Durante queste cinque lunghe puntate con ‘I pregiudizi’ siamo solamente andati sul leggero. Non abbiamo mai e poi mai veramente sfiorato l’argomento in maniera diretta, nel senso di prenderlo di petto e analizzarlo nella sua essenza. Certo, ci siamo fossilizzati, quasi, sul mondo didattico e sui suoi lati negativi che, in via del tutto generale, potrebbero nascondere delle insidie originate, indirettamente anche, dai pregiudizi.
Ad un certo punto, però, siamo arrivati ad un momento che non poteva più essere rinviato. Siamo giunti nel momento in cui i libri di storia vengono scritti, alle volte, con convinzioni personali e non sempre con convinzioni oggettive: ovvero quelle che servirebbero per tracciare, nella mente di chi studia, un pensiero lontano da ogni possibile pregiudizio, appunto.
Una sorta di detto popolare dice che la storia viene scritta da chi là fa. Morale della favola significa che chiunque abbia vinto una battaglia o comunque un qualsiasi conflitto i fatti riportati devono, necessariamente, passare per buoni. Nel senso di essere veritieri. Ma cosa succede quando gli stessi vengono addirittura messi in discussione?
Bella domanda e la risposta non può essere trascritta qui su due piedi. Neanche semmai riusciamo a sviluppare un articolo di oltre mille parole o comunque uno speciale. Già questa serie di appuntamenti non basta a soddisfare tutto le domande che magati vi state ponendo. Semmai, queste sei parte sono, essenzialmente, servite, solamente, ad un’introduzione, per due tematiche ancor più rilavanti.
Due esempi storici che tracciano, quasi, un segno indelebile nella lotta contro i pregiudizi svolta, almeno in quest’epoca, in malo modo o comunque in maniera fin troppo approssimativa. Due vicende una relativa al passato e l’altra in corso di svolgimento. In entrambi i casi non sono, in tutto e per tutto, da prendere ad esempio neanche per un momento.
Vicende che potrebbero tranquillamente innescare altre due serie di appuntamenti, perché ci sarebbe tanto da dire anche solo su una di essa. Eppure, sarebbe meglio fermarsi e darvi appuntamento a martedì prossimo lasciandovi con un po’ di suspense facendovi scoprire, poi, quale argomento effettivamente abbiamo intenzione di scomodare, perché l’analisi non è finita. È solamente incominciata.