secondo datato il 25 gennaio del 1990, con un film che chiudeva la serie di episodi. Dunque, avremmo potuto realizzare un duplice anniversario, ma lo ammettiamo: ci piace celebrare, in questo caso, un qualcosa che inizia; un qualcosa che è rimasto nel tempo a distanza di anni e che, per certi versi, ci poteva anche far aprire questo speciale anche in un altro modo: ovvero con una domanda ben precisa.

La produzione di un telefilm è capace di rivitalizzare delle aeree urbane anche e soprattutto per scopi sociali o è solamente una leggenda metropolitana? La risposta non ve la diamo adesso, rimanete in attesa.

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