Settimo appuntamento con il nostro editoriale attraverso, per la prima volta, iniziato a lanciare uno sguardo fuori dal nostro giornale
E siamo a due. Nel senso che sono due mesi di assoluta continuità. Dallo scorso 13 giugno ad oggi, 13 settembre, non abbiamo saltato neanche una sola giornata; non un solo giorno in cui abbiamo pubblicato, su Instagram, il classico avviso, nella storia, ‘Torniamo domani o lunedì’. Era da molto tempo che non capitava, un piccolo record. Una piccola vittoria che vogliamo condividere con tutti quanti voi cari lettori. Una vittoria che non è ancora nulla e che, per molti versi, rappresenta solamente l’inizio di quello che in verità abbiamo in mente.
È vero, però, e non avete neanche torto: stiamo per celebrare questo obiettivo in una giornata abbastanza particolare. No, non è perché siamo di venerdì e siamo vicino ad un nuovo weekend, nuovamente tutto calcistico, per la ripresa del campionato; ma perché la data di oggi ricorda, non proprio alla lontana, il titolo di una saga horror del decennio 1980: venerdì 13.
Ecco, ovviamente tutti gli scongiuri li stanno facendo oltreoceano e in Inghilterra, mentre qui da noi ‘la disgrazia’ ha a che fare con il numero 17. Ma non crediamo che sia questo il momento di perderci in possibili ‘sfighe’ o sfortune che ci potrebbero cadere addosso. Per il momento pensiamo solamente ad andare avanti e tentare, per la prima volta, una seconda operazione, per questo editoriale numero 7.
Ossia quello di non rimanere sempre ancorati entro i nostri confini ma di andare oltre, di toccare diversi temi attraverso i mass media ci bombardano di continuo, senza, però, togliere nulla alle altre rubriche. Soprattutto, non ci permetteremo mai e poi mai, in questo spazio, di scavalcare e di snaturale ‘Parole Schiette’, la rubrica che rappresenta, non solo un po’, il nostro spazio che funge da valvola di sfogo per trattare i temi caldi, per non dire anche caldissimi, che assillano la nostra società.
Sono diversi anni che non si trova un momento di pace, nel senso di sollievo per la situazione internazionale che stiamo vivendo. Sono, ormai, 23 anni che viviamo con una paura inconscia che qualcosa, prima o poi, qualcosa di grosso, qualcosa di fortemente negativo potrebbe accadere. Questa sensazione, l’inizio di ciò, ha una data, celebrata proprio l’atro ieri: l’11 settembre 2001.
Tranquilli, non vogliamo effettuare e sviluppare nessun discorso retorico o nessun discorso di rimando ai tanti articoli e servizi giornalistici che, l’altro ieri appunto, e nel corso di questi due decenni hanno dedicato all’evento. Il succo del nostro pensiero, della nostra analisi, semmai indiretta, parte proprio da quel nefasto giorno.
È anche vero, come abbiamo sostenuto in precedenza, che siamo bombardati sulla stessa notizia, 24 ore su 24; ciò determina non solo un inflazionamento, ma anche una sorta di pedanteria da parte degli stessi mass media; eppure, dobbiamo spezzare una lancia a favore dell’intera categoria, non solo perché ne facciamo parte e, giustappunto, abbiamo un conflitto d’interessi, ma perché, rispetto agli anni passati, gli stessi mass media sono triplicati. Quindi, non solo i giornali, come quotidiani, settimanali e mensili; non solo canali televisivi, con i canali all news; ci ha messo lo zampino anche internet con i miliardi di siti che e ci riportano e raccontano sempre la stessa cosa.
Per non parlare anche dei famosi talk show dove, appunto, si parla, semmai si urla senza riuscire nella vera missione: quella di far riflettere con senso critico, ma provocando solamente giudizi anche un po’ affrettati. Si, non siamo veramente positivi in tal senso e, molto probabilmente, la sensazione che avete, cari lettori, è anche quella giusta: ovvero di critiche non tanto indirette.
Dalla famigerata data di inizio millennio i mass media sono stati più o meno così, sono solamente pochi quelli che, con un certo stile, con una certa struttura, con una certa idea, hanno tentato, comunque, di portare anche delle belle notizie o comunque di non ripetersi. Nel senso, cercando di evitare di cavalcare sempre la stessa cosa.
Altra considerazione da non sottovalutare e molto spesso ne abbiamo parlato anche in maniera indiretta, è la polarizzazione delle posizioni su determinate questioni; nell’essere, aprioristicamente di parte, senza rendersene conto. Questi due particolari, FreeTopix Magazine, ha sempre cercato di evitarli, ha sempre cercato di starsene alla larga non solo per differenziarci, com’è giusto che sia, ma proprio perché siamo partiti con un’impostazione diversa.
Non è un caso in cui s’incominciava, da alcune parti, a criticare un po’ troppo la storia, FreeTopix Magazine si è posto, durante i suoi primi mesi di vita, diciamo così, di difenderla così com’è, sapendo, purtroppo per quanto riguarda gli eventi prettamente storici, quelli che hanno scosso la società, di analizzarli in maniera equilibrata; di analizzarli in modo super partes.
Ammettiamo che qualche volta, forse anche indirettamente non lo siamo stati, presi anche dall’evento da ricordare o da celebrare, evitando giudizi troppo negativi. Ecco, anche quest’altra particolarità da non sottovalutare di FreeTopix Magazine. Generalmente non ci piace pubblicare articoli, speciali, reportage o comunque recensioni, anche se commenti su film in più parti non li abbiamo ancora realizzati, che siano prettamente negativi.
Non è nella nostra ‘politica’ denigrare un’opera. Distruggerla o disintegrarla solo per il gusto di farlo, perché magari nel farlo, appunto, si acquisiscono più punti. Da noi un’idea del genere non è mai stata contemplata e non lo sarai mai. Ma per il momento ci fermiamo qui e chiudiamo questo settimo editoriale celebrativo per i nostri due mesi senza alcuna pausa con i titoli degli speciali pubblicati dal 13 agosto in poi:
I tormentoni estivi; Gli speciali di Novanta minuti; Le canzoni di Madonna; La Convention di Chicago, tra passato e presente; Riflessione sul cinema italiano; Quel Concerto di Michael Jackson; L’incredibile Hulk, la serie storica; 35 anni senza Gaetano Scirea; Quei due dischi dei Queen; Speciale Nazionale Italiana di calcio; The rising, quell’albume di Bruce Springsteen; Italia – Israele; Road To Usa 2024, tra dibattiti e anniversari; in pubblicazione al momento: Fleming e Luciano, l’improbabile incontro.
Anche per questo mese non sono molti rispetto a quando iniziammo a pubblicare in questo modo lo scorso 13 giugno. Ma per noi sarà sempre importante non tanto la quantità, quanto la qualità.