Scritto nel 1948, 1984, racconta di una società in un cui la libertà di parola e di pensiero non esiste più
La lettura di un romanzo, in alcune occasioni, non rappresenta solamente l’idea di svago. Lo è principalmente. Qualsiasi scrittore o comunque autore ci fa volare con la fantasia. Ci prende per mano, seppure metaforicamente, e ci guida verso quel mondo che lui stesso ha immaginato. Ma cosa succede quando un racconto o comunque una storia, di mera fantascienza, sembra quasi rispecchiare una certa realtà. Se non nella sua totalità almeno in parte?
Da diverso tempo assistiamo a decisioni alquanto aberranti che vanno contro la logica. Una sorta di censura o comunque una sorta di reiscrizione di alcuni fatti storici. Dell’imporsi di un certo modo di pensare che esclude, quasi categoricamente, altre persone. Per non parlare di alcune parole, seppur dal forte significato negativo, che dovrebbero essere cancellate o sostituite dal linguaggio comune. Sembra quasi la trama di un libro che tutti noi, chi prima e chi dopo, ha avuto il piacere di leggere e di scoprire.
L’8 giugno del 1949 venne pubblicato uno dei romanzi più visionari della letteratura mondiale, ma abbiamo deciso di parlare in anticipo oggi prima di pubblicare lo speciale apposito il prossimo 8 di giugno per l’anniversario. La trama è quasi vicina agli anni che stiamo vivendo. Il titolo: 1984 di George Orwell. In un mondo distopico e dispotico, diviso in aeree politiche dove gli Stati non esistono più, a comandare c’è una dittatura che spia attraverso ‘Il Grande Fratello’ la popolazione.
Il potere assoluto è rappresentato da ‘Il Partito’ che ha riscritto la storia dell’umanità o semmai cancellato, distorto i fatti che si sono susseguiti nel passato. Il protagonista assoluto è un impiegato del Partito Esterno e si chiama Winston. Il suo compito è quello di correggere tutti i testi ed articoli non conformi al dettame del regime, applicando sistematicamente una pesante censura che viene malvista anche da sé stesso.
Difatti il mite, silenzioso e apparentemente devoto impiegato del potere vigente sembra malleabile. In realtà mal digerisce i vincoli oppressivi del ‘bipensiero’, ovvero il meccanismo psicologico usato dal regime. Fin dalle prime pagine, l’autore, ci immerge nell’atmosfera cupa e asfissiante del potere descritto nel romanzo.
Ci fa entrare non in punta di piedi ma in maniera diretta, quasi per avvisarci che ciò cha ha immaginato, solo per una innocente storia da raccontare, é che, un giorno, potrebbe diventare realtà. Cosa che forse sta già avvenendo?
Il motivo per cui si ribella, Wiston, è apparentemente semplice ed allo stesso tempo molto profondo. Non conoscendo affatto il passato e mosso anche da una normale e logica curiosità, fa di tutto per scoprirlo. Difatti, Orwell, conia due massime all’interno stessa della trama: la prima è conosciuta come ‘Il Grande Fratello ti osserva’, l’altra ‘Chi controlla il passato controlla il futuro. Chi controlla il passato, controlla il presente’.
La curiosità spinge Winston nel tentativo di conoscere come il partito si sia costituito. Le sue ricerche lo portano verso la parabola di un certo Goldstein. Quest’ultimo era stato ‘purgato’ con l’unica colpa di dissentire nei confronti del sistema. E questa stessa curiosità lo porta, inevitabilmente, a cacciarsi in seri guai.
Si scontrerà contro una dittatura feroce che governa l’intera società, una società in cui anche i sentimenti non possono essere manifestati in assoluta libertà. George Orwell in questo grandioso romanzo storico, fantascientifico e distopico, attaccò senza mezze misure i metodi del reale dittatore comunista Joseph Stalin; metodi che si manifestavano con le cosiddette ‘purghe staliniane’.
Scritto nel 1948, a tre anni dalla fine del secondo conflitto mondiale, ‘1984’ rappresenta un vero ammonimento dei pericoli relativi a qualsiasi deriva totalitaria e da qualsiasi ideologia prenda origine. Il principale obiettivo dello scrittore era il comunismo in Russia e precisamente proprio le origini dell’ideologia che sconvolse l’Europa dell’Est.
Il personaggio di Goldstein, forse, è stato ispirato dalla figura di Lev Trocky, uno dei promotori della Rivoluzione d’Ottobre. Indicato come possibile successore di Lenin al potere in Russia. Trocky, una volta persa la battaglia per la successione, venne rimosso da tutti gli incarichi e poi esiliato. Morì in Messico il 21 agosto del 1940, ucciso da un sicario di Stalin.
Ma il bersaglio principale dell’autore erano proprio i metodi del partito comunista nei confronti della popolazione. Metodi di controllo di spionaggio, come la psico-polizia e dallo stesso Grande Fratello nel romanzo. Le torture rivolte a chiunque si permettesse, anche solo velatamente, di non essere d’accordo con le direttive imposte dal potere instauratosi.
Per quanto riguarda il metodo di sorveglianza fruito dalla dittatura, nella lingua originale, è conosciuto come ‘Big Brother’ che in realtà non significa propriamente ‘Grande Fratello’ ma Fratello Maggiore. Una traduzione errata ma entrata ormai nell’uso comune e non più modificabile a distanza di tempo.
Un libro, dunque, che non lascia spazio alla speranza per una società migliore. Il male trionfa. La voglia di verità e di libertà vengono soffocate per mantenere il potere su tutto. Mantenuto ed imposto con un mantra inequivocabile: la guerra è pace, la libertà è schiavitù e l’ignoranza è forza’. Un’opera letteraria monumentale e ancora attuale. Da leggere, scoprire e studiare. Analizzarla, soprattutto, per il messaggio universale che lancia alle generazioni future e che, lo stesso Orwell, pare tenere in guardia.