Il telefilm cult degli anni ’80, in questi giorni, compie i suoi 40 anni: Michael Mann non fu l’unico autore della serie tv

Questo speciale è davvero proprio strano, non tanto per la tematica trattata: la celebrazione di una serie cult anni ’80, semmai per quanto riguarda i tempi di pubblicazione che si sviluppano lungo questo fine settimana a partire da oggi, sabato 14 settembre, per poi terminare il lunedì che verrà.

Un modo singolare, quindi, per festeggiare il compleanno di un telefilm, all’epoca così si chiamavano in Italia i cosiddetti show televisivi, che ha fatto la storia della tv e non solo: che ha fatto addirittura tendenza e non solo sul finire della prima metà degli anni’80, ma anche all’inizio degli anni ’90.

Un telefilm che ha portato con sé una piccola rivoluzione, forse, non colta subito e, molto probabilmente, è legata, erroneamente, ad un altro show televisivo degli anni ’80, di fine decennio, di cui è già passato sotto la nostra lente d’ingrandimento tra giugno e luglio, ma non sveliamo ancora di quale titolo si tratta; i parallelismi e i paragoni, seppur lontani e indiretti, li rinviamo al momento giusto.

Una rivoluzione che si affermò, inizialmente, qualche anno prima dell’anno 1984 e sempre attraverso il tubo catodico. Comunque, le cronache dell’epoca vogliono che ad ispirare uno dei più grandi autori, sia televisivi che cinematografici, fu un articolo di giornale, guarda caso, esclusivamente incentrato sulla vita dei poliziotti infiltrati tra i trafficanti di droga. Non proprio una passeggiata, dunque, soprattutto se gli stessi agenti di polizia dovevano fingere ciò che non erano, anche all’insaputa delle persone più care, nel tentativo di incastrare i boss del traffico di polvere bianca.

Attenzione, però, l’articolo giornalistico è solo uno dei tanti dettagli sull’origine di questo telefilm che, secondo la leggenda avrebbe addirittura ben ‘tre padri’ putativi e non importa se solamente due sono accreditati come creatori ufficiali. Ma come sempre, andiamo con ordine. quindi mettetevi comodi per leggere attentamente questa storia.

Nel 1981 viene lanciato il canale americano Mtv. È inutile precisare e ricordare cosa comportò: una vera e propria rivoluzione. Esatto, proprio a quella stesso stravolgimento a cui in precedenza stavamo facendo riferimento. Il canale musicale più famoso del mondo ispirò uno dei dirigenti più geniali della sua epoca, Brandon Tartikoff. Sicuramente questo nome ai più non dirà effettivamente nulla, ma se più avanti vi diciamo a quali show televisivi è legato capirete di chi stiamo parlando.

Brandon, all’inizio degli anni ’80, era il responsabile della divisione intrattenimento della Nbc. Quando venne lanciato il canale musicale o comunque anche qualche tempo successivo, lo stesso Brandon segnò un appunto su un foglietto che passò ad un produttore televisivo legato al network televisivo. Su quel pezzo di carta c’era scritto una sola frase composta di due parole: ‘Mtv Cops’ e il produttore al quale venne affidato il promemoria si chiamava Anthony Yerkovic e la serie televisiva? Miami Vice.

Tra i due, cioè Tartikoff e Yerkovic, accadde qualcosa d’insolito: entrambi si sarebbero dichiarati, per la ragioni più disparate ideatori dello show televisivo. Il primo per quanto riguarda l’ispirazione che aveva avuto dal canale musicale di Mtv, mentre per quanto riguarda il secondo è legato all’articolo che raccontava dei poliziotti infiltrati.

Ma si potrebbe dire che sulla scena apparve anche un terzo ‘padre putativo’ il quale non solo era un produttore, ma era anche uno sceneggiatore o comunque uno scrittore di storie. Il suo compito fu quello di sviluppare la trama principale. Fino a quel momento Michael Mann, il cosiddetto terzo incomodo di questa che potrebbe essere tranquillamente una storia di telefilm, aveva già lavorato, sia come regista e sia come autore televisivo alle sceneggiature di show televisivo; tra cui l’altrettanto leggendario ‘Starsky & Hutch’.

