Secondo appuntamento con il leggendario live che il Re del Pop tenne a Bucarest il 1° ottobre del 1992
Dopo un inizio così dirompente era naturale che il Re del Pop scegliesse un brano più mite per il proseguo della sua scaletta, un singolo più soft per ricaricare il 90.000 dell’arena di Bucarest. La selezione cadde nuovamente nella leggendaria produzione musicale che risaliva ad un decennio prima. Con quell’apparente umile, modesta e quasi anonima di Human Nature. Una canzone, la cui forza attrattiva, è proprio garantita, per non dire rappresentata, da un ritmo soft a metà strada tra una ballata romantica e una canzone da night club; da ascoltare, quasi, nel cuore della notte.
Contenuto nel leggendario album Thriller, ‘Human Nature’ presenta una genesi alquanto particolare. Difatti, alcuni riconducono ad un’inventata accusa di stupro nei confronti di Michael Jackson da parte di una ragazza conosciuta anni prima; altri, invece, la riconducono alla ben più reale versione dello stesso autore, che non il Re del Pop, ma il batterista Steve Porcaro. All’epoca il musicista aveva una bambina che andava alle scuole elementari.
La stessa, dopo aver avuto un litigio con un compagno di classe venendo spintonata, si sfogò con suo padre. Steve, nello scrivere il testo, trasse proprio spunto da questo piccolo episodio per parlare di come sia nella natura umana farsi del male tra esseri umani.
Quella sera Jacko impreziosì la sua performance con movenze robotiche che già anni prima divennero un classico del suo repertorio da ballerino non proprio improvvisato, semmai studiato e perfezionato da anni e anni di prove solitarie per poi condividerle con quei pochi ballerini che riuscivano a seguirlo, proprio come avvenne nella successiva canzone e non tanto in questa.
Stiamo facendo riferimento ad un altro cavallo di battaglia con il quale conquistò le classifiche di tutto il mondo degli ultimi due anni del decennio 1980: Smooth Criminal. Lo spettacolo messo in piedi da MJ per tale brano, in quell’occasione, era evocativo del famoso video tratto come spezzone dal film del 1988 ‘Moonwalk’, un video musicale e scena cinematografica diventata, fin da subito, celebre. Durante quell’esecuzione musicale, il Re del Pop, mostrò, seppur celermente, il suo passo celebre, quello della luna, facendo scatenare tutto il pubblico corso ad ammirarlo in quel lontano 1° ottobre del 1992.
A questo punto, dopo una terza canzone in scaletta che permettesse di rifiatare ed una per poter riprendere a far divertire il pubblico, ecco un’altra perla del suo repertorio, risalente a cinque anni prima. Un singolo con cui, nella primavera del 1987, annunciava al mondo il suo ritorno in grande stile dopo un quinquennio di silenzio. Sul palco di Bucharest, insieme proprio alla cantante presente nel 33 giri dell’87, Sideah Garrett, intonò ‘I Just Can’t stop loving you’.
Una delle più belle ballate romantiche firmate da MJ durante la sua lunga carriera. e pensare che questa canzone, inizialmente, Jackson avrebbe dovuto eseguirla originariamente, con Barbra Streisand o Whitney Houston o Aretha Franklin o Agnetha Faltskog. Nel senso che avrebbe dovuto scegliere una delle quattro, ma nessuna si presentò; così venne ingaggiata la Garrett che risulterà essere co-autrice di un’altra canzone che quella stessa sera Jackson aveva inserito in scaletta ma di questo ve ne parleremo più avanti.
Con la successiva canzone si rimane sempre nel lato romantico ma in modalità più drammatica rispetto alla speranza del brano del 1987. ‘She’s Out My Life’, contenuta nell’album ‘Off The Wall’ è una ballata struggente in cui narra la storia di un uomo che vede uscire dalla sua propria vita la donna che ama. Il testo è talmente forte che lo stesso Michael Jackson non riuscì a trattenere le lacrime durante la sua esibizione dal vivo.
Arrivati fino a questo punto possiamo anche dire che la stessa scaletta di quella tappa di Bucarest venne pensata con molta attenzione. Non è un caso che a seguito della commozione, del tema forte di un amore finito male, la ripresa di quello che era a tutti gli effetti uno spettacolo legato alla musica, era stato affidato a brani storici relativi all’altrettanto periodo d’oro con i fratelli. Quello con i Jackson 5 o anche Jacksons tanto per intenderci.
i brani selezionati furono I want you back, The Love you save me e I’ll be there. Per quanto riguarda il primo ve lo diciamo subito: vi rinviamo l’analisi o quantomeno il ricordo al prossimo speciale legato ad un particolare anniversario. Mentre per il secondo brano che componeva il medley, era contenuto nel secondo disco inciso e pubblicato con i fratelli, dal titolo ‘Abc’. Uscito il 16 marzo del 1970, The love you save me è un’allegra composizione musicale che miscela la fusione di tre generi musicali non molto affini tra loro: il soul, il pop ed il funk.
Giungiamo alla canzone conosciuta come I’ll be there. Brano che chiuse il medley di quella sera. Questa ballata soul, intrisa di pop, molto probabilmente riesce a spiegare molto bene il concetto di amore. un amore rivolto ad una persona a cui ci teniamo e per cui ci saremo sempre per lei qualsiasi cosa succeda. Una canzone, questa, che è risultata essere la più rappresentativa della sua carriera da adolescente. Contenuta nel cosiddetto ‘Third Album’, I’ll be there possiede un fortissimo messaggio espresso in maniera semplice e in modo che tocca il cuore delle persone più sensibili.
Con la canzone successiva Jackson sembrò seguire, ad un certo punto, l’ordine cronologico della sua carriera. dopo i successi adolescenziali, ecco il primo grandissimo successo planetario in cui riuscì non solo a trasformarsi in un lupo mannaro ma anche a far ballare a far rivitalizzare i defunti che erano usciti dalle loro fosse. Una canzone che non ha alcun bisogno di presentazione ‘Thriller’. Un brano, prima, un disco, poi, che ha polverizzato ogni record di vendite. Record che resiste a distanza di oltre quaranta anni dalla pubblicazione. Un capolavoro firmato, anche questo, da Steve Porcaro e prodotto dal lungimirante Quincy Jones.
Una canzone che assume le classiche atmosfere da film horror, impreziosite anche e soprattutto dalla straordinaria partecipazione di Vincent Price. Il suo contributo sarà usato anche quella sera, in quella magica serata del 1° ottobre del 1992.