La canzone che cambiò tutto: That’s all Right Mama!
Ribellione e rivoluzione musicale abbiamo detto nella seconda parte. Il nuovo genere musicale che apparve intorno alla metà degli anni Cinquanta rappresentò la vera e propria scossa che non lasciò indifferente proprio nessuno. Secondo le fonti ufficiali, dunque, gente come Jackie Breston e Billy Haley erano solamente degli anticipatori, molto determinanti e nulla più. Mentre il merito se lo prese un altro giovanotto di cui fra non molto vi terremo conto. Ma la storia, comunque, o almeno in questa particolare, comprende il nome di un altro protagonista e di un’altra data, la quale ci riporta subito dopo alla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Gli inconsapevoli protagonisti che entrarono in scena sono due. Il primo si chiamava Arthur Crudrup, ed era un famosissimo musicista americano vissuto fino ad una cinquantina di anni fa. Le cronache dell’epoca ci riportano che nacque a Forest, una cittadina dello Stato del Mississippi, il 24 agosto del 1905, per poi lasciare questo mondo a Nassawadox, nello Stato della Virginia, il 28 marzo del 1974. La leggenda vuole che la sua attività musicale ebbe inizio, in via del tutto ufficiale, nel 1939. Ottantacinque anni fa, dunque.
Solamente qualche anno più tardi il suo nome, in maniera del tutto involontaria sarà per sempre legato al titolo di una canzone tipicamente blues; e ripetiamo; tipicamente blues. Si, perché Athrur Crudrup in vita era considerato uno dei migliori chitarristi blues della sua generazione e non solo come poi vedremo in maniera ancor più specifica.
Anche suo padre lo era e dunque nella sua famiglia, per non dire nella sua casa, la musica era sempre una costante; sempre il primo pensiero. Inizialmente i Crudrup si trasferirono ad Indianapolis per poi ritornare, dopo dieci anni, nuovamente a Forest dove Arthur, con i guadagni ottenuti dal lavoro in fabbrica e nei campi di cotone poté comprarsi finalmente una chitarra.
Una volta lasciata la casa paterna, Arthur iniziò a girare per il paese cercando fortuna; per essere precisi girovagò per lo Stato del Mississippi a cercare fortuna. Si esibisce nelle feste nella regione del delta del fiume che dal quale proviene il nome dello Stato e anche come musicista da strada.
Nel 1939 sembra esserci la svolta. Una volta arrivato a Chicago incontra un produttore musicale che, in lui, vede delle qualità per far emergere, in un modo del tutto nuovo il blues. Un genere musicale ancor più ritmato del precedente. Le sue prime incisioni, però, avvengono solamente due anni più tardi e solamente un quinquennio seguente pubblica una canzone in particolare.
Era il 6 settembre del 1946, quando Arthur Big Boy Crudrup scrisse una canzone che rimarrà per sempre nella storia. Non era propriamente blues, anche se derivava da quella parte di cultura musicale e il testo era composto dai classici cliché dello stesso genere; cliché ideati una ventina di anni prima da Blind Lemon Jefferson. Il titolo della canzone? That’s all right.
Un brano, come sostenuto più volte in questa seconda parte, diventato leggendario e che diventerà leggendario a tutti gli effetti otto anni più tardi. Ma, come sempre, andiamo con ordine perché la storia delle origini del rock è ancora lunga. Perché in effetti non stiamo raccontando proprio tutti i settanta del genere, sarebbe imposssibile. Di sicuro non basterebbero tre parti e neanche le classiche cinque parti dello stesso articolo per poterli ricordare.
La nostra intenzione è quella di soffermarsi sulle origini o almeno sulle presunte radici del rock. In effetti, come vi abbiamo riportato, seppure brevemente nella prima parte, sono tre le date effettive da cui attingere; ma solo una è ritenuta in tutto e per tutto quella fatidica, quella ufficiale, quella da cui ha generato questo nuovo solco musicale.
Ci teniamo a sottolineare questo particolare per un semplice motivo: That’s all right di Arthur Crudrup, in quel settembre di quasi ottanta anni fa, ha rappresentato solamente uno dei tanti esempi di come il Rock stesso incominciava ad attecchire sulla cultura musicale di quei tempi. Quindi, non bisogna considerarlo come l’esempio cardine, semmai come una serie di piccole tappe che poi ha permesso l’ingresso sulla scena musicale di un secondo protagonista involontario, insieme al ragazzone dal ciuffo ribelle e con la faccia del giovane della porta accanto.
Ma tornando a quella sessione di registrazione, Crudrup, non si fermò solo ed esclusivamente a quella canzone, ne incise anche un’altra dal titolo ‘I don’t know It’. Anche questa canzone venne pubblicata come singolo e con una particolarità ben precisa: sia questa che ‘That’s All Right’ erano pressocché identiche. Ciò che cambiava era solamente il testo.
Tre anni più tardi, nel 1949, dunque ‘That’s all right venne ripubblicata con la giunta di ‘Mama’, parola che faceva parte del ritornello che ormai, sotto alcuni punti di vista, aveva spopolato e che, forse, anche completezza stessa di titolo suonava anche meglio. Questa versione venne incisa su un vinile arancione.
I versi della canzone raccontano di un uomo che è innamorato di una ragazza e che, nonostante non sia ben vista dai suoi genitori, le cose intorno a lui, comunque, sembra andare lo stesso bene anche se, in realtà, vanno male. difatti, questo è più o meno il senso del testo. Un testo che venne ripreso otto anni più nella data ormai rimasta incastrata nella storia della musica.
Prima di ciò, però, introduciamo il secondo involontario protagonista: la Sun Records. Era il 27 marzo del 1952, quando venne fondata a Memphis, nello Stato del Tennesse, questa casa discografica indipendente la quale, nel giro di pochi anni, riuscì a scoprire diversi talenti della musica mondiale: da Johnny Cash, Roy Orbison, Jerry Lee Lewis e un altro nome che fra poco scoprirete. Il fondatore di questa nuova fabbrica della musica si chiamava Sam Philips, un imprenditore e disc-jockey americano.
Con lui non trovarono terreno fertile molte giovani leve della musica, ma anche il nuovo genere che stava ormai venendo a galla: il rock, appunto, e il rockabilly. Con quest’ultimo s’intende la fusione di diversi generi come il country, bluegrass, boogie woogie e jazz; senza dimenticare lo stesso rock’n’roll.