Il film uscì il 25 ottobre del 1973, inaugurando una fortunata saga con Bud Spencer
Nel celebrare questo particolare anniversario qualcuno avrebbe addirittura scomodato ‘Gomorra’. Ma il libro di Saviano, il film e la serie omonimi non hanno alcun collegamento con il personaggio e pellicola cinematografica che andremo a ricordare oggi. Per certi versi, il titolo del film può tranquillamente essere inteso, con il linguaggio tecnico odierno, il primo capitolo di un interessante franchise cinematografico i cui generi del cosiddetto ‘poliziottesco’, del drammatico e di una velata commedia trovavano ampio consenso, sia tra la critica più severa ed il pubblico di ogni estrazione sociale; un franchise inaugurato a partire dal 25 ottobre del 1973, giusto 50 anni fa esatti.
Quel giorno Carlo Pedersoli, ex campione di nuoto, già conosciuto, da almeno sei anni, con il nome d’arte di Bud Spencer, divenne per tutti l’iconico Commissario di Pubblica Sicurezza Rizzo. Un poliziotto abbastanza atipico, un poliziotto che combatte il crimine con il solo uso delle mani, niente armi. Aggirandosi costantemente per le zone più malfamate di Napoli e, non avendo nessun mezzo di trasporto a sua disposizione, ma spostandosi sempre a piedi viene soprannominato ‘Piedone’, grazie alla sua stazza fisica, o meglio ‘Piedone lo sbirro’.
Il film, diretto da Steno, diede vita ad una fortunata quadrilogia, realizzata tra il 1973 ed il 1980, la quale sarebbe potuta continuare con la produzione anche di un possibile quinto episodio, mai girato, e la cui trama venne usata per un’altra opera cinematografica sulla quale ci soffermeremo più avanti.
In quel primo capitolo, di sicuro quello più cupo e realistico, Piedone si trova a fronteggiare non solo la vecchia camorra, con i suoi traffici illeciti, ma anche la preoccupante potenza, anche economica, di un clan straniero che invade di droga l’intera città partenopea, attirando sempre di più alcuni componenti dei clan locali e più tradizionali.
Intuendo che la situazione sarà sempre più fuori controllo, il Vice – Commissario Rizzo dovrà fare una forte scelta per cercare di arginare i nuovi arrivati prima che sia troppo tardi. Per sommi capi è questa la trama di un film che racconta, con uno sguardo totalmente differente dagli altri, una realtà, per l’epoca e forse anche oggi, non tanto distante dalla vita di tutti i giorni.
Su un soggetto dello sceneggiatore Luciano Vincenzoni e Nicola Badalucco, scritto da Lucio De Caro, ‘Piedone Lo Sbirro’ rappresenta, nella sua essenza, un unicum nella miscela di generi; almeno per quanto si vede e si nota. La commedia, ultimo elemento che in verità, dovrebbe essere sia menzionato che analizzato, appare, forse, come il dettaglio più atipico in una storia che sembra più sconfinare su un dramma cittadino ed una classica storia poliziesca.
L’ironia, anche quella ben più tradizionale, non è integrante la storia, ma funzionale. Stessa cosa vale per le famose scazzottate. Anch’esse sono funzionali nella rappresentazione di quella che è, per certi versi, l’eccezione pura e semplice. Soprattutto nel finale, quando le stesse pistole lasciano spazio ai pugni e gli schiaffoni per una rissa composta da uno contro cinque.
In tal caso la buona dose di botte o comunque gli effetti degli schiaffoni da cartoni animati sono attenuati oltre che dalla trama, ma anche dai singoli momenti in cui vengono proposti. L’unico momento comico con gli schiaffi è quello con l’informatore Tom Ferramenti, interpretato dall’attore Dominic Barto.
Oltre a lui, il cast di ‘Piedone Lo Sbirro’ è davvero di tutto rispetto. Non solo di nomi di attori partenopei e anche nazionali come Enzo Maggio, Enzo Cannavale, nel ruolo del brigadiere Caputo; Giacomo Rizzo, Nino Vingelli, Mario Pilar, nei panni del capo paranza ‘Manomozza’; Ester Carloni e Angelo Infanti, quest’ultimo nei panni di Ferdinando O’Barone. Ma anche internazionali come i transalpini Raymond Pellegrin, nei panni dell’avvocato di Ferdinando, e Juliette Mayniel.
Quest’ultima, scomparsa da poco, fu moglie di Vittorio Gassman e madre di Alessandro Gassman. Da segnalare anche la presenza dell’attore Adalberto Maria Merli, uno dei tanti doppiatori di Clint Eastwood, e gli stuntmen Roberto Dell’Acqua, Claudio Ruffini e Jho Jenkins.
Un cast, dunque, di tutto rispetto che valorizza ancor di più il film, che valorizza ancor di più una storia trattata e rappresentata in un modo del tutto originale. Cercando, quasi, di dar vita ad un genere cinematografico tutto suo, senza possibilità di venir imbrigliato in nessuna categoria o quantomeno cristallizzato in una categoria ben definita, come quelli menzionati all’inizio.
Altro elemento da cui non può essere, in nessun modo, esente da analisi in questa particolare celebrazione è che il film viene ulteriormente valorizzato con il tema musicale composto dai fratelli Guido e Maurizio De Angelis, ma eseguito dal duo americano Santo & Johnny. Una melodia tra il sound quasi hawaiano e fortemente malinconico che, nella sua essenza, rispecchia e anche molto una realtà che non sempre regala gioie ma molte volte solo amarezze.
Piedone Lo Sbirro determinò l’inizio di una saga la quale, con il corso degli anni, si allontana sempre di più dalla malinconia e cupezza che ha contraddistinto il primo capitolo. Piedone a Hong Kong, Piedone l’Africano e Piedone d’Egitto oltre ad essere film di cassetta, come si diceva un tempo, più gli ultimi due che in quello girato nella colonia inglese, che sconfinano nella mera commedia e nel genere avventura.
Dicevamo del possibile quinto capitolo mai veramente realizzato e la cui trama venne inglobata in un altro progetto cinematografico sempre con Bud Spencer, ma in coppia con lo storico partner di sempre: Terence Hill. L’idea di base era quello di far scontrare il Commissario Rizzo con un suo sosia.
Vi dice niente questo piccolo dettaglio? Quattro anni più tardi all’ultimo capitolo della saga di Piedone, quello ambientato in Egitto, nel 1984 uscì nelle sale cinematografiche: Non c’è due senza quattro. L’ultimo grande successo della coppia formatasi nel lontano 1967.
Eppure, a distanza di oltre quaranta anni dalla fine di quello che si potrebbe definire, pacificamente, un franchise il personaggio di Piedone starebbe, a quanto pare, attraverso un revival televisivo. Si, proprio così: una serie che racconta le gesta, le imprese e le scazzottate, quasi sicuramente, di un allievo del Commissario Rizzo: l’Ispettore Gaetano Palmieri, ma di questo ve ne parleremo in un’altra occasione.