Un successo intramontabile datato 1965
Per affrontare il lunedì c’è sempre bisogno di una scossa, di una carica di adrenalina. Quale migliore occasione, allora, di riprendere la rubrica del primo giorno della settimana non con una canzone qualsiasi, ma quella considerata la numero delle canzoni rock della storia. La leggendaria e intramontabile ‘I can’t get no’ di quei ragazzacci dei Rolling Stone. Un successo musicale datato 1965.
Registrato il 10 maggio dello stesso anno, il brano nacque dopo che il chitarrista della band, Keith Richards, si svegliò dopo una dormita e iniziò a strimpellare qualcosa registrandolo prima di riaddormentarsi nuovamente. Successe che al suo secondo risveglio aveva lasciato il registratore acceso. Di conseguenza erano stati incisi solamente due minuti di chitarra e quaranta lunghi minuti del suo russare.
Nonostante ciò, Keith Richards, portò il nastro in studio per farlo ascoltare agli altri componenti della band, convincendoli nell’immediato. In quel 10 maggio del 1965, presso il Chess Studios di Chicago però, i Rolling Stones incisero una prima versione con Brian Jones impegnato a suonare l’armonica. Due giorni più tardi il gruppo musicale si riunì in un altro studio di registrazione, il Rca studios di Hollywood, suonandola in maniera diversa.
Con un ritmo differente si giocò, soprattutto, con il riff di chitarra usando lo strumento chiamato fuzzbox, adatto a creare le distorsioni di qualsiasi suono. Non contento lo stesso Richards cercò di convincere i suoi amici a registrarne una terza versione. Una terza incisione più simile allo stile di Otis Redding, usando una sezione di fiati per ripetere proprio il riff che aveva ideato.
Mick Jagger e gli altri, insieme al manager Andrew Loog Oldham, riuscirono a dissuadere Richards dal tornare in studio perché la seconda registrazione era perfetta. In effetti la storia della musica o del rock, come meglio preferite, diede ragione a questi ultimi. Se fino a questo momento abbiamo dato il giusto merito a Richards, per la sua illuminazione musicale, in realtà la canzone non la scritta da solo. Venne affiancato, forse solo per il testo, da Mick Jagger.
Se la rete televisiva statunitense, Vh1, l’ha posizionata al primo posto tra le migliori cento canzoni rock della storia, la rivista omonima alla band, ‘Rolling Stone’, l’ha posizionata alla seconda posizione tra le 500 migliori canzoni rock di tutti i tempi. La stessa rivista, in verità, prende il nome non solo dalla band, ma anche per il singolo di Muddy Waters.
Non finisce qui, infatti da quando è stata pubblicata ‘I can’t get no’ è stata oggetto di svariate cover nel corso dei decenni, usata per sigle di trasmissioni televisive e persino nei film. Famosa è anche la sequenza finale in cui Arnold Schwarzenegger, nel film ‘Codice Magnum’ del 1986, uccide tutti i suoi nemici accompagnato proprio da questa canzone.