Il prossimo 28 agosto uscirà nei cinema italiani il remake del film che vide tragicamente protagonista Brandon Lee
La riproposizione degli speciali interamente dedicati alle due sfortunate figure del cinema cinese ed americano, Bruce Lee e Brandon Lee, nascondeva uno scopo ben preciso. Da diversi mesi si parla dell’uscita dell’ennesimo remake di cui molti, a dire il vero, non è che ne sentano l’esigenza. Anzi, per la maggior parte delle persone la domanda ‘che senso ha?’ è diventata come quel ritornello che si ripete quando un’opera del passato, soprattutto sacra, viene scomodata per poter essere aggiornata ai tempi nostri. Ecco, è proprio questo il punto: i tempi nostri sono idonei per adattare personaggi del passato?
Qualcuno affermerebbe sì senza pensarci due volte, la verità invece è che, visto i numerosi esempi negativi visti fino adesso sia sul piccolo e grande schermo, tutto fa intendere che non è proprio una buona idea continuare su questa linea. Anche perché su questo argomento sussisterebbero due correnti di pensiero: la prima è quella secondo cui le idee sono finite o quantomeno scarseggiano; la seconda, invece, partirebbe proprio dall’ultima osservazione. Ovvero, se le idee comunque sono poche perché non tentare di puntare per creare qualcosa di nuovo?
Una domandona che meriterebbe una risposta di un certo spessore, di un certo livello. Eppure, al momento non c’è, almeno in maniera definitiva. La sensazione è quella di una moda avviata intorno ad una ventina di anni fa e che non si è mai arrestata e che, già dopo i primi tentativi, aveva già fatto storcere il naso a molti. Sarà così anche per il prossimo remake? Quello che vedrà rispolverare il personaggio di Eric Draven in una nuova versione dopo quella sfortunata e leggendaria con Brandon Lee?
La nuova versione de ‘Il corvo’ uscirà in tutti i cinema il prossimo 28 agosto in cui, nell’iconico ruolo che fu di Brandon Lee, ci troviamo Bill Skargard, non proprio un pischello in questo tipo di ambientazioni o di storie. Si pensi alla versione cinematografica di ‘It’ tratta dall’omonimo romanzo, altrettanto leggendario, pubblicato nel 1986 da parte di Stephen King.
Diretto da Rupert Sanders, questa nuova versione mostra già delle differenze oltre che nel trailer anche per quanto riguarda lo sconfinamento nei generi. Partendo dal presupposto e per chi ancora non lo avesse ancora capito, nonostante a distanza di trenta lunghi anni, come la trasposizione cinematografica con Brandon Lee anche questa con Bill Skargard è tratta dall’omonimo fumetto ideato da James O’Barr.
Precisato che si tratta di un cinecomic, la versione diretta da Alex Proyas, quella uscita il 13 maggio del 1994, abbraccia i generi dell’action, fantastico, thriller, drammatico e avventura. E nella nuova? Sempre azione, sempre fantastico, il thriller ma con due elementi nuovi: il poliziesco ed il sentimentale. Con ciò non significa che questi due ultimi generi non erano presenti nel 1994, al contrario. solo che erano meno marcati rispetto, a quanto sembra, trenta anni dopo. Eppure, di sentimento e di emozioni ‘Il corvo’ del 1994 ce ne ha regalati molti e la paura è che questa nuova versione non sarà in grado di regalare la medesima magia della versione precedente.
Dicevamo che il fumetto è di James O’Barr, fumettista statunitense di Detroit e cresciuto in un orfanotrofio. Il suo personaggio appare nelle edicole e nelle fumetterie di tutto il mondo verso la fine degli anni ’80, esattamente tra gli anni che vanno dal 1988 ed il 1989. Cinque uscite, dunque, che formeranno un unico albo, oggi diremmo tranquillamente graphic novel e che conquistarono il pubblico di tutto il mondo.
Cosa ispirò James nella creazione di questa storia che riesce nella missione, quasi impossibile, di unire sia i concetti di vita e sia quello di morte in maniera molto semplice? Due storie di vita realmente accadute. La prima riguarda sé stesso e la seconda era relativa ad un brutale omicidio di una giovane coppia di fidanzati avvenuto qualche tempo prima.
Per quanto riguarda la sua esperienza, James era giù di morale a causa della fine della relazione con la sua ragazza. Invece, la coppia di giovani fidanzati che venne trucidata si riuscì a scoprire il movente: per venti miseri dollari. Lo stesso dettaglio che sarà presente nel fumetto e nel film con Brandon Lee. Lo sarà anche in questo?
Ma il fumetto di James O’Barr non ha solo ispirato quella versione del 1994, anzi ha dato il via, seppur indirettamente, a ben quattro sequel cinematografici e, persino, ad una trasposizione televisiva di produzione canadese. I titoli delle singole opere realizzate? Il corvo 2, Il corvo 3 – Salvation; Il corvo – Preghiera Maledetta. Per la serie tv semplicemente ‘Il Corvo’.
E non finisce qui: anche nella dimensione fumettistica la storia originale di O’Barr ha avuto più di un proseguo: The crow – City of angels, Il corvo – Città di angeli. Questo fumetto venne pubblicato dopo il primo sequel del film del 1994. Ancora, sono stati sviluppati anche dei romanzi, come: The Lazarus Heart. Tale titolo ha ispirato la realizzazione del terzo film.
Ulteriori elementi cruciali delle varie versioni sono la vendetta e la redenzione. La vendetta che viene messa notevolmente in risalto nel primo film del 1994, accompagnata da una morale ed un messaggio universale di fondo che ancora oggi lo annoverano come un vero e proprio capolavoro assoluto del genere cinecomic, anche se per molti, vista anche la rudezza della storia non sempre lo riconoscono come tale.
Il messaggio, appunto. Quella frase finale che viene esternata dalla piccola protagonista sarà in qualche modo mantenuta? Ecco, mai come in questo speciale ci sono così tante domande, così tanti quesiti. Sono anche punti interrogativi normali e logici che potrebbero far sorgere il dubbio del semplice fatto che non sappiamo cosa scrivere. Invece no. Semmai stuzzicare la curiosità per un film, per un remake, per una nuova versione che per molti non doveva neanche essere realizzata.
E anche per questo ci sarebbe un motivo, che sarebbe il motivo: rispettare la memoria di chi, su quel set di trenta anni fa, perse la vita in modo anche del tutto strano, mai chiarito e al quale l’unica spiegazione che viene adottata per mettere a tacere il tutto sarebbe una maledizione.