Giusto tra un mese sarà allo Zelig di Milano con il suo spettacolo: ‘Nessun Dorma’
Carlo Pistarino, celebre comico e attore italiano, torna alla ribalta con un nuovo spettacolo teatrale e un libro intrigante. In questa intervista esclusiva, Pistarino si racconta, ripercorrendo le tappe della sua carriera e offrendo riflessioni sul talento, la fortuna e l’evoluzione della comicità.
Il 28 settembre, Carlo Pistarino salirà sul palco dello “Zelig” di viale Monza a Milano con lo spettacolo intitolato “Nessun dorma”, promettendo una serata ricca di risate e riflessioni. Nel frattempo, il comico ha anche scritto un nuovo libro che sta suscitando grande curiosità tra i lettori. Lo abbiamo incontrato per parlare di questi nuovi progetti e per fare un tuffo nei ricordi della sua lunga e brillante carriera.
Un ritorno in grande stile, il tuo. Un libro, uno spettacolo teatrale allo “Zelig” di viale Monza a Milano.
Il 28 settembre farò uno spettacolo allo “Zelig” di viale Monza, intitolato “Nessun dorma”. Non è una citazione riferita all’anno pucciniano quanto al pubblico, altrimenti “lo spettacolo è finito”. Per quanto riguarda il libro, sono molto contento. È stato scritto per mio nipote Tommaso, che ha avuto una parte importante in un periodo buio della mia vita. Sulla scia del libro mi è venuta voglia di scrivere un romanzo, un po’ giallo, tenebroso, quasi esoterico, ambientato a Torino, città magica.
Riprendendo il titolo del libro “La fortuna ha una scadenza”. Quale significato attribuisci a questa affermazione?
La fortuna, secondo me, non è eterna. Il talento lo è. La fortuna è legata ad altri fattori esterni, come occasioni e conoscenze. Arriva il giorno in cui non si è più cercati, chiamati. Non è che sia finita la fortuna; si è messa in pausa o mi accompagna in altre situazioni, come il libro o gli spettacoli.
Quando la fortuna incontra il talento o quando il talento incontra la fortuna. Cosa ne pensi di queste citazioni?
Il talento è innato, lo si sa. Quando il talento incontra la fortuna, arrivano le prime occasioni. Per me la prima è stata “Drive In”. Alle spalle c’era un talento: quando sono arrivato al “Drive In” facevo serate nei locali, avevo un background. A volte nuovi comici arrivano da una puntata di un programma comico e sono convinti di essere già famosi; non sono a conoscenza che la strada è appena cominciata.
Il grande successo arriva con “Drive In”.
“Drive In” è stata un’intuizione geniale di Antonio Ricci, al quale devo tanto. Il web oggi la fa da padrone. La televisione è cambiata; ora ci sono i canali tematici. Questa tipologia negli anni Sessanta era impensabile. Sono successivamente arrivate quelle che, ai tempi, si chiamavano le tv private.
Cosa ne pensi delle caratteristiche tecniche dei giovani comici di oggi?
Non è che manchi un quid nei giovani comici. Vorrei fare una premessa: in Italia non si ha molto rispetto per i comici del passato, diversamente dagli altri paesi, come la Francia, dove sono rispettati, celebrati, mostrati spesso. Nel nostro Paese c’è la voglia di un continuo nuovo che, a volte, si traduce in rivisitazione di qualcosa di già esistente.
Qual è l’esperienza artistica che ricordi con maggiore piacere?
Una esperienza che mi è rimasta molto impressa è stata quella di fare la commedia “Il borghese gentiluomo” dove ho potuto calcare i palcoscenici del “Quirino” di Roma. È stata un’esperienza importantissima. Giampiero Solari mi ha insegnato molte cose. Non pensavo di poter imparare a memoria una parte di un testo di Molière. È stata un’esperienza molto bella; ho ricevuto complimenti dalla critica. Ricordo di essere stato al “Quirino” di Roma, Gigi Proietti si presentò al camerino a complimentarsi. Mi ha insegnato molto questa esperienza. Un testo di Molière che fa ridere dopo tanti anni vuol dire che è valido.
Hai avviato tuo nipote nel mondo della comicità. Cosa te ne pare?
L’altro nonno di mio nipote si chiamava Giorgio Albertazzi come l’attore; con un nonno Carlo Pistarino e Giorgio Albertazzi, può variare dal comico al tragico, dal faceto al serio. È portato, ogni tanto fa delle battute che mi fanno ridere per la costruzione che riesce ad avere mentalmente.
Carlo Pistarino si mostra, dunque, più che mai pronto a tornare sotto i riflettori, con una carriera solida alle spalle e nuove entusiasmanti sfide all’orizzonte.
