Il film uscì nei cinema il 18 luglio del 2008 e rivoluzionò per sempre il genere interamente dedicato ai supereroi
La storia del cinema è piena di opere cinematografiche che hanno fatto epoca. La lista sarebbe lunga e di sicuro, nello stilarla, qualche titolo verrebbe dimenticato. Ciò non toglie precisare, fin dal principio che sono pochissimi quei titoli che hanno ulteriormente tracciato un solco profondo; una linea di demarcazione dalla quale è impossibile tornare indietro.
Semmai fosse così, non è possibile farlo in maniera completa. Dire che sono pochissimi non corrisponderebbe alla realtà, considerando i vari generi fino adesso creati e proposti con schemi totalmente differenti. Il termine esatto da tenere in considerazione sarebbe quello della rarità, specie se si tiene conto della categoria appartenente al grande schermo di cui entriamo in merito.
Nell’ambito dei cinecomic qualcosa di nuovo s’iniziò ad intravedere proprio all’inizio di questo nuovo millennio. Fu Sam Raimi, il primo, che tracciò la strada da seguire con il supereroe della Marvel Spiderman e la Marvel Cinematic Universe era lontana ancora sei lunghi anni; tra il 2002, anno del primo capitolo di quella che era la prima trilogia dedicata all’uomo ragno, ed il 2005 successe qualcosa che lasciò intendere che quella strada tracciata avrebbe avuto un’altra paternità.
Giunse, nel giugno di diciotto anni fa, il ciclone Christopher Nolan. Il visionario regista inglese venne contattato dalla Warner Bros per realizzare quella che era, nei fatti concreti, il primo vero reboot dedicato all’uomo pipistrello. Rispetto alla versione realizzata da Tim Burton ed interpretata da Micheal Keaton, Jack Nicholson e Kim Basinger, questa volta si optò per una mera storia sulle origini di Batman fino, seppur non annunciata ufficialmente, su una possibile conclusione della storia dopo la realizzazione di diversi film.
In quel 18 giugno del 2005 uscì, nei cinema di tutto il mondo, ‘Batman Begins’ e divenne un successo stratosferico di botteghini al cinema, quindi di pubblico e di critica. Qualcuno lo definì come il miglior Batman cinematografico di tutti i tempi. Purtroppo, per sempre per quel qualcuno, questa convinzione venne smentita sempre dallo stesso regista inglese il quale, tre anni più tardi, realizzò il sequel di quella che era una storia a tinte reali di un personaggio proveniente dal mondo dei fumetti.
Era il 18 luglio del 2008, quando nei cinema americani, prima, e poi in quelli di tutto il mondo, dopo l’anteprima mondiale che si tenne a New York il 14 luglio di quello stesso anno, uscì l’attesissimo ‘Il Cavaliere Oscuro’. Un’opera cinematografica di due ore e mezza in cui vennero miscelati, molto probabilmente per la prima volta nella storia del cinema, vari generi cinematografici che rappresentavano l’antitesi rispetto a quello che era sempre stato considerato il cosiddetto cine fumetto.
Interpretato da Christian Bale, Heath Ledger, Micheal Caine, Gary Oldman, Aaron Echkart, Morgan Freeman e Maggie Gyllenhal, il film rappresentò, fin da subito, un qualcosa di mai visto sul grande schermo. Una qualcosa sì di ibrido ma che non si era mai visto con quel tipo d’intensità della tensione nella trama, di dialoghi e di attinente alla realtà. Tenendo presente che si trattava di personaggi ispirati dall’omonima serie a fumetti realizzata da Bob Kane nel lontano 1939 con molta attinenza ad un mondo che ci circonda tutti i giorni. C’era molto di più della classica storia a fumetti trasportata sul grande schermo. Ma come sempre andiamo con ordine.
La storia di Batman possiede tutti i crismi della triste realtà che alle volte ci circonda. Dettagli ed elementi che, nel 2005, iniziavano a delinearsi quasi come l’epoca della Grande Crisi del 1929. Nel primo film della trilogia, Christopher Nolan riesce a leggere bene ciò che arriverà di lì a qualche anno e, dunque, giustificando, quasi, la venuta dell’eroe così oscuro, accompagnato da una grandissima malinconia che si porta dentro. Una ferita che non si rimarginerà mai.
Indipendentemente dal fatto che Bruce Wayne sia ricco o meno i suoi genitori vengono uccisi durante una brutale rapina. Ad ucciderli è comunque un disperato che deve sopravvivere a causa della crisi e il piccolo Bruce, nonostante la potenza economica e finanziaria che gli ha lasciato il padre non riesce ad ottenere la giustizia che merita, nel fumetto.
Nel film sappiamo che Joe Chill viene assassinato, quasi alla Harvey Oswald, e lo stesso Bruce viene anticipato nelle sue intenzioni di vendetta. Nel veder morire l’uomo che voleva uccidere non cambia la sostanza: in lui è già in atto una trasformazione dentro di sé che lo consacrerà come vero e proprio simbolo della città di Gotham. Un simbolo volto al bene, volto ad instillare la paura verso coloro che la usano per depredare e fare del male.
Batman, dunque, è un mostro creato da altri mostri il quale, a sua volta, crea, sempre involontariamente, altri mostri. Si pensi, quindi, allo stesso Joker o Harvey Due Facce e Bane. In questa lista potrebbe anche rientrare Catwoman, ma nel contesto del terzo ed ultimo film della trilogia, le doti di Selina Kyle sono più legate al suo soprannome che si è guadagnato e non tanto perché agisce sotto il costume da donna gatto vera e propria.
È vero, dovremmo parlare solo ed esclusivamente de ‘Il Cavaliere Oscuro’, ma ci appare impossibile volgere lo sguardo solo su questa parte della storia, senza menzionare l’inizio. Senza menzionare l’antefatto, precisando che la stessa trilogia di Nolan, nella sua essenza, è una lunga storia divisa in tre parti che ad ogni capitolo, diciamo così, alza sempre di più il tiro; di alzare sempre di più l’asticella considerando, in maniera quasi indiretta, un unico grande elemento in comune dei tre film.
L’elemento è rappresentato dall’anarchia o, se vogliamo usare le parole del ‘Joker’, del caos. Nel primo film, l’anarchia o il caos, è il preludio a ciò che arriva nel secondo e ciò che accade nel secondo è di preparazione per ciò che accade nel terzo. Eppure, l’apice non è avvenuto nella parte due della trilogia ma nella terza ed ultima parte. Continua…