Massimo Cotto, lo speaker radiofonico a 360 gradi

In questa seconda parte potremmo tranquillamente affermare che l’esperienza professionale di Massimo Cotto è stata ad ampio raggio; proprio come quella di Giorgio Faletti. in effetti, lo storico speaker radiofonico aveva anche preso parte anche alla scrittura di alcuni spettacoli teatrali. Alcuni, diciamo così, da solista, altri proprio in coppia con l’amico Faletti: questi i titoli, ‘Cry Baby, l’ultima notte di Janis Joplin’; ‘Chelsea Hotel’, spettacolo teatrale in cui non solo ne è l’autore ma divide il palcoscenico con Mauro Germano Giovanardi. ‘Da quando a ora’, invece, è il lavoro che divide con Giorgio Faletti e di cui ne è anche il produttore esecutivo.

Ma a questo dobbiamo fermarci con i titoli, nonché ne abbiamo ricordati molti, ma soffermandoci nella dimensione teatrale della sua esperienza professionale, molte volte condividerà il palcoscenico con la sua compagna di vita, quella stessa Chiara Buratti con la quale convolerà a nozze nel lontano 2006. Si dice che il testimone di nozze era il cantante Francesco Renga.

La sua attività non era sempre in ambito nazionale, per esempio si pensi a tutte le conduzioni svolte per i principali Festival del Sud Italia. Ancora, quando Pippo Baudo lo chiamò, addirittura, in qualità di giurato per il 53° Festival di Sanremo, era l’anno 2003. Tornando di soli tredici anni indietro, quasi agli inizi della sua carriera, il 28 ed il 29 giugno del 1990. In quell’occasione condurrà il Porretta International Soul Festival, in cui spiccano nomi leggendari nomi con Solomon Burke, Billy Preston, Bobby Womack, Carla Thomas e Sam Moore dell’altrettanto e leggendario duo musicale Sam & Dave.

Prima di chiudere torniamo con la sua ultima fatica letteraria e di cosa avevamo scritto, per l’occasione, in quel 2 marzo di un anno fa: Il thriller nel mondo della letteratura odierna è ormai un dato di fatto. Tutti, per non dire chi più e chi meno, cerca di cimentarsi in questo particolare genere che tanto ha dato alla storia di questa particolare tipologia di trame, attirando ogni anno milioni di appassionati. Forse viene ritenuto il mezzo più efficace per farsi un nome? O è solamente il frutto della tendenza del momento, anche se quando si tratta di narrativa gialla, thriller o noir non si può mai parlare di moda del momento, ma di un evergreen adatto per tutte le stagioni e, molto probabilmente, per ogni tipo di autore. Specializzato e no.

È anche questo il caso dello speaker radiofonico Massimo Cotto? Famoso per la sua trasmissione su Virgin Radio, il conduttore radiofonico comunque non è nuovo alla pubblicazione di libri. Come normale che sia le sue prime opere sono tutte incentrate sul mondo musicale, tra cui uno realizzato nientepopodimeno ché con il rocker di Correggio Luciano Ligabue.

Eppure, il suo ‘Il Re della memoria’, romanzo edito da Gallucci, rientra nella casistica dei libri appena menzionati. Una storia a tinte forti, in un mondo oscuro in cui l’innocenza non ha più modo di esistere e dove i segreti affollano le vite dei protagonisti. Una trama incalzante dall’inizio alla fine in cui le pause non hanno spazio, attraverso una scrittura asciutta, agile e senza troppe espressioni complicate.

Con descrizioni che permettono di vedere non solo i personaggi e le loro azioni, ma anche i luoghi in cui la storia è ambientata. Il romanzo segna il più che ottimo esordio dello speaker radiofonico nel genere noir. Una trama che sembra uscita, quasi dalle pagine realizzate da Joe Lansdale, con uno stile quasi vicino ad un altro grande della letteratura mondiale non sempre ricordato come meriterebbe: Giorgio Faletti, guarda caso suo grande amico.

I protagonisti principali sono Ariel e Linda, due personaggi che sono legati da un passato che ritorna a galla quando tutto sembrava dimenticato; quando tutto era finito in un’altra dimensione. Nella vita di Ariel, però, c’è anche un’altra donna, Astrid, dalla quale non riesce tanto a staccarsi.

La storia, suddivisa in ben sessantasette capitoli, in cui il mistero non viene svelato fin dalle prime pagine, ma bisogna attendere un bel po’ senza trovare il modo di annoiarsi. Difatti, Massimo Cotto riesce a tenere molto alto il ritmo e, di conseguenza, anche l’attenzione del lettore, il quale sarà incuriosito fino alla fine per scoprire cosa si cela nel passato di questo uomo e di questa donna. Un dettaglio che non vi sveliamo in questa recensione.

Ricordando ulteriormente che il suo mondo è quello delle sette note, Cotto sorprende per come ha sviluppato la trama: con grande padronanza. Non significa che non avesse le idee chiare; quelle ce le hanno tutti gli scrittori quando decidono di stabilire i punti salienti di un racconto, anche se di getto. Semmai di svilupparli come se in quel tipo di genere, il noir o comunque il thriller, Massimo Cotto ci scrivesse da sempre. Come se avesse realizzato solo storie di questo genere.

Invece no, la sua competenza musicale non lo ha ostacolato in quella che sembrava un progetto abbastanza avventato; abbastanza fuori portata per un giornalista che ha sempre parlato e ascoltato musica, esordendo in maniera più che convincente con la speranza che, molto probabilmente non si fermerà qui, ovviamente nel genere noir s’intende.

Chiudemmo in questo modo quella piccola recensione e riproporla è, di fatto, il miglior modo per ricordarlo, raccogliendo l’esplicita speranza esternata da sua moglie Chiara nel post di qualche giorno fa, che il suo nome non venga dimenticato. Sarà un po’ complicato che succeda. È vero, alle volte si ha la memoria corta, ma sarebbe un paradosso per una personalità così poliedrica e che ha dato molto in qualsiasi settore ha partecipato.

È vero, non siamo riusciti a ricordare tutto, con un certo ordine e forse anche con una certa precisione. In fondo non è facile concentrare tutto in un articolo in due parti, pur essendo un omaggio ad un personaggio che ci ha accompagnato per molti anni della nostra vita. Massimo lo ha fatto in punta di piedi, senza troppo clamore, ma svolgendo il suo lavoro che era, a parte quella iniziale del basket, la sua vera grande passione che lo ha accompagnato negli anni della sua vita. Ciao Massimo…

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