Una vittoria un po’ immeritata ci regala i primi tre punti all’esordio ad Euro 2024

Dopo le roboanti vittorie di Germania e Spagna si attendeva la banda Spalletti, con tutto il suo carico di mistero e di speranza. Di mistero, perché da anni, ormai, la nostra nazionale, a questi appuntamenti, appare sempre più indecifrabile e non più punto di riferimento fra le grandi d’Europa. Eppure, anche i nostri azzurri rispondono presente ma non lo hanno fatto alla stessa stregue sia degli spagnoli che i tedeschi.

Contro l’Albania, seconda gara del gruppo B, è 2 a 1. La sensazione è che si poteva affondare il colpo, stroncando ogni tipo di velleità di pareggio e magari di vittoria avversaria, ma per un motivo o per un altro non si è riusciti. Ciò che si è riuscito benissimo, vuoi per inesperienza e vuoi anche per disattenzione, è, per dirla alla Mister Spalletti, la classica ‘bischerata’. Se vogliamo ne facciamo addirittura tre: la prima dopo ventiquattro secondi, regalando il vantaggio agli avversari.

Però ci ricomponiamo, ci riprendiamo, testa bassa e nel giro di un quarto d’ora non solo pareggiamo ma troviamo il vantaggio con, rispettivamente, Bastoni e Barella, due ragazzi del cosiddetto blocco Inter.

Anche l’errore che concede il vantaggio a Bajarami dell’Albania è determinato da un altro componente della squadra di Simone Inzaghi, Di Marco, dopo un fallo laterale gestito malissimo. Ma il terzino sinistro neroazzurro mostra personalità e non solo s’impegna per far pareggiare, cross pennellato per la testa del suo compagno di squadra Bastoni, ma anche per poter permettere gli azzurri di passare in vantaggio con un bel tiro al volo, dal limite dell’aria di Barella.

In fondo, per certi versi Spalletti l’aveva pensata bene: mettere in attacco Federico Chiesa e Davide Frattesi in supporto di Scamacca era l’idea migliore in prospettiva contropiede se, appunto, non ci fosse stata l’ingenuità difensiva iniziale.

Quindi, la squadra stessa ha dovuto proiettarsi subito in avanti senza sfruttare al meglio alcune doti di alcuni suoi interpreti. Ha dovuto costruire, invece che ripartire in contropiede in caso di un risultato ancora sullo 0 a 0. Al di là di questo Bastoni e Calafiori hanno garantito se non proprio solidità, ma almeno non hanno fatto rimpiangere nell’immediato i loro predecessori in quella zona del campo, come difensori centrali s’intende.

Di Lorenzo, nella sua area di competenza, non ha esaltato ma non ha nemmeno combinato guai. Jorginho, invece, impalpabile per alcuni momenti. Abbiamo di sicuro risposto presente, abbiamo di sicuro vinto, eppure lo abbiamo fatto con lo sforzo del cosiddetto minimo sindacale. Ci siamo impegnati, ma solo a metà; senza affondare quel colpo che avrebbe abbattuto gli albanesi e la loro voglia, mostrata un po’ in più di vincere. Ecco la seconda bischerata a cui facevamo riferimento.

La terza? Quella che su uno svarione difensivo, a pochissimi minuti dalla fine, Gigio Donnarumma mostra tutto il suo valore mettendoci una pezza e salvando un risultato ottenuto un po’ immeritatamente. Perché di fatto, nella ripresa e dopo un primo tempo molto convincente, l’Italia non ha più giocato con i soliti ritmi tanto cari a Mister Spalletti.

Morale della favola: l’Albania perde per sfortuna e quindi meritava il pareggio; l’Italia si è crogiolata sugli allori che ancora non abbiamo neanche iniziato a conquistare. In fondo questa è stata solo la prima partita e i nostri, quindi, hanno risposto ‘presente’ ma solo a metà.

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