Riprende il racconto sulle origini degli Stati Uniti d’America
Le avevamo annunciate più di tre settimane fa e in questo martedì, 11 aprile 2023, le quattro rubriche vengono finalmente inaugurate partendo dalle origini sugli Stati Uniti d’America. Attenzione, però, oggi si prevede la partenza solamente, si fa per dire, di due di quelle che analizzano, in lungo in largo il territorio dei cinquanta stati. Rimanendo sulla suddivisione del territorio, oggi, vi faremo tornare di molto indietro nel tempo. In un’epoca in cui la stessa nazione a stelle e strisce non era ancora la superpotenza che tutti quanti poi abbiamo conosciuto.
Un andare a ritroso nel tempo che ci permette, grosso modo, di raccontare a grandi linee, si spera, la storia dei primi territori che iniziarono a far parte degli Stati Uniti d’America.
New Hampshire, Massachusetts Bay, Rhode Island e piantagione in Providence, Connecticut, New York, New Jersey, Pennsylvania, Delaware, Maryland, Virginia, Carolina del Nord, Carolina del Sud, Georgia. In tutte queste settimane ci soffermeremo nello scoprire, attraverso anche la loro storia interna, le origini e lo sviluppo sia demografico che economico di questi tredici territori che hanno rappresentato la base degli Stati Uniti, così come li conosciamo oggi.
Un excursus storico che, per sommi capi riprende, seppur in via indiretta, quella serie di articoli interamente dedicati al west, ma questa volta entrando meno nel mito e soffermandosi maggiormente sugli eventi che hanno portato, poi, alla formazione ufficiale di quella che un tempo era prima di tutto un’unione di territori.
Territori tenuti sotto il dominio dell’Impero britannico e che dopo qualche tempo, gli stessi inglesi, vennero cacciati da coloro che si sentivano parte di quella che era la nuova nascente nazione. Andando, però, con ordine bisogna sottolineare che in precedenza, le tredici colonie, costituenti il primo spicchio di territorio dei futuri Stati Uniti d’America, non sono state indicate in maniera non proprio precisa. Sorvolando, quasi volontariamente, sulla loro effettiva suddivisione territoriale. Le cronache dell’epoca ci riportano questa organizzazione: Colonie della Nuova Inghilterra, Colonie di Mezzo e Colonie del Sud.
Quindi, per l’esattezza, le tredici colonie erano così organizzate: la Colonia della Nuova Inghilterra facevano parte le due province del New Hampshire e di Massachusetts Bay, più le colonie del Rhode Island e delle piantagioni di Providence, più la Colonia del Connecticut.
Le colonie di mezzo erano formate da tre province ed una colonia: New York, New Jersey, Pennsylvania e Colonia del Delaware. Infine, quelle del Sud erano formate da ben quattro province ed una sola Colonia. Le province erano del Maryland, della Virginia, della Carolina del Sud e della Carolina del Nord; mentre la Colonia era della Georgia.
Istituite ufficialmente nel 1607, le tredici colonie furono fondate per diverse motivazioni. Alcune videro la formazione attraverso motivi prettamente religiosi, altre trovarono nella loro origine e, a sua volta, nel loro sviluppo, motivazioni commerciali ed economiche.
Essendo possedimenti del Regno Unito, queste tredici colonie inizialmente erano anche conosciute come la cosiddetta ‘America Britannica’, la cui popolazioni cresceva in maniera esponenziale. Dalle 2000 unità iniziali, nel 1625, fino ad arrivare, addirittura, a 2 milioni e mezzo qualche anno prima dell’Indipendenza americana.
Come tutti sanno gli attuali cinquanta stati presentano una legislazione differente l’uno dall’altro in merito alle diverse materie regolate dal diritto. All’epoca delle tredici colonie, invece, il Regno Unito poneva in atto una pesante pressione su quei territori, i quali iniziarono a far sentire tutta la loro insofferenza dopo la guerra franco-indiana, contro il regno di Francia per l’esattezza.
La storia ci ricorda che gli Stati Uniti d’America divennero tali, come popolo libero ed indipendente, dalla data del 4 luglio del 1776, il giorno, dunque, dell’Indipendenza. Giorno, anche, in cui entro in vigore la costituzione americana, scritta dai cosiddetti Padri Fondatori.
In merito alle loro origini, le tredici colonie vennero istituite per diversi motivi. Quello che risultava essere più rilevante era il fattore commerciale, inteso anche come sviluppo. Lo stesso sviluppo che garantiva, agli stessi inglesi, di portare avanti una politica di mercantilismo nei confronti di quei tredici territori.
Tutti i possedimenti in quell’area erano controllati e sfruttati dall’autorità amministrativa centrale in favore del Regno Unito. Questo, in sostanza, fu un primo motivo che provocò l’insofferenza della popolazione verso i loro ‘cugini’. Il secondo segnale era rappresentato nella campagna bellica del cosiddetto conflitto franco-indiano.
Una guerra che durò per ben sette lunghi anni, dal 1754 al 1760, in cui si fronteggiavano gli stessi inglesi contro i francesi per il controllo dei territori. Fra due schieramenti presero parte anche le tribù dei singoli territori, dividendosi per l’uno o per l’altro esercito.
Alla fine, la guerra terminò con la cacciata dei francesi nel territorio dell’attuale Canada, fatto salvo per le due isole: Saint-Pierre e Miquelon. Proprio da questo episodio le tensioni iniziarono sempre di più ad affiorare, forse provocate anche dalla partecipazione delle tribù del posto. Oltre che per motivi prettamente commerciali, quindi di ‘mercantilismo’.
Per uno strano scherzo del destino, però, ad aiutare le tredici colonie proprio contro l’Impero inglese ci pensò proprio il Regno di Francia. Cosa successe in verità? Dopo la vittoria contro i francesi i tredici territori incominciarono a dialogare tra loro su diversi settori originando, per la prima volta, alla cosiddetta ‘identità americana’. Le collaborazioni tra i tredici territori ebbero inizio, però, ancor prima dello scoppio del conflitto ricordato in precedenza. Proprio per effetto dell’oppressione degli inglesi sui futuri Stati Uniti d’America.
Il dialogo tra le colonie era relativo alle questioni dei diritti, degli stessi coloni, e dei tributi erano costretti a somministrare nelle casse del Regno di Gran Bretagna. Soprattutto su quest’ultimo punto vigeva il principio conosciuto come ‘nessuna tassazione senza rappresentanza’. Un principio usato, in passato, anche dagli stessi inglesi durante la guerra civile interna che avvenne tra il 1642 ed il 1651.