L’incontro avvenne a Napoli, nel 1960, e viene raccontato dal giornalista e scrittore Michelangelo Iossa in un suo libro
Sapete una cosa? Sullo speciale di questo interessantissimo libro di Michelangelo Iossa ci era venuto in mente, addirittura, di realizzare un super reportage suddiviso in sette parti, non solo per la suddivisione in capitoli che lo stesso autore ha poi materializzato su carta, ma, come scontato che fosse, per omaggiare, alla stessa stregua di Michelangelo, il personaggio uscito dalla penna di Ian Fleming. Si, a questo punto, semmai avessimo realizzato un’operazione del genere avremmo dovuto spoilerarvi tutto il volume e non ci sarebbe stato più il famoso effetto sorpresa.
Dunque, sette capitoli, piccoli, leggeri, che si leggono senza troppe forzature, sviluppati da una scrittura semplice e diretta, in cui emerge la storia, quella con la ‘S’ maiuscola. Ian Fleming e Lucky Luciano, in questo caso, più che farla, più che rappresentarla per ovvi motivi, l’attraversano senza sapere che saranno loro ad essere guidati dal destino e non solo per il loro stesso incontro avvenuto sotto l’ombra del Vesuvio.
Iossa, in questo grande e piccolo volumetto di 142 pagine, svela retroscena, menziona anche personaggi che mai nessuno avrebbe immaginato che potessero essere collegati, racconta aneddoti che si scoprono essere legati fra loro da un impercettibile filo mosso dalla storia medesima. Si passa così dalle storie personali dei due autori a quella, sia diretta che indiretta, delle loro rispettive nazioni e nei luoghi in cui sono stati prima di approdare a Napoli.
Ogni dettaglio, particolare, ogni fatto riportato, raccontato, analizzato, non è mai lasciato al caso: ogni punto stabilito è sorretto da un ottimo legame tra i vari passaggi di tante piccole storie che, alla fine, ne formano una sola, quella più grande, la trama di questo saggio. Anche la numerazione dei singoli capitoli ha a che fare con James Bond: basta leggere il numero: 001 e così via. Proprio in stile con il personaggio ormai diventato iconico.
Aperto con la prefazione di Maurizio De Giovanni, ‘Fleming e Luciano’ presenta una suddivisione in capitoli con questi titoli di tutti evocativi e che alimentano, perché noi, la leggenda dello scrittore e del malavitoso senza mai far perdere il filo tra queste due storie parallele. E allora andiamo a scoprire questi titoli.
Si parte, come logico che sia, con il 001: L’uomo dalla parola d’Oro e il Boss; 002: L’uomo che Visse Tre Volte; 003: Dall’Inghilterra con amore; 004: Ian Fleming, l’uomo che voleva essere Bond; 005: Lucky, Napoli e quella casa in via Torquato Tasso; 006: Ian Fleming tra le braccia della Sirena Partenope e, appunto, il capitolo 007: Ian Fleming vs Lucky Luciano.
Ci sarebbe anche un ultimo capitolo, un’ultima parte non propriamente caratterizzata dalla successione numerica intesa come 008, ma semplicemente con una più semplice parola: Epilogo. Fin dai primi due capitoli Michelangelo non perde tempo nel farci entrare nell’atmosfera che gli stessi due protagonisti richiamano con due massime esternate in diverse fasi della loro stessa vita.
“A megghiu parola è chidda ca nun si dici. Questa nuova cosa che abbiamo organizzato non avrà nome, sarà una ‘cosa nostra’ e basta. È meglio così”. Si, in effetti siamo partiti a ritroso, siamo partiti dal capitolo 2 in cui si inizia a raccontare la storia di Lucky Luciano, introdotto da questa massima che sancisce originariamente l’indicazione della criminalità organizzata a cui appartiene, inizialmente, e che comanderà successivamente.
“Amo da sempre l’avventura e quando sono all’estero non rinuncio al frisson che si prova a lasciare i viali ben illuminati per addentrarsi nei vicoli, in cerca dei palpiti nascosti e autentici delle città. forse è stata questa abitudine a portarmi a scrivere storie thrilling” invece questa è di Ian Fleming da cui parte tutta la vicenda.
Una vicenda, a sua volta, che ha a che fare con il termine in inglese di ‘thrilling’, inteso come mistero. All’inizio di questo mini-speciale avevamo menzionato ad un incarico a cui lo stesso scrittore britannico gli fosse stato affidato, ovvero quello di effettuare degli articoli dedicati a delle città definite proprio con il vocabolo in inglese menzionato. E quali erano? A parte la già indicata città di Napoli, tra le altre dodici città in cui Ian Fleming doveva svolgere tale reportage, nell’elenco vennero menzionate anche alcune città americane.
Eppure, nonostante ci sarebbe anche un altro particolare, un dettaglio non proprio di poco conto: Ian Fleming nell’incontrare Lucky Luciano, riuscì nell’impresa non portata a termine da un altro grandissimo scrittore statunitense, nonché suo amico, che scomparve l’anno prima del leggendario incontro. Per evitare spoiler non dovremmo rivelare il nome di questo autore e, appunto, non lo faremo. Diciamo che, ad un certo punto, fu anche uno dei due protagonisti, oltre a farsi guidare dal destino, che agì in modo che il tutto si realizzasse.
Lo sappiamo, non possiamo dire tutto, la tentazione è anche tanta ma stiamo scrivendo con il freno a mano tirato. Ciò che possiamo invece dirvi, oltre ché ricordarvi, che questo prezioso saggio di Michelangelo Iossa ha anche ispirato ad una serie di podcast, con lo stesso titolo del libro, pubblicato attraverso la più volte citata ‘Radio Spasso’ di Tullia Pugliese.
In quell’occasione, lo stesso Iossa, con la regia della fondatrice della radio, collaborò con Andrea Raguzzino. Ogni puntata corrispondeva ad ogni capitolo del libro. Sette puntate con una durata di venti minuti ciascuno. Cos’altro si potrebbe dire? cos’altro si potrebbe sostenere in favore di questo piccolo e avvincente volumetto.
Potremmo, per esempio, affermare che ‘Fleming e Luciano’ è un’ottima operazione letteraria in cui si fondono più generi, più settori: quello del cinema legato ai libri o meglio alle cosiddette serie letterarie, al settore ben più complicato da trattare per la drammaticità delle notizie che ogni volta, come giornalisti, siamo costretti a rendervi conto, cari lettori: ovvero quello della cronaca nera. Un settore che invade sempre le pagine dei quotidiani e dei programmi televisivi sempre in maniera negativa.
Per poi non dimenticare il settore ben più importante di tutti, quello rappresentato dalla storia e non solo quello che abbiamo studiato o comunque appreso tra i banchi di scuola. Si tratta di particolari che approfondiscono determinati aneddoti.