Quando venne chiamato a produttore e quindi a realizzare Miami Vice, Mann iniziò a concentrarsi sugli esterni della città situata nello Stato della Florida. Soffermandosi sui colori giusti, non solo dei palazzi, degli angoli di strada ma anche sugli abiti che gli stessi attori avrebbero dovuto indossare sul set.

Il taglio che né usci, in termini di immagini da mostrare, con una fotografia prettamente in stile cinematografico e con inquadrature panoramiche e veloci a giustificare e, per certi versi a riprendere lo stile dei primi videoclip musicali dell’epoca. D’altronde, soprattutto, su questo dettaglio c’è proprio la firma dello sfortunato dirigente della Nbc, scomparso nel 1997 per un male incurabile. Yerkovic, d’altronde, se ha, come giusto che sia dei meriti è perché si ritrovo a leggere quell’articolo di giornale.

La sensazione è che ognuno dei tre ha veramente contribuito in un modo o nell’altro, anche in maniera indipendente, a realizzare quello che in televisione, a partire da quel 16 settembre del 1984, nessuno aveva ancora mai visto. Non tanto per i toni drammatici che si vedevano anche in altri show televisivi dell’epoca e di quel periodo. Si pensi all’altrettanto iconico ‘Hill Street – Giorno e notte’, che se guardandolo attentamente possiamo trovare in anticipo ciò che rappresenterà ‘Nypd Blue’ nei successivi anni ’90.

Si potrebbe anche precisare che nessuno dei tre sapeva benissimo che quello che sti stava realizzando avrebbe avuto a che fare con una vera e propria rivoluzione e, semmai fosse stato così, chissà quanto sarebbe stata voluta. Fin dal primissimo episodio, conosciuto come pilot, Miami Vice attirò comunque l’attenzione di molti non solo del pubblico del tubo catodico ma anche della critica. Il genere in cui si andò ad inserire lo stesso show televisivo era quello non solamente poliziesco, ma anche action. nel senso che non disdegnava inseguimenti e violenza. D’altronde il tema portante era, sì, il mondo della droga, collegato a quello della prostituzione e a omicidi. Nelle sue cinque stagioni, tutte composte rigorosamente da 22 episodi ciascuna, il telefilm venne candidato a ben quattordici Grammy award, ma ne vincerà solamente quattro.

La serie tv, che quasi venti anni fa ebbe anche un passaggio sul grande schermo con una trasposizione cinematografica che non le rendeva veramente giustizia e di questo ne parleremo più avanti, venne addirittura impreziosita dalla partecipazione di molte star dell’epoca e non solo della tv e del cinema, ma anche della musica. Forse anche per questo viene considerato un cult, ciò però non basta. Ci sono anche altri elementi.

Questo speciale è davvero proprio strano, non tanto per la tematica trattata: la celebrazione di una serie cult anni ’80, semmai per quanto riguarda i tempi di pubblicazione che si sviluppano lungo questo fine settimana a partire da oggi, sabato 14 settembre, per poi terminare il lunedì che verrà.

Un modo singolare, quindi, per festeggiare il compleanno di un telefilm, all’epoca così si chiamavano in Italia i cosiddetti show televisivi, che ha fatto la storia della tv e non solo: che ha fatto addirittura tendenza e non solo sul finire della prima metà degli anni’80, ma anche all’inizio degli anni ’90.

Un telefilm che ha portato con sé una piccola rivoluzione, forse, non colta subito e, molto probabilmente, è legata, erroneamente, ad un altro show televisivo degli anni ’80, di fine decennio, di cui è già passato sotto la nostra lente d’ingrandimento tra giugno e luglio, ma non sveliamo ancora di quale titolo si tratta; i parallelismi e i paragoni, seppur lontani e indiretti, li rinviamo al momento giusto.

