Giuseppe Pedersoli spiega com’è nato il progetto per riprendere l’iconico personaggio di Bud Spencer
Infatti, Carlo Pedersoli, vero nome di Bud Spencer, venne a mancare il 27 giugno del 2016, dopo una lunghissima carriera, tra cinema e televisione, iniziata ancor prima del 1967. Prima di quell’anno, il due volte campione di nuoto olimpico, prima, incominciò a muovere i primi passi nel mondo in celluloide, un tempo così si chiamava o cinematografo, partecipando in film come comparsa o in piccoli ruoli, fino a quando non incontrò Mario Girotti, Terence Hill, e poi sappiamo tutti come è andata.
Proprio in merito a quel periodo, Giuseppe Pedersoli dice la sua su quei film indimenticabili, interpretati da suo padre, da singolo e in coppia con Hill; dice la sua sul modo in cui è stato trattato l’originale di ‘Altrimenti ci Arrabbiamo’. Sicuramente il suo pensiero è il sentire comune di molti: perché, seppur nella semplicità del discorso, c’è da preservare una pesante eredità.
“Forse è venuto il momento in cui oltre a rivedere i suoi vecchi film, sarebbe bene fare in una maniera più rispettosa di come è stato fatto con il remake di ‘Altrimenti ci arrabbiamo’ e obiettivamente era difficile riproporlo come quello, in coppia con Terence Hill; rifarlo oggi era veramente un triplo salto mortale dal mio punto di vista. Hanno provato a chiamarlo in tutti i modi ma si faceva troppo il verso ai due originali per non essere comparati con loro, in questo caso Salvatore” ripete e precisa ancora aggiungendo qualcosa in più di quanto ci abbia detto fino adesso: “fa un personaggio veramente nuovo; non c’è la volontà di superare Bud Spencer, semmai di ricordarlo, di omaggiarlo e nel senso, se è possibile, di rinnovarlo in qualche modo che la serie su Piedone darà ulteriore visibilità e lustro a tutti gli altri film che ha fatto”.
E su questo ne siamo ovviamente sicuri, soprattutto se le premesse sono, dunque, queste e non soltanto intese e rappresentate dall’atteggiamento umile dello stesso attore napoletano, nonché anche scrittore, ma anche il titolo medesimo, che richiama il personaggio iconico, presentando un duplice significato che non deve essere, in nessun caso, sottovalutato:
Il primo che: “in realtà la serie si chiama Piedone per richiamare quel mondo, quel tempo e quelle storie ma in realtà cinquanta anni dopo”, dunque completamente diverso.
Nel secondo, invece: “Questo nuovo progetto su Piedone vuole arricchire quel panorama. C’è un bravo regista, ci sono io che sono stato sul set per vedere l’inizio delle riprese e le seguirò. Siamo molto attenti a come viene presentato il personaggio, l’approccio, i riferimenti al passato che ci potrebbero essere e che sono sempre delicati e che io e la mia famiglia siamo i primi ad appoggiare questo progetto. Soprattutto per Salvatore che se lo merita perché è davvero una brava persona, un bravo professionista e capisco che essendo napoletano e che viene sempre avvicinato al fatto che quei modelli di personaggi di camorristi diventano quasi eroici, molti da imitare. Lui è il primo a farsi lo scrupolo di quel genere e forse adesso facendo un ruolo da poliziotto nel quale, speriamo non sia solo per una stagione ma magari una serie che si protrae nel tempo, ribadirà il suo impegno, le sue convinzioni per una Napoli lontana dalla criminalità, lontana dai giovani che delinquono. Ciò è molto importante da quel punto di vista”.
A quel punto ci addentriamo sempre di più nel mondo di ‘Piedone’ e lo facciamo, approfittando dell’occasione, cercando di scoprire come il personaggio originale, quello cucito su misura, si potrebbe dire, su Bud Spencer, è stato realmente ideato. Sempre Giuseppe Pedersoli, pazientemente ce lo racconta:
“Creativamente nacque da Lucio De Caro e da Steno ed è inutile dire chi erano come autori. Ma dal punto di vista pratico nacque dal fatto, dopo i grandi successi che Bud Spencer ebbe con Terence Hill, lo stesso Terence aveva deciso di tentare la carriera ad Hollywood uscendo, per un certo periodo, dal mercato italiano ed europeo, impegnandosi per fare due o tre film importanti negli Stati Uniti con Gene Hackman e con Henry Fonda. Mio padre, tra virgolette, si ritrovo solo e non aveva ancora avuto l’occasione di fare un film da protagonista assoluto. Venne fuori questa idea, di questo progetto con Loffredo Lombardo, un produttore straordinario e importantissimo. Entrambi si ritrovarono subito a lavorare su un progetto da girare a Napoli, riportando Bud Spencer nella sua città Natale e anche per un motivo affettivo si trovò subito bene e si avverte questa cosa; perché chi vede il film capisce che quell’attore non sta recitando in un contesto che non sente suo. È un uomo di quei vicoli, di quelle strade, di quei personaggi; non c’è solo umanità di Bud Spencer ma anche tutti gli attori di contorno, come per esempio Cannavale. Tanti attori straordinari, come ci sono ancora oggi. Napoli è tornata ad essere il fulcro di produzione cinematografica e televisiva importantissima e finalmente dopo qualche anno ha riscoperto un parterre di attori straordinari, teatrali, cinematografici che forse prima non erano valorizzati e che adesso sono importantissimi e anche tanti autori che celebrano Napoli con la fantasia e la creatività degli attori napoletani”.
In merito a questo particolare, aggiungiamo una considerazione non di poco conto, soprattutto in merito al periodo anni ’90 in cui il cinema in generale si era totalmente dimenticato degli attori o autori partenopei. La tragica ed improvvisa scomparsa di Massimo Troisi determinò, purtroppo, tale forzato oblio.
L’ultima curiosità ci porta a rivolgergli una domanda mossa, quasi sicuramente, dalla nostalgia e non tanto di quello che sarà. Gli chiediamo della colonna sonora e se, per molti versi, sarà mantenuta quella originale, rielaborata poi nel corso della realizzazione dei quattro film storici.
“Questo non lo so dire, perché queste sono tutte fasi da post-produzione e sono tutte da definire. Sono sicuro, comunque, che sarà un grande lavoro, nel senso di modernizzazione della colonna sonora poi può darsi che ci saranno dei richiami. Ma in questo momento è tutto da creare”.