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Venti di crisi e venti di guerra. Da quanto tempo siamo entrati in questa spirale? Un imbuto pericoloso che con il passare degli anni e per non dire anche dei decenni ci tira sempre giù; come un pericoloso mulinello marino che sbuca all’improvviso rovinandoci la giornata o, per certi versi, le nostre esistenze. Da quanto tempo, dunque, siamo entrati in questo loop e soprattutto dove ci sta portando? Qualcuno afferma verso un mondo migliore altri, invece, verso una tragica catastrofe che tante opere letterarie e cinematografiche hanno raccontato più volte nel corso del tempo.
Ci stiamo veramente avviando verso una terza guerra mondiale? Papa Francesco, negli ultimi tempi, l’ha invocata definendola come un terzo conflitto mondiale, appunto, a pezzi, sparpagliato nei singoli angoli del globo. È chiaro che questo pensiero è molto di più di una semplice suggestione. È un dato di fatto che è diventato tale dopo l’attacco della Russia all’Ucraina e dopo l’attentato di Hamas ai danni d’Israele e dopo la risposta di quest’ultimo palesemente sproporzionata, il mondo sembra essersi, ancor di più, spaccato in due.
In tempi non sospetti ci eravamo soffermati sul cosiddetto tifo da stadio che, almeno in Italia, ha veramente aizzato gli animi ed i toni in modo tale da rinverdire l’antisemitismo. Che Israele ha torto non c’è ombra di dubbio, chi afferma il contrario, molto probabilmente, non conosce bene i fatti dopo il 7 ottobre, nonostante che sia stato prima Hamas a riaprire le danze di morte.
Non è neanche innegabile che il protrarsi del conflitto in Ucraina sta provocando un bel po’ di malcontento generale. Non solo dalla parte di chi è contrario, a priori, ad un possibile intervento della Nato. In più, di tanto in tanto, si affacciano, sempre, i timori relativi all’accensione di un’altra miccia: quella al confine con la Cina o comunque intesa come la questione Taiwan.
La sensazione, da un po’ di tempo a questa parte, è che si voglia, a priori, un Occidente fortemente indebolito a scapito non tanto di una parte orientale del mondo che è emerso in parte, grazie al paese del Dragone, o che continua ad emergere anche grazie altre realtà.
No, si vorrebbe un Occidente indebolito in favore di dittature o di nuove richieste di vari mutamenti sociali che tenderebbero a forzare alcuni principi di libertà, senza la possibilità di controbattere nel caso, come spesso succede, non si appoggia almeno in parte un certo di pensiero, una certa visione del mondo.
Da diverso tempo, da quando ‘Parole Schiette’ è tornato ad essere tale, togliendo l’eventuale sottotitolo ‘Le inchieste’, ci chiediamo se tutto questo è la conseguenza di politiche fallimentari attuate nel corso dei decenni oppure sussiste proprio la volontà di accompagnare il mondo verso la già citata catastrofe?
È pur vero che su alcune cose, su alcune situazioni c’è stata troppa libertà; troppo ‘lasciar fare’. Ma è pur vero che, adesso come adesso, si sta andando verso una direzione che non porta proprio un equilibrio ottimale. In cui ci sono più scontenti che contenti? La nostra, sia chiaro, è una riflessione interrogativa, le cui risposte cercheremo di trarle dalle prossime settimane in poi.