Una rivoluzione che si affermò, inizialmente, qualche anno prima dell’anno 1984 e sempre attraverso il tubo catodico. Comunque, le cronache dell’epoca vogliono che ad ispirare uno dei più grandi autori, sia televisivi che cinematografici, fu un articolo di giornale, guarda caso, esclusivamente incentrato sulla vita dei poliziotti infiltrati tra i trafficanti di droga. Non proprio una passeggiata, dunque, soprattutto se gli stessi agenti di polizia dovevano fingere ciò che non erano, anche all’insaputa delle persone più care, nel tentativo di incastrare i boss del traffico di polvere bianca.

Attenzione, però, l’articolo giornalistico è solo uno dei tanti dettagli sull’origine di questo telefilm che, secondo la leggenda avrebbe addirittura ben ‘tre padri’ putativi e non importa se solamente due sono accreditati come creatori ufficiali. Ma come sempre, andiamo con ordine. quindi mettetevi comodi per leggere attentamente questa storia.

Nel 1981 viene lanciato il canale americano Mtv. È inutile precisare e ricordare cosa comportò: una vera e propria rivoluzione. Esatto, proprio a quella stesso stravolgimento a cui in precedenza stavamo facendo riferimento. Il canale musicale più famoso del mondo ispirò uno dei dirigenti più geniali della sua epoca, Brandon Tartikoff. Sicuramente questo nome ai più non dirà effettivamente nulla, ma se più avanti vi diciamo a quali show televisivi è legato capirete di chi stiamo parlando.

Brandon, all’inizio degli anni ’80, era il responsabile della divisione intrattenimento della Nbc. Quando venne lanciato il canale musicale o comunque anche qualche tempo successivo, lo stesso Brandon segnò un appunto su un foglietto che passò ad un produttore televisivo legato al network televisivo. Su quel pezzo di carta c’era scritto una sola frase composta di due parole: ‘Mtv Cops’ e il produttore al quale venne affidato il promemoria si chiamava Anthony Yerkovic e la serie televisiva? Miami Vice.

Tra i due, cioè Tartikoff e Yerkovic, accadde qualcosa d’insolito: entrambi si sarebbero dichiarati, per la ragioni più disparate ideatori dello show televisivo. Il primo per quanto riguarda l’ispirazione che aveva avuto dal canale musicale di Mtv, mentre per quanto riguarda il secondo è legato all’articolo che raccontava dei poliziotti infiltrati.

Ma si potrebbe dire che sulla scena apparve anche un terzo ‘padre putativo’ il quale non solo era un produttore, ma era anche uno sceneggiatore o comunque uno scrittore di storie. Il suo compito fu quello di sviluppare la trama principale. Fino a quel momento Michael Mann, il cosiddetto terzo incomodo di questa che potrebbe essere tranquillamente una storia di telefilm, aveva già lavorato, sia come regista e sia come autore televisivo alle sceneggiature di show televisivo; tra cui l’altrettanto leggendario ‘Starsky & Hutch’.

Quando venne chiamato a produttore e quindi a realizzare Miami Vice, Mann iniziò a concentrarsi sugli esterni della città situata nello Stato della Florida. Soffermandosi sui colori giusti, non solo dei palazzi, degli angoli di strada ma anche sugli abiti che gli stessi attori avrebbero dovuto indossare sul set.

Il taglio che né usci, in termini di immagini da mostrare, con una fotografia prettamente in stile cinematografico e con inquadrature panoramiche e veloci a giustificare e, per certi versi a riprendere lo stile dei primi videoclip musicali dell’epoca. D’altronde, soprattutto, su questo dettaglio c’è proprio la firma dello sfortunato dirigente della Nbc, scomparso nel 1997 per un male incurabile. Yerkovic, d’altronde, se ha, come giusto che sia dei meriti è perché si ritrovo a leggere quell’articolo di giornale.

La sensazione è che ognuno dei tre ha veramente contribuito in un modo o nell’altro, anche in maniera indipendente, a realizzare quello che in televisione, a partire da quel 16 settembre del 1984, nessuno aveva ancora mai visto. Non tanto per i toni drammatici che si vedevano anche in altri show televisivi dell’epoca e di quel periodo. Si pensi all’altrettanto iconico ‘Hill Street – Giorno e notte’, che se guardandolo attentamente possiamo trovare in anticipo ciò che rappresenterà ‘Nypd Blue’ nei successivi anni ’90.

