Dopo The Works, del 1984, i Queen pubblicarono, nel 1989, The Miracle

Lo ammettiamo per questa terza parte. L’ultima volta che avevamo ricordato e parlato di questa canzone riguardava il periodo dell’ultima settimana lavorativa prima del Ferragosto dell’anno scorso. L’occasione era quella classica, quella ghiotta, con la quale inauguravamo con il singolo articolo i nuovi sette giorni con un’altra super canzone per donarvi la solita carica nell’affrontare la nuova settimana.

Ma per questo mercoledì è totalmente differente e, perdonateci il termine, nonostante il pezzone musicale che abbiamo scelto per continuare a parlare di lui, di Freddie Mercury e di quel compleanno che poteva essere e che purtroppo non sarà. Un brano, se usato per questo lunedì, di sicuro avrebbe instillato la grinta nel superare gli ostacoli per raggiungere i vostri obiettivi nella vita.

Eppure, abbiamo dovuto fare una scelta obbligata dettata dall’ordine cronologico di questi due dischi sui quali ci stiamo concentrando per celebrare il frontman dei Queen. Se l’altro ieri avevamo deciso di partire con ‘Radio GaGa’, per poi, il giorno successivo soffermarsi sul resto del disco, ‘The Works’, lo stesso schema lo ripeteremo anche oggi.

Partiamo, però, da un presupposto: al momento non menzioniamo ancora il titolo del brano. Ciò che possiamo fare è anticiparvi un unico dettaglio non proprio di poco conto: è una delle canzoni più potenti del repertorio storico dei Queen. Brano intonato, anche in quell’occasione, della voce altrettanto potente e versatile dello sfortunato leader dei Queen, quella di Freddie Mercury. Una voce studiata ancora al giorno d’oggi.

La canzone in questione era contenuta nell’album del 1989, dunque cinque anni dopo a The works, ed intitolato ‘The Miracle’. Un long play che presenta una storia totalmente differente in merito alle origini e alla fase di creazione. Se nel quinquennio precedente, i Queen, venivano da un insuccesso commerciale, con The Miracle, la situazione era completamente capovolta, ancor più in negativo si potrebbe dire. Ma come sempre andiamo con ordine, soffermandoci, al momento, sul genere che contraddistingueva quello che veniva considerato il tredicesimo disco della loro carriera, le singole tracce senza, però, dimenticare, la data di pubblicazione, che quella non deve mai mancare.

È vero ed avete ragione. Sopra abbiamo già specificato la data di pubblicazione del disco, intesa come anno, non proprio nella sua completezza: 22 maggio del 1989. Un disco che permise alla band britannica di chiudere al meglio i leggendari anni ’80. Rispetto a The Works, contraddistinto dalla fusione di due tipicità di generi musicali, ovvero l’Hard Rock ed il Pop Rock, The Miracle era fuoriuscito dall’incredibile coabitazione dell’Art Rock, dello stesso Hard Rock e dell’onnipresente Pop Rock. Rispetto al disco del 1984, The Work presentava una tracklist con una canzone in più, ovvero ben 10 e andiamo a scoprirle.

Party; Kashoggi’s ship; la canzone che attribuisce il titolo al disco The Miracle; I Want It all; The invisible Man; Breakthru; Rain Must Fall; Scandal; My baby does my; Was It All Worth It. Nel corso degli anni le varie ristampe di questa tredicesima raccolta di canzoni inedite del 1989 avevano presentato diverse bonus tracks. Noi, in questa occasione ci soffermeremo solo ed esclusivamente su questi dieci brani. Prima, però, di svelarvi su quale canzone ci soffermeremo fra poco, appare riprende il discorso su quanto anticipato in precedenza. Nel senso di come ‘The Miracle’ abbia preso forma per poi arrivare al momento della pubblicazione.

Dunque, per i Queen non proprio un gran periodo. Brian May stava attraversando una crisi coniugale e per quanto riguarda Freddie Mercury, lo stesso cantante stava attraversando una fase particolare. una fase che diventerà un vero e proprio incubo. Per molti la scoperta della malattia di Freddie Mercury l’attribuiscono all’anno 1986, come già specificato nei due precedenti appuntamenti. Altre fonti, invece, sostengono che la scoperta dell’Hiv avvenne, per lo stesso cantante, nel 1987.

Tale infezione si conclamerà in Aids solamente due anni più tardi e Freddie, con il disco uscito da mesi, confesserà la triste realtà solo alla band. Era il novembre del 1989. Praticamente fu una mazzata per gli membri dei Queen. La stampa lo verrà a sapere solamente il giorno prima della dipartita di Mercury, il 23 novembre del 1991. Freddie morirà il 24 novembre del 1991.

Una situazione, dunque, drammatica, che venne scoperta, poi, da tutto il mondo in modo sconvolgente. Ma a questo, per chiudere questa terza parte, la prima dedicata al secondo disco, andiamo a scoprire il titolo della canzone di oggi: I Want It All e contrariamente a quanto si potrebbe pensare il titolo stesso, così tanto motivazionale, venne ispirato dal lamentarsi della moglie di uno dei componenti della band: quella di Brian May, la cui sua tipicità era quella di non riuscire a prendere una decisione definitiva su alcune cose. La moglie, la seconda del chitarrista della band, era l’attrice Anita Dobson.

Il testo venne scritto dallo stesso May, anche se risulta essere accreditata tutta la band. Con ‘I want it all’, i Queen tornarono, dal 2 maggio del 1989, in maniera prepotente sulla scena musicale dopo tre anni di assenza. Un’assenza per molti ritenuta ingiustificata e per alcuni versi anche misteriosa

Per quanto riguarda il videoclip venne girato nell’aprile dello stesso anno. In quell’occasione, il frontman della band, apparve senza i suoi iconici baffi e con barba abbastanza accennata sul volto. Il motivo è ormai risaputo da anni: Freddie Mercury non aveva ancora svelato i suoi reali problemi di salute.

Infatti, come ricordato in precedenza, non era ancora sicuro che la malattia si sarebbe conclamata in Aids, che lo portò alla morte due anni più tardi. Sempre come detto prima nemmeno gli altri componenti della band, in un primo momento, erano a conoscenza di quello che stava accadendo al cantante, i quali vennero informati sul finire di quello stesso anno.

Il brano ‘I want it all’, il primo estratto dal tredicesimo anno, permise di conquistare agli stessi Queen un ottimo piazzamento nella classifica del Regno Unito, la terza posizione. Mentre nella ben più istituzionale Billboard hot 100 raggiunse la cinquantesima posizione; mentre in tutte le altre classifiche europee si posizionò tra le prime dieci posizioni.

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