Carlo Pistarino: il ritorno al teatro, tra fortunati incontri e ricordi di successo
Carlo Pistarino, celebre comico e attore italiano, torna alla ribalta con un nuovo spettacolo teatrale e un libro intrigante. In questa intervista esclusiva, Pistarino si racconta, ripercorrendo le tappe della sua carriera e offrendo riflessioni sul talento, la fortuna e l’evoluzione della comicità.
Il 28 settembre, Carlo Pistarino salirà sul palco dello “Zelig” di viale Monza a Milano con lo spettacolo intitolato “Nessun dorma”, promettendo una serata ricca di risate e riflessioni. Nel frattempo, il comico ha anche scritto un nuovo libro che sta suscitando grande curiosità tra i lettori. Lo abbiamo incontrato per parlare di questi nuovi progetti e per fare un tuffo nei ricordi della sua lunga e brillante carriera.
Un ritorno in grande stile, il tuo. Un libro, uno spettacolo teatrale allo “Zelig” di viale Monza a Milano.
Il 28 settembre farò uno spettacolo allo “Zelig” di viale Monza, intitolato “Nessun dorma”. Non è una citazione riferita all’anno pucciniano quanto al pubblico, altrimenti “lo spettacolo è finito”. Per quanto riguarda il libro, sono molto contento. È stato scritto per mio nipote Tommaso, che ha avuto una parte importante in un periodo buio della mia vita. Sulla scia del libro mi è venuta voglia di scrivere un romanzo, un po’ giallo, tenebroso, quasi esoterico, ambientato a Torino, città magica.
Riprendendo il titolo del libro “La fortuna ha una scadenza”. Quale significato attribuisci a questa affermazione?
La fortuna, secondo me, non è eterna. Il talento lo è. La fortuna è legata ad altri fattori esterni, come occasioni e conoscenze. Arriva il giorno in cui non si è più cercati, chiamati. Non è che sia finita la fortuna; si è messa in pausa o mi accompagna in altre situazioni, come il libro o gli spettacoli.
Quando la fortuna incontra il talento o quando il talento incontra la fortuna. Cosa ne pensi di queste citazioni?
Il talento è innato, lo si sa. Quando il talento incontra la fortuna, arrivano le prime occasioni. Per me la prima è stata “Drive In”. Alle spalle c’era un talento: quando sono arrivato al “Drive In” facevo serate nei locali, avevo un background. A volte nuovi comici arrivano da una puntata di un programma comico e sono convinti di essere già famosi; non sono a conoscenza che la strada è appena cominciata.
Il grande successo arriva con “Drive In”.
“Drive In” è stata un’intuizione geniale di Antonio Ricci, al quale devo tanto. Il web oggi la fa da padrone. La televisione è cambiata; ora ci sono i canali tematici. Questa tipologia negli anni Sessanta era impensabile. Sono successivamente arrivate quelle che, ai tempi, si chiamavano le tv private.
Cosa ne pensi delle caratteristiche tecniche dei giovani comici di oggi?
Non è che manchi un quid nei giovani comici. Vorrei fare una premessa: in Italia non si ha molto rispetto per i comici del passato, diversamente dagli altri paesi, come la Francia, dove sono rispettati, celebrati, mostrati spesso. Nel nostro Paese c’è la voglia di un continuo nuovo che, a volte, si traduce in rivisitazione di qualcosa di già esistente.
Qual è l’esperienza artistica che ricordi con maggiore piacere?
Una esperienza che mi è rimasta molto impressa è stata quella di fare la commedia “Il borghese gentiluomo” dove ho potuto calcare i palcoscenici del “Quirino” di Roma. È stata un’esperienza importantissima. Giampiero Solari mi ha insegnato molte cose. Non pensavo di poter imparare a memoria una parte di un testo di Molière. È stata un’esperienza molto bella; ho ricevuto complimenti dalla critica. Ricordo di essere stato al “Quirino” di Roma, Gigi Proietti si presentò al camerino a complimentarsi. Mi ha insegnato molto questa esperienza. Un testo di Molière che fa ridere dopo tanti anni vuol dire che è valido.
Hai avviato tuo nipote nel mondo della comicità. Cosa te ne pare?
L’altro nonno di mio nipote si chiamava Giorgio Albertazzi come l’attore; con un nonno Carlo Pistarino e Giorgio Albertazzi, può variare dal comico al tragico, dal faceto al serio. È portato, ogni tanto fa delle battute che mi fanno ridere per la costruzione che riesce ad avere mentalmente.
Carlo Pistarino si mostra, dunque, più che mai pronto a tornare sotto i riflettori, con una carriera solida alle spalle e nuove entusiasmanti sfide all’orizzonte.