La prima vera colonna sonora del telefilm iniziato nel lontano 1989

Abbiamo precisato più volte, quando ci siamo trovati ad analizzare una serie tv del passato, che le cosiddette sigle, meglio conosciute come soundtrack, rappresentavano il carattere distintivo dello show televisivo. Un marchio di fabbrica dal quale non si poteva prescindere a priori. Anche Baywatch non fu da meno e non poteva essere altrimenti, per certi versi. Per molti la colonna sonora, quella iniziale, quella che apriva la puntata era una sola.

Invece no, ne venne composta un’altra. Usata solamente per le prime due stagioni, con un sound tipicamente anni ’80. Ecco perché, in apertura di questo speciale, abbiamo specificato che la serie ideata di Greg Bonann non è proprio anni ’90. Questo ve lo spiegheremo più avanti e in maniera più dettagliata cosa in realtà stiamo cercando di dire

Tornando alla sigla iniziale bisogna subito precisare e ricordare che questa volta, come accadde due anni fa, questa canzone non apre la settimana. No, questa volta inaugura e rilancia la nuova rubrica dal nome inequivocabile: La canzone del giorno. Una nuova rubrica, che già l’anno scorso e in via definitiva, sostituisce le rubriche degli anni passati: ‘Tormentoni estivi’ e ‘Canzoni estive’.

Rispetto all’anno scorso, dunque, a ‘FreeTopix Magazine’ e per tutto il periodo estivo ogni giornata, o quasi, sarà aperta da una canzone o tormentone estivo, come meglio preferite. Una rubrica che metterà a riposo, almeno per questi lunghi tre mesi, la classica ed istituzionale ‘La Canzone del Lunedì’. Ma attenzione: la canzone di cui vi stiamo per parlare non è quella usata dalla terza stagione in poi.

Ma andiamo con ordine partendo dal presupposto che per quanto riguarda il titolo della canzone di oggi di sicuro non vi dirà nulla. Anzi, forse vi confonderà le acque e mai come in questo caso la metafora è d’obbligo. Anche perché al solo ascolto vi dirà tantissime cose facendovi rituffare indietro nel tempo quando in televisione, tra la fine degli anni ’80, negli Stati Uniti e nei primi anni ’90, in Italia, per non dire tutto quel decennio, in cui è andata in onda al serie che stiamo ricordando e che fin da subito si trasformò in un cult e come detto in più occasioni il singolo che tutti oggi riconoscono essere, per antonomasia, la sigla del telefilm.

In quella prima stagione targata 1989 i titoli iniziali erano accompagnati da un altro sound. Sempre pop ma con una prepotente immersione nel rock puro che sovrastava il genere musicale indicato per primo. S’intuiva, fin da subito, che chi avesse scritto e composto la canzone aveva tenuto fede degli ideali e della grandezza degli Stati Uniti da esportare nel mondo.

Un brano contenuto in quello che era conosciuto come il terzo album in studio del cantante statunitense, italoamericano Peter Cetera. È vero, anche questo nome non è che vi dice molto. eppure, nella sua lunga carriera, specialmente nei lontani anni ’80 è stato protagonista di importanti duetti, come quello con la Regina del Pop, Madonna, ed importanti colonne sonore cinematografiche: si pensi a ‘Glory Of Love’ del seguito di ‘Karate Kid’ datato 1986.

Due anni più tardi al sequel dell’avventura del giovane karateka Daniel Larusso, esce, come detto il terzo disco intitolato: One more story, una storia in più in italiano. In quelle dieci canzoni, compresa l’ultima con la quale si attribuisce il titolo al long play ne venne incisa una in particolare con il titolo, come anticipato in precedenza, potrebbe confondere le acque: Save me. a questo punto perché questo titolo dovrebbe confondere? In effetti, queste due parole ricordano un’altra sigla, ben più recente e sempre di un altro telefilm di successo: Smallville, la serie tv che raccontava ed esplorava l’adolescenza di Superman prima di essere tale per l’intero mondo.

Ma in questo il ritornello e il testo sono due cose distinte e separate, seppur l’elemento in comune è la salvezza delle persone o di qualcuno in particolare. quindi due stili musicali diversi e due epoche diverse, seppur separati solamente da undici anni. Tanti quanto il numero delle stagioni di ‘Baywatch’. Coincidenza? Forse o forse no. Sta di fatto, comunque, che passiamo anche all’altra sigla, quella ben più famosa ma che vi faremo ascoltare domani con la terza ed ultima parte.

Il brano era intitolato ‘I’m always here’, ‘io sono sempre qui’ in italiano. L’autore, il poco famoso per noi che siamo al di qua dell’oceano, si chiamava Jimi Jamison. Non ebbe una carriera fortunata e morì prematuramente per aver contratto l’aids.  Attenzione però questo singolo non è proprio da considerare come una vera e propria canzone dell’estate, anche se il telefilm è fortemente connesso al periodo estivo e ciò vale anche per ‘Save me’; considerando che gli episodi erano ambientati anche in altri periodi dell’anno.

Il titolo e testo della canzone, che divenne soundtrack definitiva a partire dalla terza stagione, non era solamente rivolto ad una ragazza da salvare o comunque ad una persona da salvare, sicuramente era una metafora in cui si rappresentava il lavoro svolto, lungo le spiagge di Los Angeles, da parte dei protagonisti principali. Oltre a David Hasselhoff, come già detto nella prima parte, presero parte altri attori che divennero famosi solo ed esclusivamente per quel telefilm, tra cui Yasmine Bleeth, Pamela Anderson e Alexandra Paul. Ma dell’intero cast ve ne parleremo domani nella terza ed ultima parte di questo speciale.

Tornando al singolo, ‘I’m always here’ divenne in poco tempo un ‘marchio’ riconoscibile del telefilm e nel corso degli anni è stata omaggiata attraverso varie versioni. Nell’ascoltarla, sicuramente, oltre a caricarvi nonostante oggi non è il primo il primo giorno della settimana, di sicuro alimenterà la voglia di andare al mare. Ma crediamo che questo effetto non ve lo instilla solamente ‘I’m always here’ ma anche la stessa Save me di Peter Cetera.

Prima di chiudere questa seconda parte torniamo ad analizzare il testo del brano di Cetera. Abbiamo detto che si differenzia dalla soundtrack di ‘Smallville’ è per un semplice motivo: il cantante fa rifermento ad alcune situazioni di pericolo in cui si potrebbe trovare ed auspica di venir salvato da una donna o comunque, come in questo caso, da una bagnina.

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