Questa sera, alle 18.00, inauguriamo gli Ottavi di Finale

Donnarumma tra i pali; la difesa composta dai terzini Di Lorenzo e Darmian, con Mancini e Bastoni centrali. Centrocampo a tre, formato da: Cristante, Fagioli e Barella. Trio offensivo formato da Chiesa, ancora Scamacca ed El Sharawy. Ve l’abbiamo scritta così la formazione degli azzurri, quasi parafrasando ‘Brunone’ Pizzul durante le sue mitiche telecronache. Ve l’abbiamo riportata, così, la squadra che scenderà in campo oggi, alle ore 18.00 a Berlino, che tenterà di essere, forse anche in maniera definitiva, non solo l’anti-Svizzera. E si, perché poi ci sarebbero altri tre matches al cardiopalma. Ma non andiamo oltre, anche e soprattutto per il classico concetto: non è vero ma ci credo. Nel senso: non tiriamocela e godiamoci la partita di questa sera.

Quindi, sono questi gli uomini scelti da Luciano Spalletti per ridimensionare, una volta per tutte, una Svizzera non proprio mansueta, sparring partner e squadra materasso. Ma una vera nazionale che negli ultimi anni è davvero cresciuta, impressionando non poco gli addetti ai lavori. Soprattutto, però, questa formazione scelta da Spalletti deve essere ‘anti’ anche nei confronti di un altro avversario che ci portiamo appresso da un bel po’ di tempo: la nostra paura.

Si, proprio quella che ci ha bloccato con la Spagna e che ci stava scavando la fossa contro la Croazia. Siamo l’Italia e abbiamo una storia calcistica da onorare. Portiamo sul petto quattro mondiali vinti e due campionati europei conquistati, di cui grazie all’ultimo siamo, appunto, campioni in carica; tutto questo indipendentemente dal risultato di questa sera, dobbiamo giocarcela in tutto e per tutto senza alcun fantasma che ci blocca prima la testa e poi le gambe.

Certo, dopo quello che è successo lunedì scorso tutti quanti avrebbero pensato: adesso Mister Spalletti inserisce, nella formazione di sabato, Zaccagni; appunto Zaccagni, a lui dobbiamo delle scuse l’ho abbiamo chiamato Matteo nel precedente articolo del giorno dopo al match, in realtà si chiama Mattia. Dunque, l’attaccante esterno rimane in panchina. Quasi sicuramente non tanto per irriconoscenza ma… ma… e forse avete capito cosa vogliamo dire.

Il Faraone, così viene definito l’attaccante italo-egiziano, è stato allenato dallo stesso Commissario Tecnico ai tempi della Roma in cui, lo stesso Stephan ElSharawy mostrò maggior continuità. Che sia la volta buona che si sbloccassero tutte e tre gli attaccanti? Di sicuro ce lo auguriamo e non solo. Perché difatti, un pareggio agguantato a quaranta secondi dalla fine, con tanto di qualificazione agli ottavi di finale da molto, ma molto morale.

Per dovere di cronaca, oltreché di correttezza sportiva, ci sembra equo, anche, riportare, tra queste righe virtuali, la formazione elvetica con un più meno delineato 3-4-2-1: Sommer tra i pali; Schar, Akanji e Rodriguez; Stergiou, Freuler, Xhaka e Aebischer; Rieder e Ndoye; Embolo.

Una formazione, questa, da non sottovalutare per nulla e non solo per questo Europeo 2024. La recente storia del calcio ci dice che gli elvetici, alle grandi competizioni, approdano sempre agli ottavi di finale e alle volte passano anche il turno. Tale tendenza positiva dura dal Mondiale di Sudafrica del 2010. Dunque, non sarà facile passare il turno contro di loro, ma ciò vale anche per loro contro di noi: quindi incrociamo le dite e Forza Azzurri.

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