Si potrebbe anche precisare che nessuno dei tre sapeva benissimo che quello che sti stava realizzando avrebbe avuto a che fare con una vera e propria rivoluzione e, semmai fosse stato così, chissà quanto sarebbe stata voluta. Fin dal primissimo episodio, conosciuto come pilot, Miami Vice attirò comunque l’attenzione di molti non solo del pubblico del tubo catodico ma anche della critica. Il genere in cui si andò ad inserire lo stesso show televisivo era quello non solamente poliziesco, ma anche action. nel senso che non disdegnava inseguimenti e violenza. D’altronde il tema portante era, sì, il mondo della droga, collegato a quello della prostituzione e a omicidi. Nelle sue cinque stagioni, tutte composte rigorosamente da 22 episodi ciascuna, il telefilm venne candidato a ben quattordici Grammy award, ma ne vincerà solamente quattro.

La serie tv, che quasi venti anni fa ebbe anche un passaggio sul grande schermo con una trasposizione cinematografica che non le rendeva veramente giustizia e di questo ne parleremo più avanti, venne addirittura impreziosita dalla partecipazione di molte star dell’epoca e non solo della tv e del cinema, ma anche della musica. Forse anche per questo viene considerato un cult, ciò però non basta. Ci sono anche altri elementi.

Questo speciale è davvero proprio strano, non tanto per la tematica trattata: la celebrazione di una serie cult anni ’80, semmai per quanto riguarda i tempi di pubblicazione che si sviluppano lungo questo fine settimana a partire da oggi, sabato 14 settembre, per poi terminare il lunedì che verrà.

Un modo singolare, quindi, per festeggiare il compleanno di un telefilm, all’epoca così si chiamavano in Italia i cosiddetti show televisivi, che ha fatto la storia della tv e non solo: che ha fatto addirittura tendenza e non solo sul finire della prima metà degli anni’80, ma anche all’inizio degli anni ’90.

Un telefilm che ha portato con sé una piccola rivoluzione, forse, non colta subito e, molto probabilmente, è legata, erroneamente, ad un altro show televisivo degli anni ’80, di fine decennio, di cui è già passato sotto la nostra lente d’ingrandimento tra giugno e luglio, ma non sveliamo ancora di quale titolo si tratta; i parallelismi e i paragoni, seppur lontani e indiretti, li rinviamo al momento giusto.

Una rivoluzione che si affermò, inizialmente, qualche anno prima dell’anno 1984 e sempre attraverso il tubo catodico. Comunque, le cronache dell’epoca vogliono che ad ispirare uno dei più grandi autori, sia televisivi che cinematografici, fu un articolo di giornale, guarda caso, esclusivamente incentrato sulla vita dei poliziotti infiltrati tra i trafficanti di droga. Non proprio una passeggiata, dunque, soprattutto se gli stessi agenti di polizia dovevano fingere ciò che non erano, anche all’insaputa delle persone più care, nel tentativo di incastrare i boss del traffico di polvere bianca.

Attenzione, però, l’articolo giornalistico è solo uno dei tanti dettagli sull’origine di questo telefilm che, secondo la leggenda avrebbe addirittura ben ‘tre padri’ putativi e non importa se solamente due sono accreditati come creatori ufficiali. Ma come sempre, andiamo con ordine. quindi mettetevi comodi per leggere attentamente questa storia.

Nel 1981 viene lanciato il canale americano Mtv. È inutile precisare e ricordare cosa comportò: una vera e propria rivoluzione. Esatto, proprio a quella stesso stravolgimento a cui in precedenza stavamo facendo riferimento. Il canale musicale più famoso del mondo ispirò uno dei dirigenti più geniali della sua epoca, Brandon Tartikoff. Sicuramente questo nome ai più non dirà effettivamente nulla, ma se più avanti vi diciamo a quali show televisivi è legato capirete di chi stiamo parlando.

