Il miglior album della sua carriera dopo ‘Blues’ e ‘Oro, incenso e birra’.
Forse pochi sanno cos’è il Boiler Room. E sempre in pochi sanno o sono a conoscenza del fatto che questo luogo sacro della musica nera, blues, nonché della cultura afroamericana, venne distrutto, verso la fine dell’estate del 2005 a New Orleans. Nessuno, quasi sicuramente, è a conoscenza del fatto che questo locale, studio di registrazione, addirittura, è stato teatro, semmai così si potrebbe dire, dell’incisione di uno dei migliori dischi, il settimo della sua carriera irripetibile, di Adelmo ‘Sugar’ Fornaciari, in arte Zucchero; il bluesman emiliano che ha conquistato il mondo con la sua voglia matta di intonare le canzoni, le proprie sia ben chiaro, in stile Joe Cocker.
‘Spirito DiVino’, questo è il titolo. Un nome parecchio insolito per una raccolta d’inediti altrettanto insolita. Tra l’ironia e la follia pura. In fondo, l’ultima parola se la si suddivide in due, il significato è totalmente differente rispetto a quello inteso con il titolo ufficialmente selezionato.
Chissà, però, se il particolare bluesman nostrano avesse intenzione far riferimento al vino nell’accezione più semplice, nascondendo la diretta indicazione attraverso un termine ancor più sacro? Miscelandolo con il profano? A dire il vero non lo sapremo mai. Ciò che invece siamo a conoscenza è il fatto di partire da un punto di riferimento ben preciso: 12 aprile 1995, in cui Zucchero incominciò ha conquistare sia critica che pubblico con questi dieci singoli.
Dal sound misterioso e con il testo provocatoriamente a doppio senso di ‘Voodoo Voodoo’, all’allegra ‘Datemi una pompa’; per poi passare all’acronimo di ‘O.L.S.M.M.’, proseguendo con ‘Pane e sale’. Senza dimenticare la già citata, per quanto riguarda la scorsa settimana, ‘X colpa di chi?’.
L’immenso e l’irripetibile capolavoro de ‘Il volo’. E ancora: la profonda e riflessiva ‘Senza rimorso’, la malinconia speranzosa di ‘Papà perché’. L’involontaria canzone natalizia di ‘Così celeste’ Per poi concludere con ‘Allelujia’.
Dieci brani, dieci hit che colpiscono dalla prima fino all’ultima e che spaziano nei tre generi tipici della tradizione americana e afro-americana per eccellenza. Generi che hanno fatto, in tutto e per tutto, la storia della musica e non solo a stelle a strisce, ma anche quella mondiale. Soul, Pop e, appunto, Blues. Per un disco della durata di 43 minuti e 28 secondi.
Abbiamo detto, in questo che è di fatto il primo vero appuntamento ufficiale con ‘Il disco del lunedì’, che il 33 giri riscosse un notevole successo al pari di altri due dischi pubblicati dello stesso cantante tra il 1987, “Blues”, e nel 1989, “Oro, incenso e birra”.
Prodotto dal discografico Corrado Rustici, il disco permise allo stesso bluesman di ottenere diversi riconoscimenti, oltre ai classici dischi di platino in Europa; d’oro in Belgio e infine quello di diamante proprio in Italia.
Prestando attenzione ad ogni singolo brano, si può intuire il richiamo, forse neanche tanto poi così velato, ad oltre canzoni pubblicate in uno dei dischi già menzionati in precedenza in questo articolo. Per esempio, il brano ‘O.L.S.M.M.’, che sta per ‘organizzazione laica per la salvaguardia dei matrimoni’ ricorda, un po’ alla lontana l’altrettanto iconica: Solo una sana e consapevole libidine salva il giovane dallo stress e dall’azione cattolica.
Oltre a X colpa di chi, di cui abbiamo già parlato la volta precedente, sono presenti altre tracce, singoli o comunque brani da considerare con molta attenzione. Hit che hanno permesso la promozione del disco a partire da quell’aprile del 1995 fino all’inoltrato 1996.
A trainare il disco furono il successo incredibile dei singoli come ‘Il volo’, ‘Pane e sale’ e di ‘Così celeste’. Quest’ultima, questa piccola e grande canzone è stata sempre fatta ascoltare durante il periodo natalizio e, oltretutto, celebrata, ad ogni dicembre, da FreeTopix Magazine’. Portatore di speranza, la stessa Così Celeste è andata oltre le più rosee previsioni diventando, di fatto, una delle tante canzoni che compongono la colonna sonora natalizia.
Pane e sale, invece, è stata registrata insieme a Luciano De Gregori, per non dimenticare il contributo di pezzi da 90 della musica di quegli anni. Nomi come Jeff Beck, Stewart Copeland e Clarence Clemmons. Si, proprio lui: il compianto sassofonista della E-street band di Bruce Springsteen.