Catherine Bach alias Daisy Duke
Le prime apparizioni della futura Daisy Duke i lungometraggi erano ‘L’uomo di mezzanotte’, con Burt Lancaster, e ‘Una calibro 20 per lo specialista’. Dal 1979 prese parte, dunque, a questa celeberrima serie che le ha permesso, oltremodo, di sfruttare la propria bellezza vendendo oltre cinque milioni di copie del calendario per il quale aveva posato, diventando un vero e proprio fenomeno di culto tra gli appassionati della serie. Non solo, la stessa Bach assicurò le proprie gambe, durante la lavorazione del telefilm per un milione di dollari.
In primo momento, la stessa attrice proveniente dallo Stato dell’Ohio non era nemmeno presa in considerazione. Per il ruolo di Daisy Duke, i produttori avevano pensato a Dolly Parton, una cantautrice di genere country; ma anche attrice, paroliera, imprenditrice e filantropa. Catherine, una volta venuta a conoscenza di questa possibilità grazie a suo marito, il produttore cinematografico David Shaw, non perse tempo nel precipitarsi a partecipare al casting. Poi ovviamente sappiamo com’è andata a finire.
Dopo questa esperienza televisiva, Catherine Bach non ebbe più lo stesso successo ottenendo, quindi, ruolo in progetti che non ebbero lo stesso grado di celebrità grazie all’immaginaria contea della Georgia.
Oltre a lei e ai due attori, iconici, per aver interpretato i due cugini spericolati a bordo di un’auto particolare, ci sarebbero da ricordare anche ulteriori interpreti. Quattro per l’esattezza: Denver Pyle, Sorrel Booke, James Best, Ben Jones e Sonny Shroyer. Si, qualcuno ci farebbe notare che l’elenco non finisce proprio così e che prosegue con altri nominativi, ma non è ancora il momento di addentrarci nella carriera dell’uno e dell’altro con i rispettivi personaggi di ‘Hazzard’.
La serie, dicevamo, è stata prodotta dalla Warner Bros Television per un totale di sette stagioni, come avevamo già detto nell’appuntamento precedente, sviluppate in ben 147 episodi, andati in onda sul canale americano Cbs e arrivati da noi solamente due anni più tardi dalla stagione inaugurale. Quindi all’inizio del decennio del 1980. Esattamente a partire dal 30 settembre del 1981 fino al 12 settembre del 1986, inteso come programmazione effettuata in prima visione tv sulla rete, allora Fininvest, Canale 5.
L’ultima volta che ci siamo occupati della serie televisiva Hazzard è stato l’8 marzo scorso. Ci eravamo fermati nel momento migliore del nostro racconto. Infatti, quando lo speciale doveva essere a puntate settimanali, durante il primo appuntamento ci siamo soffermati, giustamente, sull’origine della serie tv, mentre la settimana successiva su un componente del cast in modo veloce e non proprio in maniera approfondita, è naturale che con il terzo appuntamento nella Contea di Hazzard ci addentriamo in ‘praterie’ più particolari le quali ci permettono di analizzare, ulteriormente, un altro elemento caratterizzante lo show televisivo giunto da noi a partire dal 1981 in poi, riprendendo un tema già trattato nel primo articolo di questa serie di appuntamenti.
Proprio in quel particolare periodo di tempo i cugini Bo e Luke vennero presentati al pubblico italiano, esattamente sul canale 5 e non proprio con il motivo musicale originale, relativo a quello di apertura; relativo ai cosiddetti crediti di apertura e totalmente differente rispetto a quello originale, ma ugualmente consono alle ambientazioni dello Stato della Georgia.
C’è solo una grandissima differenza tra la sigla, diciamo così, ideata, suonata ed intonata dal leggendario Waylon Jennings e quella tutta italiana. Una differenza di due generi uniti all’unico elemento in comune: il pop. In quella americana si parla di pop-folk, in quella nostrana country-pop.
Nella prima le atmosfere musicali sono propriamente legate alle radici dei luoghi in cui si svolgono gli episodi; nella seconda, invece, è più una riproposizione a nostro modo, ma molto fedele, del country in generale. Su questa seconda soundtrack di apertura, una volta che i vari episodi avevano il loro passaggio televisivo, ha riscosso non un discreto ma un notevole successo, tant’è che in quegli anni la stessa canzone: ‘La ballata di Bo e Luke’ divenne un ulteriore marchio di fabbrica del telefilm.
Ma chi intonava quell’iconica canzone che tutti quanti, di quella generazione, ricordano quasi con affetto? A comporre il sound tipicamente country fu il musicista Augusto Martelli, collaboratore, tra l’altro, di gente come Johnny Dorelli, Giorgio Gaber, Enzo Jannacci, Jovanotti, Heather Parisi, Enrico Ruggieri, Giuni Russo, Carlos Santana, Amii Stewart, Ornella Vanoni, Iva Zanicchi e Zucchero.
E per i versi? Chi spettava l’arduo compito di non far rimpiangere la soundtrack originale? Era sempre Augusto Martelli, il quale si fece accompagnare, con la chitarra, da Giorgio Cocilovo. Entrambi i singoli, dunque, rappresentarono un grandissimo successo per i loro autori, tant’è che nel corso degli anni, forse un po’ in più per lo stesso Waylon Jennings, sono state prodotte diverse cover da parte degli artisti più disparati. Ma questo argomento lo riprenderemo nell’ultima parte di questo speciale.