Brandon, all’inizio degli anni ’80, era il responsabile della divisione intrattenimento della Nbc. Quando venne lanciato il canale musicale o comunque anche qualche tempo successivo, lo stesso Brandon segnò un appunto su un foglietto che passò ad un produttore televisivo legato al network televisivo. Su quel pezzo di carta c’era scritto una sola frase composta di due parole: ‘Mtv Cops’ e il produttore al quale venne affidato il promemoria si chiamava Anthony Yerkovic e la serie televisiva? Miami Vice.

Tra i due, cioè Tartikoff e Yerkovic, accadde qualcosa d’insolito: entrambi si sarebbero dichiarati, per la ragioni più disparate ideatori dello show televisivo. Il primo per quanto riguarda l’ispirazione che aveva avuto dal canale musicale di Mtv, mentre per quanto riguarda il secondo è legato all’articolo che raccontava dei poliziotti infiltrati.

Ma si potrebbe dire che sulla scena apparve anche un terzo ‘padre putativo’ il quale non solo era un produttore, ma era anche uno sceneggiatore o comunque uno scrittore di storie. Il suo compito fu quello di sviluppare la trama principale. Fino a quel momento Michael Mann, il cosiddetto terzo incomodo di questa che potrebbe essere tranquillamente una storia di telefilm, aveva già lavorato, sia come regista e sia come autore televisivo alle sceneggiature di show televisivo; tra cui l’altrettanto leggendario ‘Starsky & Hutch’.

Quando venne chiamato a produttore e quindi a realizzare Miami Vice, Mann iniziò a concentrarsi sugli esterni della città situata nello Stato della Florida. Soffermandosi sui colori giusti, non solo dei palazzi, degli angoli di strada ma anche sugli abiti che gli stessi attori avrebbero dovuto indossare sul set.

Il taglio che né usci, in termini di immagini da mostrare, con una fotografia prettamente in stile cinematografico e con inquadrature panoramiche e veloci a giustificare e, per certi versi a riprendere lo stile dei primi videoclip musicali dell’epoca. D’altronde, soprattutto, su questo dettaglio c’è proprio la firma dello sfortunato dirigente della Nbc, scomparso nel 1997 per un male incurabile. Yerkovic, d’altronde, se ha, come giusto che sia dei meriti è perché si ritrovo a leggere quell’articolo di giornale.

La sensazione è che ognuno dei tre ha veramente contribuito in un modo o nell’altro, anche in maniera indipendente, a realizzare quello che in televisione, a partire da quel 16 settembre del 1984, nessuno aveva ancora mai visto. Non tanto per i toni drammatici che si vedevano anche in altri show televisivi dell’epoca e di quel periodo. Si pensi all’altrettanto iconico ‘Hill Street – Giorno e notte’, che se guardandolo attentamente possiamo trovare in anticipo ciò che rappresenterà ‘Nypd Blue’ nei successivi anni ’90.

Si potrebbe anche precisare che nessuno dei tre sapeva benissimo che quello che sti stava realizzando avrebbe avuto a che fare con una vera e propria rivoluzione e, semmai fosse stato così, chissà quanto sarebbe stata voluta. Fin dal primissimo episodio, conosciuto come pilot, Miami Vice attirò comunque l’attenzione di molti non solo del pubblico del tubo catodico ma anche della critica. Il genere in cui si andò ad inserire lo stesso show televisivo era quello non solamente poliziesco, ma anche action. nel senso che non disdegnava inseguimenti e violenza. D’altronde il tema portante era, sì, il mondo della droga, collegato a quello della prostituzione e a omicidi. Nelle sue cinque stagioni, tutte composte rigorosamente da 22 episodi ciascuna, il telefilm venne candidato a ben quattordici Grammy award, ma ne vincerà solamente quattro.

La serie tv, che quasi venti anni fa ebbe anche un passaggio sul grande schermo con una trasposizione cinematografica che non le rendeva veramente giustizia e di questo ne parleremo più avanti, venne addirittura impreziosita dalla partecipazione di molte star dell’epoca e non solo della tv e del cinema, ma anche della musica. Forse anche per questo viene considerato un cult, ciò però non basta. Ci sono anche altri elementi.

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