Speciale interamente dedicato al telefilm che aveva per protagonista il supereroe della Marvel realizzato tra il 1977 ed il 1982
Per un po’ non abbiamo trattato più le serie tv, specialmente quelle che hanno scritto la storia del piccolo schermo. Iconiche, leggendarie, fortunate, alle volte anche troppo, come ciò vale anche nella situazione inversa. Eravamo partiti sparati con tre titoli di un certo peso, tutte e tre provenienti, quasi, dalla stessa epoca. Eravamo partiti con lo sfortunatissimo ‘Falco della Strada’, per poi proseguire con i 45 anni di Hazzard e, addirittura, ripescare, nel vero senso del termine, quel fenomeno mondiale di ‘Baywatch’, per i suoi primi trentacinque anni dalla prima messa in onda.
E adesso? Su quale telefilm bisogna soffermarci? Su una serie su cui abbiamo già trattato qualche anno fa e le dedicammo uno speciale di sole tre parti con un elemento in particolare con i primi due titoli menzionati: è iniziata verso la fine di un decennio e terminò in quello successivo. Ma come sempre andiamo con ordine.
E’ possibile che la trama o alcuni dettagli della storia di un eroe dei fumetti vengano utilizzati per realizzare, nella sua essenza, una serie televisiva indimenticabile, con singoli episodi e che hanno come tema principali i problemi sociali? La risposta è ovviamente positiva. Il 4 novembre del 1977, sul canale americano della Cbs e prodotto dalla Universal television, venne inaugurato il primo passaggio televisivo di uno show televisivo che catturò l’attenzione del pubblico in generale e soprattutto, in modo molto positivo, anche della critica.
Il pilot di un’ora e mezza si apriva con un pensiero introduttivo, semplice e al tempo stesso profondo: dentro ad ognuno di noi, inaspettatamente, dimora una furia potente e rabbiosa. Veniva inaugurata, in questo modo, la serie televisiva interamente dedicata al personaggio, e quindi eroe della Marvel, ideato solamente quindici anni prima da Stan Lee, ‘L’incredibile Hulk’.
L’episodio inaugurale, meglio conosciuto come pilot, il quale fungeva da introduzione a tutti gli altri appuntamenti settimanali che sarebbero andati in onda solamente nei primi mesi dell’anno successivo, era fondato su alcuni elementi che si differenziavano dalla storia originale. Tale scelta, inizialmente, poteva essere ricondotta nella volontà di sopperire ad alcuni effetti speciali che, all’epoca, non era possibile ricreare sul piccolo schermo, visto che solo anni dopo la tecnologia, grazie alla cgi, farà passi da gigante. Invece no, la motivazione era racchiusa in un’altra volontà; ancora più profonda e paradossalmente inaspettata.
Tutto ebbe inizio quando il capo della produzione dell’Universal televisione, Frank Price, riuscì a strappare l’accordo con l’ottimo scrittore e produttore Kenneth Johnson con lo scopo di realizzare una serie televisiva su uno degli eroi della Marvel, concessi in licenza dallo stesso gruppo editoriale che ne deteneva i diritti.
Johnson, in un primo momento, rifiutò l’offerta e lo fece per un semplice motivo: non era cresciuto con il mito dei fumetti, addirittura lì considerava in alcuni casi ridicoli. Dopo qualche mese, cambiò idea. Cosa accadde? Lo sceneggiatore s’imbatté nella lettura di un classico della letteratura: I miserabili di Victor Hugo. In quella storia ci fu un elemento che lo convinse a lavorare al progetto de ‘L’incredibile Hulk’.
Un dettaglio non di poco conto che portò, al creatore de ‘I visitors’ e lo spin-off de ‘L’uomo da sei milioni di dollari’, ‘La donna bionica’, a concretizzare, molto probabilmente, un’operazione simile a quella che realizzerà anni dopo Christopher Nolan, al cinema, con un altro famoso supereroe ma della Dc Comics, Batman. Ma di questo ne parliamo più avanti.
Una volta realizzata la sceneggiatura, era naturale iniziare la ricerca degli interpreti per ogni singolo personaggio. Uno degli attori principali, il quale sarà coinvolto in questo progetto particolare ed ambizioso, che mostrò molti tentennamenti fu l’attore Bill Bixby, considerato non tanto come la prima scelta per interpretare l’alter ego umano del supereroe verde, semmai l’unica vera scelta per la produzione.
L’interprete della serie tv ‘Il mago’ e di alcuni film con l’amico Elvis Presley, si avete letto bene: era amico del Re del Rock, si mostrava alquanto riluttante a prendere parte a tale show televisivo perché anche lui, paradossalmente, considerava la serie a fumetti del gigante verde troppo puerili e superficiali. Anche lui alla fine, come il cosiddetto showrunner della serie tv, si dovette ricredere quando lesse la sceneggiatura dell’episodio pilota scritto proprio da Johnson. Eppure, Bill Bixby era destinato ad unico ruolo, quello di Bruce Banner che nella trasposizione televisiva cambierà nome. Ricordiamo, all’epoca non c’era la stessa tecnologia che sussiste oggi; quindi, serviva un altro attore che impersonasse il gigante verde.
Ad interpretare l’iconico e soprannaturale essere verde venne ingaggiato un giovane italo-americano, culturista, il quale venne battuto in più di un’occasione nelle apposite gare da colui che verrà identificato, per tutto il resto della sua carriera, nel cyborg di sembianze umane inviato indietro nel tempo per evitare la nascita del capo della resistenza umana contro le macchine, John Connor; ovvero il Terminator. Stiamo parlando di Arnold Schwarzenegger. Il futuro Governatore della California, per l’occasione, si vedrà soffiare il ruolo da Lou Ferrigno.
Quest’ultimo, insieme a Bill Bixby, saranno talmente perfetti che la serie andò avanti per ben cinque stagioni e terminò solamente, nel maggio del 1982, a causa degli alti costi che la produzione stessa non era più in grado di sostenere. Un classico per le serie tv realizzate in quel periodo storico.
Tornando alla scrittura di quell’episodio pilota, Johnson optò diverse modifiche, quasi sostanziali, nel raccontare l’origine di Hulk. Si soffermò sull’aspetto personale di Banner, attribuendogli un motivo tutto intimo che lo porterà a farsi colpire dai raggi gamma. L’esperimento nucleare finito male, previsto nei fumetti, non fu mai preso in considerazione per la sceneggiatura.
Ma Kenneth Johnson non mutò solo questa parte della storia. Per esempio, non utilizzò neanche altri personaggi sempre inseriti da Stan Lee nelle storie a fumetti. Per esempio, l’iconico generale dell’esercito americano che gli dava la caccia venne sostituito da un reporter di una piccola testata giornalistica con l’intento di provare il suo scoop sensazionale.
Tale personaggio sarà conosciuto come il cronista Jack McGee e sarà interpretato dall’attore Jack Colvin. Proprio da questo personaggio bisogna ricercare i motivi che indussero allo showrunner a convincersi nello scrivere questa serie televisiva.