Fu il romanzo d’esordio dello scrittore americano nel 1981
Ci sono romanzi che colpiscono alla prima lettura e ti fanno riflettere su un autore in particolare. Storie di genere giallo, con la propensione allo sconfinamento nel noir e dei richiami stilistici immutati, ma con linguaggio moderno. Perché in fondo le tradizioni, quelle ‘sacre’ della letteratura, rimangono intatte venendo aggiornate per l’esigenza dei tempi. Questo è ciò che è sembrato nel leggere il romanzo d’esordio dello scrittore statunitense James Ellroy, erede di Raymond Chandler, ma soprattutto erede, come fu lo stesso Chandler, di Dashiell Hammett.
È normale che i paragoni, a questo punto, si sprecano. Il ‘Chi sia migliore dell’altro’ è ormai più di uno sport, specialmente da quando abbiamo abbandonato la dimensione temporale del ‘900 e siamo entrati in quella del nuovo millennio, gli autori citati sono quasi della stessa epoca. Almeno per quanto riguarda la nascita: 1888 Chandler e 1894 Hammett. Ellroy è di molti anni più tardi, in un’epoca totalmente differente dai suoi due predecessori: 1948.
Anche le sue storie sono totalmente diverse. Sì, vengono narrate fra le pagine del romanzo con lo stesso stile, ma sono trame differenti; figlie dei tempi in cui lo scrittore, soprattutto in senso lato, ne è un apparente osservatore passivo, al di là della capacità di inventare fatti o personaggi che poi convincono il lettore e critica successivamente.
Il personaggio di Fritz Brown, per esempio, è totalmente differente da quello ideato da Hammett e dal leggendario Marlowe di Chandler. Certo, ci sono dei punti in comune fra i tre, ma si differenziano anche per la società in cui operano e si muovono, quasi sempre ai margini della stessa. In lui, però, c’è meno malinconia dei suoi predecessori.
Fritz Brown è un investigatore privato che si guadagna da vivere recuperando le auto di coloro che sono in ritardo con i pagamenti. La sua più grande passione è la musica classica. Un giorno si ritrova ad indagare su un caso apparentemente semplice: tener d’occhio una ragazza che se la intende con un tipo poco raccomandabile.
Con questa trama nel 1981, quindi quaranta anni fa, fece il suo esordio nel mondo della letteratura, genere noir, lo scrittore James Ellroy. Il titolo originale del romanzo è ‘Brown’s requiem’. In Italia è conosciuto come ‘Prega Detective’. Il romanzo, sviluppato in prima persona come faceva anche Raymond Chandler, pone in risalto delle caratteristiche che nella carriera di James Ellroy emergeranno in altre opere letterarie.
In alcuni passi dei capitoli sembra di leggere non tanto una storia di genere giallo o noir, come meglio preferite, ma un resoconto di un poliziotto che da poco ha risolto un caso e successivamente si è messo sulla scrivania a stilare il rapporto che deve presentare al proprio superiore.
Ellroy, forse e in un certo senso, si avvicina molto di più all’autore che si è fatto notare con ‘Il falcone maltese’ del 1941. Lo stile di Hammett era rapido e dal ritmo incalzante. Mentre Chandler era più psicologico. E James Ellroy? Quasi telegrafico in alcuni suoi romanzi, basti pensare ad alcuni suoi romanzi che sconfinano nell’elemento storico, senza dimenticare o svilire il ritmo incalzante che in queste storie rappresenta l’elemento basilare.
E il ritmo incalzante nelle pagine di ‘Prega detective’ è presente ed è in crescendo, senza mai tradire il lettore con capitoli scritti per allungare il brodo. Ogni momento, ogni particolare, ogni dialogo, ogni parte del romanzo sembra essere studiata con cura, anche se si sa che chi scrive non riesce mai ha farlo a tavolino. C’è sempre quella parte impulsiva che fa viaggiare la mente e che la collega alla penna o alla tastiera di un computer.
Durante questa particolare indagine lo stesso Fritz Brown si ritrovare ad indagare anche su un vecchio caso risalente a qualche anno prima ed è chiaro che il colpo di scena è dietro l’angolo.
Nonostante alcune analogie tra Ellroy ed Hammett, alcuni critici hanno voluto accostare lo scrittore di Los Angeles proprio al creatore di Marlowe. Molto probabilmente nella semplice motivazione che in ‘Prega Detective’ lo scrittore di origine tedesca riesce, nel suo romanzo d’esordio, a fondere entrambi gli stili per crearne un unico tutto suo.
Il successo del romanzo fu tale che spinse lo stesso autore, per tutti gli anni 80 e non solo, a produrre e pubblicare una serie infinita di romanzi; considerando anche le tetralogie e trilogie in cui alcune sue stori sono divise; ambientate quasi tutte nella città degli angeli, andando sempre più in fondo alla superficie e scavando nelle parti più buie della società americana e facendola emergere come un trauma. Quello stesso trauma che lo ha segnato per sempre: l’uccisione di sua madre quando aveva solamente dieci anni.