Quei suoi personaggi memorabili che lo fecero entrare nel cuore della gente

Non era un ragazzino, ma non era neanche troppo in là con gli anni. Con queste parole, ieri, abbiamo terminato la prima puntata di questo lungo speciale dedicato alla figura dell’indimenticato Giorgio Faletti. A pronunciarle è stata, sempre come sottolineato ieri, una persona a lui molto vicino e che lo ha conosciuto molto bene. Stiamo parlando di Roberta Bellesini che, per la terza volta, non vogliamo sbagliarci, si lascia intervistare da noi, per ricordare suo marito e, quindi, il grande scrittore scomparso ormai dieci anni fa a causa di un male incurabile.

In questo terzo incontro, oltre a ricordare le tappe fondamentali della sua vita, abbiamo cercato di soffermarci su alcuni aspetti mai toccati o solamente sfiorati nelle volte precedenti; senza mai e poi mai entrare troppo nella sua sfera strettamente privata. Nel dialogare con Roberta, dunque, tra una domanda e l’altra, scopriamo subito, per esempio, cosa lo facesse divertire di più nella vita o comunque quali fossero le cose che lo facevano star bene:

“Le cose che lo facevano divertire erano le serate in compagnia di amici, perché lui, anche a cena, faceva dei mini-sketch, riproponendo Vito Catozzo, lo stilista delle dive. Cioè lo divertiva stare con gli amici, condividere le serate, gli faceva molto piacere andare a vedere a teatro i suoi amici ed i suoi colleghi. Andarli a vedere al cinema, se una cosa gli era piaciuta era molto complimentoso, quindi chiamava la persona interessata”.

Ma su quest’ultimo particolare ci ritorneremo più avanti, riprendendo comunque a raccontare, seppur in via generale la vita di Faletti, attraverso un’altra dichiarazione di sua moglie, che riguarda un aspetto, forse mai toccato fino adesso da parte nostra. Un discorso mai approfondito e che richiede non tanto curiosità, semmai la capacità di andare ad indagare su come si sentiva dopo aver realizzato un disco, un libro, un personaggio o un film:

“No, devo dire che alla fine il fatto di non legarsi a nessun carro e poter decidere liberamente del proprio lavoro, senza mai confrontarsi con nessuno, alla fine gli ha dato la possibilità di fare tutto quello che voleva come lui voleva e in linea di massima è sempre stato molto soddisfatto, perché era un uomo molto pignolo, perché una cosa non veniva fuori come l’aveva in testa ci lavorava finché il risultato non era come voleva lui. per cui la sua forza è stata quella di essersi sempre confrontato con sé stesso, magari dove lui non aveva proprio potere erano le trasmissioni televisive che non gli aveva dato la soddisfazione che avrebbe voluto o che non era andata come se la immaginava; in una trasmissione televisiva sono tanti i fattori; quindi, non c’era solamente il suo unico intervento, però con il sennò di poi si potrebbero lastricare anche le autostrade. Comunque lui fondamentalmente era sempre stato uno curioso, che gli piaceva sperimentare nuove forme di comunicazione o nuovi ambienti quello sicuramente è stata la sua forza”.

Perché quindi di questa dichiarazione? Cosa in realtà vogliamo sottolineare? Quello che abbiamo detto in apertura della prima parte, sostenendo che tutto quello che aveva fatto nella sua vita, rimanendo sempre confini professionali, Giorgio Faletti si era sentito sempre libero, attento e sicuramente era riuscito ad andare oltre al cosiddetto carro da legarsi. Nel senso che quando alcune cose non sono proprio andate bene non dipendeva proprio da lui. ma succede, non tutte le ciambelle escono col buco.

Eppure, dal 1979, quarantacinque anni fa, ormai, Faletti non sbagliò un colpo. Il suo talento, la sua capacità, comica o comunque da cabarettista prese sempre più piede. Si pensi, per esempio alla trasmissione Playboy di Mezzanotte sul canale Telealtomilanese; due anni più tardi passò ad Antennatre prendendo parte al programma televisivo ‘Il Guazzabuglio’. Ancora due anni più tardi e inizia ad arrivare la svolta.

L’occasione si presenta nel programma di striscia quotidiana con Raffaella Carrà in ‘Pronto Raffaella’. Era il 1983. Non finisce qui, si perché l’apoteosi arriva con il programma della domenica sera, di Antonio Ricci, il leggendario ‘Drive In’. In quell’occasione, per la prima volta, propone dei personaggi che rimarranno per sempre nella memoria collettiva, dando vita a dei tormentoni che ancora oggi si ricordano: come Vito Catozzo, Carlino, la Suora e tanti ma tanti altri.

Finita l’esperienza del Drive In nel 1989, insieme ad altri due colleghi dell’esperienza precedente, il duo Zuzzurro&Gaspare, con i quali da vita ad un’altra trasmissione comica di punta, sempre la domenica sera, in quelle che un tempo erano le reti Fininvest: Emilio. Anche in questa trasmissione Giorgio inventa un personaggio che diventerà, come gli altri del Drive In cult, la stilista di moda.

L’anno successivo torna in Rai, chiamato da Pippo Baudo partecipa a Fantastico 10. Con lui ci sono anche Marisa Laurito e Jovanotti. Ovviamente il suo compito è quello della parte comica o comunque spensierata in cui mostra i suoi vecchi o nuovi personaggi. S’inventa, alla fine una parodia molto simpatica e neanche offensiva ma che non produce gli effetti sperati, non tanto sul pubblico, quanto qualcuno dall’alto o dalla diretta interessata:

“In realtà non me ne ha mai parlato. So che si conoscevano lui e Loredana, perché si erano frequentati a livello di amicizia quando lui stava a Roma durante un ‘Fantastico’ con Pippo Baudo, Marisa Laurito e Jovanotti. Ed era un Fantastico con ospiti fissi. Quindi in quel periodo lì viveva a Roma e mi aveva raccontato che si erano frequentati a livello di amicizia con Loredana, però mi vien da pensare che fosse dopo ad ‘Emilio’, perché quell’imitazione l’ha fatta ad ‘Emilio’. Sicuramente si erano anche chiariti. Probabilmente bisogna vedere anche i manager degli artisti, perché Loredana è una persona spiritosa, intelligente e magari ci avrebbe riso sopra su questa imitazione. Però magari i suoi manager o la casa discografica gli avran detto che non andava, perché magari c’era un disco e quindi ci può anche stare questa cosa e magari in quel momento è stata tolta. Però lui non mi disse mai il motivo e io non glielo chiesi perché non andai mai sull’argomento anche se non c’era nulla di sminuente né nei confronti di Loredana e ne di Borg”.

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